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Abbronzatura: di che fototipo sei?

Il fototipo è uno degli aspetti più importanti da conoscere prima di esporsi al sole. Si tratta della classificazione utilizzata in dermatologia, determinata sulla qualità e sulla quantità di melanina presente nella pelle. In sostanza indica le reazioni della pelle all’esposizione alla luce solare e il tipo di abbronzatura che è possibile ottenere.

Conoscere il proprio fototipo è il punto di partenza fondamentale per preservare la salute della propria pelle e comportarsi correttamente durante l’esposizione alla radiazione ultravioletta della luce solare. La pelle, infatti, cambia da persona a persona. Ci sono grandi differenze, determinate in massima parte da caratteristiche genetiche. In parole povere si va dalla pelle chiarissima a quella nera.

  • Fototipo 1

Appartiene al primo fototipo chi ha la pelle molto chiara, capelli biondi o rossi, occhi chiari e lentiggini ed efelidi. Sono generalmente caratteristiche delle popolazioni nordiche. Sono persone che facilmente si scottano. Non si abbronzano nemmeno dopo diverse esposizioni al sole, a causa della loro scarsa produzione di melanina. Al limite diventano rossicci, per poi tornare bianchi. Queste persone dovrebbero evitare l’esposizione a tutti i raggi UV, o comunque devono avere grandissima attenzione.

  • Fototipo 2

Il fototipo 2 ha la pelle chiara ed è soggetta a scottature solari. I capelli sono biondi o castano chiari, spesso hanno lentiggini. Si abbronzano lievemente dopo alcune esposizioni. Bisogna fare grande attenzione, perché le scottature solari sono molto probabili.

  • Fototipo 3

Il 3 è quello più comune in Italia. I capelli sono biondo scuro o castani, mentre gli occhi verde scuro o castani. Si abbronzano visibilmente dopo qualche esposizione. Bisogna comunque fare grande attenzione e non sottovalutare i rischi.

  • Fototipo 4

Il 4 ha un colorito olivastro, capelli e occhi scuri. Sono poco soggetti a scottature, grazie alla buona presenza di melanina nella pelle. Si abbronzano facilmente ed intensamente, inoltre mantengono il colore a lungo.

  • Fototipo 5

È del 5 chi ha pelle, capelli e occhi scuri. Dato che la loro pelle è protetta naturalmente dall’esposizione al sole e ha già un colorito simile all’abbronzatura, queste persone non si scottano quasi mai.

  • Fototipo 6

Appartiene al 6 chi ha la pelle nera. Sono sempre abbronzati e abbondantemente protetti dalle radiazioni del sole.

 

Fonte: https://rb.gy/revrx

I bambini e la vitamina D, tutto ciò che c’è sapere

Che cos’è e dove si trova?

La vitamina D viene normalmente prodotta nella pelle che, grazie ai raggi solari e in particolare alle radiazioni ultraviolette, trasforma il deidrocolesterolo, un derivato del colesterolo, in vitamina D3 o colecalciferolo. Ma la vitamina D3 non è ancora attiva: deve passare prima nel fegato e poi nel rene per diventare un vero e proprio ormone: il 25-(OH) 2 -colecalciferolo.

La maggior parte della vitamina D che ci occorre viene prodotta dalla pelle esposta ai raggi solari. La vitamina D è contenuta anche in alcuni alimenti: soprattutto il pesce grasso come il salmone, le aringhe, le sardine e il fegato di pesce (olio di fegato di merluzzo), il tonno in scatola, il tuorlo d’uovo, il burro, le verdure a foglia verde e alimenti addizionati con vitamina D come alcuni tipi di latte.

A cosa serve e a cosa fa bene?

La vitamina D è essenziale per promuovere l’assorbimento del calcio dall’intestino e il riassorbimento del calcio e del fosforo da parte del rene. È indispensabile per il deposito del calcio nelle ossa e per conferire loro la solidità e la resistenza che le caratterizzano. Studi recenti suggeriscono che la vitamina D promuove anche il funzionamento del sistema immunitario e alcune funzioni neuromuscolari.

Chi può avere bassi livelli di vitamina D?

L’attuale stile di vita rende difficile la produzione di una quantità sufficiente di vitamina D: i bambini trascorrono moltissime ore in ambienti chiusi, a scuola e a casa, al PC, occupati con lo smartphone o davanti a un televisore; molte attività sportive si svolgono in ambienti chiusi.

Per giunta sappiamo che un’eccessiva esposizione ai raggi del sole favorisce l’insorgenza di melanoma e altri danni alla pelle e la proteggiamo con prodotti che non lasciano passare i raggi ultravioletti.

Quanto agli alimenti ricchi di vitamina D, quasi nessuno incontra i favori dei nostri bambini e dei nostri ragazzi. Insomma: non stupisce che molti studi condotti in questi ultimi anni dimostrino che molti di loro hanno bassi livelli di questa vitamina.

Quando sospettare una mancanza o carenza di vitamina D?

Nei primi due anni di vita la carenza di vitamina D si manifesta con il rachitismo, espressione di inadeguata mineralizzazione dell’osso in crescita con deformazioni dello scheletro.

Oggi il rachitismo, nel nostro Paese è molto raro anche se talvolta lo si può diagnosticare nei piccoli bambini di pelle scura – soprattutto di origine africana – che proprio per via del colore della loro pelle sono meglio protetti dai raggi ultravioletti ma sintetizzano meno vitamina D.

Il rachitismo si manifesta solitamente con un ingrossamento dei polsi e delle caviglie, la comparsa di nodosità al torace (il cosiddetto “rosario rachitico”), il rammollimento delle ossa del cranio (cranio “a pallina di ping pong”) e l’incurvamento delle ossa lunghe degli arti inferiori.

Nelle età successive l’ipovitaminosi D si manifesta con debolezza muscolare, una netta diminuzione della densità ossea e un aumentato rischio di fratture.

Possono esserci rischi da eccesso di somministrazione?

Le ipervitaminosi (eccesso di vitamina D) si verificano esclusivamente per un’eccessiva somministrazione di farmaci che contengono vitamina D. Non si conoscono casi di ipervitaminosi causati da eccessiva esposizione al sole o da eccessiva assunzione di alimenti che contengono vitamina D.

I sintomi dell’ipervitaminosi sono causati dall’eccessivo assorbimento di calcio che determina un aumento della calcemia (concentrazione di calcio nel sangue), nausea, vomito, diarrea e, se l’ipervitaminosi si protrae nel tempo, danni renali e cardiaci causati dal deposito di calcio nel rene e nel cuore.

Quando è necessaria l’integrazione di vitamina D?

Sulla base delle linee guida nazionali e internazionali, si consiglia la supplementazione di vitamina D solamente nei primi 12 mesi di vita, al dosaggio di 400 U.I. al giorno.

Dopo l’anno di età, l’integrazione con vitamina D è indicata solo in alcune categorie a rischio (in particolare, bambini con patologie croniche che comportano un ridotto assorbimento intestinale della vitamina).

Perché i livelli di vitamina D siano adeguati, è comunque consigliabile che i bambini e gli adolescenti seguano una dieta varia ed equilibrata e svolgano frequenti attività all’aria aperta.

 

Fonte: https://bit.ly/3igSPVT

Bambini, i nostri consigli per un’estate in salute

L’estate è sinonimo di benefici per l’umore e la salute, per noi e per i nostri piccoli. Infatti, le giornate calde e soleggiate sono fonte naturale di vitamina D. Ma l’eccessiva esposizione a radiazioni UV può produrre effetti poco piacevoli come scottature, foto-cheratiti e foto-congiuntiviti. Per questo è importante fare attenzione all’esposizione dei bambini al sole.

Per evitare rischi è bene seguire alcuni semplici consigli:

  • Idratazione – far bere spesso i bambini, soprattutto quelli più piccoli che si disidratano più facilmente. Preferibilmente prodotti non zuccherati.
  • Neonati – tenere i bambini di età inferiore a 12 mesi sempre al riparo dalla luce diretta del sole.
  • Esposizione – non esporre i piccoli nelle ore più calde della giornata, dalle 11.00 alle 16.00, la loro pelle è molto delicata e i raggi UVA molto forti. Proteggerli con abbigliamento adeguato, cappellino e occhiali.
  • Protezione – applicare filtri solari a fattore di protezione elevato e adeguato al fototipo, ovvero facendo particolare attenzione nel caso di carnagione chiara e capelli rossi o biondi. I filtri solari non sono un modo per prolungare il tempo di esposizione al sole, per aumentarne l’efficacia protettiva è meglio applicarli prima di uscire all’aperto. Anche se è riportata la dicitura “resistente all’acqua” riapplicare la protezione dopo ogi bagnetto.
  • Sudamina o miliaria – in estate i bambini sono soggetti all‘infiammazione cutanea provocata dall’ostruzione dei dotti escretori. Utilizzare dei prodotti che contengono amido in modo da adsorbire il sudore in eccesso e lenire la pelle. É possibile aggiungere l’amido in polvere anche al bagnetto dei nostri piccoli. In farmacia trovate la linea Amidomio Euphidra specifica per queste problematiche della pelle.

Vitamina D: i benefici, dove si trova e come assumerla

La vitamina D è  una grande alleata della nostra salute e l’estate è la stagione ideale per fare incetta. Questa vitamina ha un ruolo importante per la salute di ossa e denti, nel mantenere livelli normali di calcio nel sangue e contribuisce anche a un buon funzionamento del sistema immunitario. Se vuoi fare il pieno di vitamina D, esporti alla luce del sole è la scelta migliore. Anche il cibo è un ottimo alleato per farne scorta. In alternativa, se ne sei carente, puoi fare ricorso agli integratori.

I benefici della Vitamina D

Questa vitamina è essenziale per l’assorbimento intestinale dei due minerali fondamentali per la formazione di ossa e denti: il fosfato e il calcio. Sia nella crescita che nella vita adulta mantiene un buon livello di massa ossea e assicura l’integrità dello smalto della nostra dentatura. Contribuendo a mantenere una corretta quantità di calcio nel sangue, la vitamina D previene i problemi muscolari. Non solo. Questa vitamina contribuisce anche al buon funzionamento del sistema immunitario, proteggendoci dalle infezioni. La sua assunzione è consigliata per le donne in gravidanza.

La carenza di questa sostanza può portare dei problemi: nei bambini sono lo sviluppo di fragilità ossee o il rachitismo, negli adulti la perdita di massa ossea e lo sviluppo di osteoporosi. Questo comporta una propensione più accentuata a fratture e deformazioni delle ossa, ma anche debolezza muscolare. Secondo studi recenti,  una corretta quantità di questa vitamina aiuterebbe anche a prevenire dei tumori. I problemi da carenza di vitamina D insorgono con una certa frequenza nelle donne già intorno ai 40-45 anni.

Dove si trova?

La luce del sole è la migliore fonte di approvvigionamento per il nostro corpo. Bastano una ventina di minuti in maglietta e pantaloncini per farne una buona scorta. Ovviamente non bisogna esporsi negli orari più dannosi. Più che la quantità dell’esposizione è importante la frequenza. Il tuo organismo saprà far scorta di riserve di vitamina D anche per i mesi in cui c’è meno sole.

La vitamina D si può trovare anche in alcuni alimenti. Ne è molto ricco l’olio di fegato di merluzzo, che viene utilizzato alla stregua di un integratore naturale (quindi assumilo su consiglio del medico e rispetta le quantità prescritte per evitare sovradosaggi). Una discreta quantità si trova anche in salmone, sgombri e aringhe. Un po’ meno in uova, fegato e funghi.

Come assumere la vitamina D attraverso integratori

Se ti esponi poco al sole e non fai abbastanza vita all’aria aperta, puoi assumere degli integratori per assicurarti un livello accettabile di vitamina D nell’organismo. Esistono varie condizioni che suggeriscono il ricorso agli integratori. I medici, ad esempio, ne consigliano l’assunzione alle donne dopo la menopausa, proprio per prevenire l’insorgenza dell’osteoporosi. In commercio esistono diversi integratori in capsule, gocce o softgel che ne contengono i due diversi tipi, la D2 e la D3. Ma ricorda, prima di avviare un trattamento consulta sempre il tuo medico.

Antibiotici ed esposizione solare: controindicazioni e rimedi

Farmaci e abbronzatura non vanno molto d’accordo, ma spesso ci si dimentica e si finisce per esporsi al sole senza pensarci. Per evitare problemi, è meglio conoscere quali sono quegli antibiotici che danno interazione con il sole o le lampade. Non tutti gli antibiotici sono uguali. Quando li assumiamo nella stagione estiva, alcuni principi attivi contenuti in questi farmaci reagiscono con la luce solare provocando effetti allergici che possono essere più o meno gravi di caso in caso.

L´interazione fra antibiotico e sole può dare due differenti reazioni: la Fotosensibilizzazione o la Fotoallergia. Nel primo caso, l´esposizione alla luce diretta del sole può provocare una mutazione del farmaco che va così a reagire a livello cutaneo su quelle porzioni di pelle esposte ai raggi solari. La reazione cutanea si manifesta con macchie rosse, pelle iperpigmentata, e nei casi più gravi bollicine.

Nel secondo caso, la fotoallergia, causa una reazione cutanea estesa anche a quelle porzioni di pelle non esposte direttamente ai raggi solari. Questo perché la mutazione del farmaco agisce sul sistema immunitario e non solo sulla pelle esposta, provocando una reazione simile a quella dell´orticaria.

E´consigliabile quindi controllare attentamente il bugiardino (il foglietto illustrativo) dei medicinali prima di esporsi al sole ed evitare di farlo nel caso in cui l´antibiotico contenga una o più delle sostanze sopra elencate.

Nel caso in cui non si riesca a resistere alla tintarella, è indispensabile spalmarsi di crema solare a protezione totale o comunque ad alta protezione e provvedere a rimettere la crema ad intervalli regolari e dopo ogni tuffo in acqua. Inoltre, sarebbe bene evitare di esporsi al sole nelle ore più calde del giorno. Lampade e solarium sono vietate se si stanno assumendo farmaci, visto che la luce artificiale è anche peggio di quella solare.

 

Cosa fare se si è stati imprudenti e ci si è comunque esposti ai raggi solari dopo aver assunto antibiotici?

Di norma questo tipo di reazioni allergiche tendono a regredire spontaneamente una volta interrotta l’assunzione del farmaco. Se non avete motivi che vi spingono a restare sotto il sole, evitate di farlo fino a quando i principi attivi degli antibiotici non sono stati eliminati completamente dall´organismo. Per ridurre i sintomi della fotosensibilizzazione, è bene rivolgersi a un medico, in modo che possa consigliarvi la terapia più indicata. Per attenuare il fastidio è possibile utilizzare creme emollienti e rinfrescanti.

Bambini al mare: 6 sempli consigli per proteggerli dal sole

Il sole fa bene ai bambini in quanto favorisce lo sviluppo delle ossa e stimola il sistema immunitario. Senza dimenticare che l’aerosol naturale regalato dal mare è un vero e proprio toccasana per la salute del loro apparato respiratorio. Ma i più piccoli, più degli adulti, necessitano di un’adeguata protezione solare. La loro pelle è molto delicata, soprattutto prima dei 4 anni, quando il sistema naturale di difesa dei tessuti non è ancora completo. Per proteggere i bambini dal sole è fondamentale usare protezioni con Spf 50, resistenti all’acqua e al sudore. Queste protezioni sono efficaci per proteggerli dai raggi Uv perché sono costituiti da minuscole particelle minerali che riflettono i raggi solari impedendo di raggiungere la pelle del bambino.

Le protezioni specifiche Spf 50 riescono a respingere sia i raggi Uva sia i raggi Uvb. E’ importante scegliere uno schermo per bambini perché i prodotti formulati sono schermi fisici per questo dalla consistenza pastosa e sono adatti anche ai soggetti allergici. Gli adulti possono usare le protezioni solari dei bambini ma, al contrario, i bambini devono evitare le creme solari degli adulti (anche se di tipo Spf 50). Le protezioni solari per adulti, purtroppo, sono realizzate con filtri chimici (e non di tipo fisico come quelle dei bambini) quindi possono danneggiare la loro epidermide e irritare le pelli più sensibili. In breve, ecco alcuni consigli per proteggere al meglio i vostri figli e godervi le vacanze al mare senza problemi:

  • Scegliete protezioni naturali con oli e pigmenti minerali che vanno a creare uno schermo fisico.
  • Applicate la crema sia sul corpo che sul viso e ripetete l’applicazione più volte al giorno soprattutto se il bambino entra ed esce spesso dall’acqua.
  • Evitate di recarvi in spiaggia durante le ore più calde della giornata, principalmente tra le 12 e le 16, e tenete i neonati e i bambini piccoli al riparo dal sole quanto più possibile durante il loro primo anno di vita.
  • Assicuratevi che il bambino beva molta acqua e mangi tanta frutta e verdura. Se fa i capricci optate per ghiaccioli alla frutta, succhi e frullati cosi da non fargli mancare mai la giusta quantità di liquidi, vitamine e sali minerali che gli permetteranno di continuare a godersi il sole in totale sicurezza.
  • Se il bambino assume farmaci chiedete consiglio al vostro pediatra su come comportarvi in merito all’esposizione al sole.
  • Una volta rientrati a casa non dimenticate di utilizzare una crema doposole in modo da idratare a fondo la pelle del piccolo.

Scottature solari: 7 rimedi naturali per curarle

  • Fatevi una doccia fredda
    La prima cosa che dovete fare dopo le scottature solari è un bagno o una doccia fredda per raffreddare la parte dolorante e avere un certo sollievo. Per un’azione ancora più efficace, l’ideale è usare un bagnoschiuma a base di aloe vera. Altrimenti, versate un cucchiaio di bicarbonato di sodio e una manciata di sale grosso nell’acqua o un bicchiere di farina d’avena.
  • Idratate la pelle
    Reidratate la pelle bevendo molta acqua e spalmando sull’epidermide una buona crema idratante o doposole a base di aloe vera. Ecco la ricetta per farla a casa:
    – procuratevi 160 ml di aloe vera e mescolatela 70 ml di olio vegetale
    – emulsionate bene i due liquidi
    – aggiungete infine 5 gocce della vostra essenza preferita (lavanda, limone o menta) e conservatela in frigo Dopo il bagno versate alcune gocce di questo rimedio fai da te sulla vostra pelle e massaggiate                      delicatamente:  la vostra pelle avrà un immediato sollievo e sarà profumatissima!
  • Impacco all’aloe vera
    Per alleviare le scottature e la sensazione dolorosa di bruciore, fatevi un impacco all’aloe vera. Preparate il gel all’aloe vera e poi riponetelo in frigo. Dopo un’ora spalmatevelo su tutto il corpo come fosse una crema idratante. Ripetete l’operazione almeno due o tre volte al giorno, per un effetto super rinfrescante.
  • Decotto al tiglio, calendula e camomilla
    Procuratevi il tiglio e la camomilla. Una volta a casa, fate bollire un pentolino d’acqua e versateci dentro le erbe. Lasciate in infusione per 10-15 minuti e poi filtrate il decotto con un colino. Lasciatelo intiepidire per qualche minuto e poi imbevete dentro al composto una garza con cui vi tamponerete la pelle scottata. La sensazione di sollievo sarà subitanea.
  • Lozione all’olio d’oliva e albume
    Per lenire il bruciore derivante dalle scottature, unite due albumi d’uovo a dell’olio d’oliva in un pentolino. Cuocete a fuoco basso per 5 minuti, lasciate raffreddare e poi spalmatevi il composto sulla pelle.
  • Applicate una patata sulla pelle
    Provate ad applicare la fetta di una patata sulle vostre scottature. Lasciatela agire in quel punto per 20-30 minuti. Vi darà una sensazione di freschezza immediata.
  • Impacco al tè verde
    Lasciate il tè verde in infusione per una decina di minuti. Lasciatelo intiepidire e poi aggiungetelo all’acqua della vasca da bagno. In alternativa, inzuppate di tè verde un batuffolo di cotone o una garza e applicatelo sulle scottature. Avrete subito un grande sollievo.