Malattie cardiovascolari: le abitudini da non trascurare e gli esami utili

Mangiare sano, fare attività fisica e monitorare costantemente il nostro stato di salute: sono propositi con cui ci confrontiamo ogni giorno, che dobbiamo tradurre in azioni nella vita quotidiana. Mettere in atto queste “buone pratiche” ci aiuta a prevenire le malattie cardiovascolari, oltre a molte altre patologie croniche. Proviamo a individuare  i comportamenti virtuosi che supportano la nostra salute.

Uno stile di vita a salvaguardia del cuore
Se è vero che non possiamo cambiare alcuni fattori di rischio cardiovascolare, come il sesso, l’età e la predisposizione genetica, è altrettanto vero che possiamo combattere le malattie cardiovascolari integrando comportamenti virtuosi nelle nostre abitudini quotidiane, per prevenire la comparsa della patologia. Ciò è tuttavia importantissimo anche quando abbiamo già manifestato i sintomi di una malattia cardiaca, poiché, in questo caso, il nostro medico si occuperà di prescriverci una corretta terapia farmacologica, ma sarà nostro compito supportarla con un nuovo stile di vita.

La dieta
Adottare una dieta bilanciata, ricca di fibre e povera di grassi saturi, contrasta l’insorgenza di diabete e sovrappeso, e permette di mantenere bassi i livelli di colesterolo LDL (cosiddetto “colesterolo cattivo”), favorendo invece l’azione del colesterolo HDL (quello “buono”) e mantenendo sia la pressione arteriosa che la glicemia all’interno dei valori normali.
Cibi che mantengono il cuore in salute

  • Frutta fresca, verdure e ortaggi di tutti i tipi sono alimenti indicati anche nella dieta post-infarto. Sono privi di grassi e ricchi di vitamine, minerali e fibre, per questo possiamo consumarli in quantità generose. Le indicazioni dell’OMS raccomandano 3 porzioni al giorno di frutta e 2 di verdura: una buona abitudine da adottare fin dall’infanzia! Chi soffre di diabete dovrebbe preferire la frutta meno zuccherina, ma, salvo controindicazioni da parte del medico curante, può mangiare piccoli quantitativi di tutte le varietà, facendo invece attenzione ai succhi di frutta, che andrebbero limitati.
  • Legumi (fagioli, piselli, ceci, fave, lenticchie, ecc.): fonte preziosa di proteine, possono sostituire la carne, con un vantaggio notevole poiché sono privi di grassi.
  • Pesce: l’ideale è mangiarlo due o tre volte alla settimana.

Per quanto riguarda la carne, che non va consumata tutti i giorni, pollo e tacchino senza pelle, vitello e coniglio sono quelle più magre, quindi da preferire. Carni rosse e selvaggina si possono mangiare ogni tanto; per tutte il consiglio è di evitare le cotture troppo pesanti e ricche di condimenti. Riguardo a questi ultimi, l’olio vegetale e soprattutto quello extra-vergine di oliva è la scelta migliore, in particolare a crudo; è sempre bene non esagerare, però, a causa dell’elevato contenuto energetico di questi alimenti.

Alimenti da limitare:

  • Insaccati freschi e stagionati sono tra gli alimenti che invece andrebbero limitati il più possibile. Uno dei motivi è l’elevato contenuto di sale, che aumenta la pressione arteriosa.
  • Anche il sale aggiunto agli alimenti, durante la cottura e prima del consumo, andrebbe limitato. Potete sostituirlo con spezie ed erbe aromatiche.
  • Formaggi: quelli a basso contenuto di grassi (ricotta fresca, caprini freschi) possono sostituire la carne o il pesce come componente proteica del pasto.
  • Dolci, alimenti e bevande ricchi di grassi e zuccheri vanno assunti in quantità moderate, in particolare se prodotti industrialmente.
  • Bevande alcoliche: vino e birra si possono consumare saltuariamente durante il pasto, in quantità moderata, i superalcolici andrebbero evitati il più possibile. L’alcol, infatti, aumenta la pressione arteriosa e danneggia il fegato, interferisce con i farmaci e può provocare numerosi effetti indesiderati. Evitare queste bevande, inoltre, aiuta la prevenzione di alcune patologie tumorali.

L’attività fisica, pilastro della salute cardiovascolare (e non solo)

Svolgere una regolare attività fisica ci permetterà di tenere sotto controllo il nostro indice di massa corporea e, come conseguenza, di ridurre il rischio che insorgano alcune patologie, tra cui quelle cardiovascolari.
Gli effetti più importanti, in questo senso, sono:

  • la riduzione della frequenza cardiaca
  • l’aumento delle dimensioni del cuore
  • il miglioramento delle capacità del ventricolo sinistro e delle arterie coronarie.

L’intensità e la tipologia dello sforzo fisico sono da calibrare in base alle condizioni di salute e all’età della persona, ma in generale è consigliato muoversi mezz’ora al giorno: è sufficiente anche camminare a passo veloce.

Monitorare la salute del cuore

Oltre alla grande importanza della dieta e dell’attività fisica, per prevenire le malattie cardiovascolari è fondamentale anche tenere sotto controllo lo stress e dormire un adeguato numero di ore. Prendersi cura del cuore, inoltre, significa conoscere la storia della propria famiglia e della eventuale presenza di una disfunzione ereditaria, come ad esempio le aritmie genetiche, per le quali è necessario un monitoraggio attento e costante.

parametri da tenere maggiormente sotto controllo, per quanto riguarda la prevenzione del rischio cardiovascolare, sono:

  • la pressione sanguigna
  • i livelli di colesterolo e trigliceridi
  • il peso, l’indice di massa corporea e la circonferenza addominale
  • la glicemia.

Tutti questi aspetti possono essere monitorati attraverso esami specifici.

Lo screening cardiologico

La gamma di accertamenti nell’ambito dei programmi di screening cardiologico si è man mano ampliata negli anni. Di norma, superati i 45 anni di età, sia per gli uomini che per le donne è opportuno sottoporsi a questa tipologia di controllo, anche quando non ci sono patologie pregresse, cardiache e non.

Tra gli esami prescritti più frequentemente nei casi di disfunzioni cardiovascolari troviamo:

  • angiografia
  • ecocolordoppler
  • scintigrafia
  • coronarografia
  • TAC cardiaca.

La periodicità varia a seconda delle condizioni di salute ed è maggiore per chi soffre di diabete, pressione alta, sovrappeso, così come per i fumatori.

Il Caregiver: come aiutare chi aiuta le persone con malattie cronico degenerative

Sono un esercito invisibile.

Per ogni malato o disabile ce ne sono almeno 2, se non di più. Sono quelli che aspettano pazientemente nelle sale d’attesa, che vengono a volte esclusi dall’udienza con il medico, che rinunciano a giorni di ferie se la 104 non basta, che si accampano con PC, modem e cellulare cercando di lavorare negli ospedali, che alternano le giornate tra chiacchiere, pianti, telefonate e una massiccia dose di forza mascherata da sorrisi.

Ma il loro status non viene riconosciuto e tutelato. Con tutte le difficoltà che si incontrano nel percorso sanitario e le risorse economiche spesso ridotte all’osso, dare assistenza psicologica e predisporre supporti e attività anche per i familiari sembra impensabile. Eppure, stando ai sondaggi, sono i caregiver quelli che in realtà soffrono di più, e che sempre più chiedono supporto per capire come preservare un buon equilibrio nella propria vita.

Ai caregiver di punto in bianco viene chiesto di essere forti e di sperare, supportare e aiutare ma è importante riconoscere la loro paura, il senso di solitudine e a volte, di incomprensione rispetto alla malattia che cambia le persone che amano.

Ogni situazione è unica e le esigenze di ogni caregiver sono diverse, ma è importante capire il modo migliore per aiutarli. Ecco alcune idee con modi specifici per offrire aiuto:

  • Offri di falciare il prato o attività omologhe, e cita il giorno specifico che puoi farlo.
  • Porta un cesto con prodotti per la pulizia e offri di pulire la casa. Non essere invadente! Se non è un buon momento, programma di tornare un altro giorno, e mantieni l’impegno.
  • Comunica che stai andando al negozio e chiedi se serve che acquisti qualcosa per lui/lei. Non chiedere “se” c’è qualcosa che si può prendere, ma “cosa” ha bisogno.
  • Offriti volontario per fare commissioni, come prendere i farmaci in farmacia.
  • Offri di portare la persona malata ad un appuntamento.
  • Fai un regalo premuroso. Spesso è significativo anche un biglietto con una nota personale e sincera, che gli fa capire che stai pensando a lui/lei e sei lì per aiutare.
  • Offri di sostituirlo nell’assistenza o nella gestione di alcune operazioni quotidiane, per consentire al caregiver di riposare o di prendersi del tempo per sé. Ad esempio, potresti offrire di lavare i capelli del malato, di tagliargli le unghie o di lavare i suoi vestiti. Sono compiti utili per il caregiver e renderà riposata e pulita la persona malata.
  • Sii anche solo un amico. Una semplice telefonata per chiedere a un caregiver come sta andando gli permette di connettersi al mondo esterno e li aiuta a sentirsi meno isolati. Fermati a visitarlo e lascialo anche solo parlare.

Anche se queste idee potrebbero non essere utili per ogni caregiver e per ogni situazione, possono ispirarti a pensare ai modi in cui il caregiver può beneficiare di aiuto. Non importa come ci arrivi, stai offrendo sostegno e socializzazione che possono fare molto per ridurre i sentimenti di depressione e di ansia che spesso affrontano i caregiver.

 

Giornata Mondiale per la Consapevolezza sul Linfoma

l 15 settembre è la Giornata mondiale della consapevolezza sul linfoma promossa dalla Lymphoma Coalition, un’organizzazione no profit che riunisce 83 organizzazioni di 53 Paesi di pazienti con linfoma. Scopo dichiarato della Lynphoma Coalition è la diffusione globale delle informazioni e il supporto alla comunità dei pazienti, facilitando gli sforzi per aiutarli a ricevere le cure e i sostegni di cui necessitano, attraverso la condivisione di risorse, best practices, politiche e procedure.

I linfomi sono tumori del sistema linfatico. Interessano cioè i linfociti, le cellule del sangue appartenenti ai globuli bianchi che svolgono un ruolo primario nella difesa immunitaria e nel contrasto alle infezioni, e che si trovano nei linfonodi, nella milza, nel timo e nel midollo osseo.

I linfomi si suddividono in linfomi non Hodgkin, più diffusi e a loro volta comprendenti varie tipologie, e linfoma di Hodgkin, relativamente raro (lo 0,5% di tutti i tumori diagnosticati). I primi colpiscono maggiormente le persone sopra il 65 anni, mentre il secondo è uno dei tumori più frequenti nella fascia di età 15-35 anni. Ogni anno nel mondo il linfoma viene diagnosticato a più di 735.000 persone.

Il linfoma di Hodgkin interessa i linfociti B, un tipo di globuli bianchi che si trova nei linfonodi, nella milza, nel midollo osseo, nel sangue e in molti organi. Il principale sintomo è l’ingrossamento dei linfonodi, le ghiandole del sistema linfatico. È però molto importante sottolineare che normalmente tale ingrossamento è sintomo di un’infezione batterica o virale in atto, e dovuto al fatto che il nostro sistema immunitario sta attivando le difese per combatterla. L’esame fondamentale per la diagnosi è la biopsia dei linfonodi.

L’80-85% dei pazienti di linfoma di Hodgkin guarisce grazie a trattamenti multidisciplinari che prevedono, a seconda dei casi, polichemioterapia e radioterapia, da sole o in combinazione, o l’utilizzo di farmaci specifici.

Nei casi di linfomi non Hodgkin, i linfociti B o T, al posto di contrastare le infezioni, si accumulano nei linfonodi e in altri organi. In Italia rappresentano il 3% per cento di tutti i tumori. Anche per i linfomi non Hodgkin il principale sintomo è l’ingrossamento dei linfonodi. Tuttavia rimane valida la considerazione precedente: in presenza di un’infezione l’ingrossamento dei linfonodi è cosa normale.

La biopsia dei linfonodi è sempre l’esame principale per arrivare alla diagnosi. Le terapie prevedono chemioterapia, radioterapia, farmaci o anche il ricorso trapianto di cellule staminali.

 

Detox post vacanze: come preparare il corpo in vista delle stagioni fredde

Le vacanze ci servono per disintossicarci dalla stressante routine quotidiana, ma come è possibile disintossicarsi dagli stravizi vacanzieri? Ecco qualche pratico consiglio per eliminare le tossine e tornare in forma.

  • L’autunno porta in tavola more, mirtilli, lamponi e ribes. A colazione fate il pieno mettendoli nello yogurt e aggiungendo tre noci. Le proprietà di questo pasto sono antiossidanti, antinfiammatorie e di stimolo dell’attività intestinale e del metabolismo basale.
  • Al mattino, quando ancora c’è tutta la giornata da affrontare, fanno bene i cachi con il loro considerevole contributo energetico. Il potassio gli conferisce azione diuretica “elimina-scorie”, mentre le vitamine A,C e il beta carotene ci proteggono dai primi raffreddori. Se i vostri valori di glicemia ve lo consentono, mangiatene uno a metà mattina, a giorni alterni per godere delle sue virtù.
  • Integrale, parboiled, bianco o nero: sbizzarritevi con le varietà e per i vostri pranzi d’autunno scegliete il riso! Come cucinarlo? Al forno con le verdure! Il riso è un cereale che vanta notevoli proprieta’ nutrizionali: disintossicante, astringente, ma sopratutto ad alta digeribilità. La cottura in forno, rispetto alla tradizionale bollitura, lo preserva dalla perdita degli amidi, importanti dal punto di vista energetico. Funghi a volontà per un condimento gustoso e ipocalorico. Essendo una preziosa fonte di minerali, tra i quali il fosforo, i funghi sono alleati delle nostre ossa, prediligeteli freschi e conditeli con abbondante prezzemolo ed olio extravergine d’oliva.
  • Sorseggiate del buon tè caldo nel pomeriggio. Rigorosamente verde e in foglie: drenante ed energizzante, stimola il metabolismo e rigenera pelle e tessuti danneggiati dal sole con la sua azione riparatrice. Non accompagnato a zuccherosissimi pasticcini ovviamente.
  • Per un leggero pasto di fine giornata scegliete le proteine del pesce, della carne o dei legumi. L’abbinamento top è con i limoni, anche se sotto forma di spremuta a conclusione della cena. L’acidità di questo agrume non solo serve a favorire la digestione ma anche ad incrementare l’eliminazione di scorie e tossine accumulate. I limoni e il loro succo vanno sempre consumati a crudo, come condimento affinché il calore non demolisca la delicata struttura delle vitamine, sopratutto della C.