Screening oncologici, quando la prevenzione salva la vita
Per combattere i tumori esistono due strategie principali:
- prevenirne la comparsa, adottando uno stile di vita sano (prevenzione primaria)
- diagnosticare la malattia il più precocemente possibile, prima che si manifesti a livello clinico (prevenzione secondaria)
Un test di screening è un esame che consente di individuare in fase iniziale una certa malattia, nello specifico un tumore, in persone asintomatiche.
In particolare, i programmi di screening si sono dimostrati efficaci nel cambiare la storia naturale dei tumori della mammella, della cervice uterina e del colon retto. In alcuni casi, lo screening riesce a evitare l’insorgenza del tumore, in altri può salvare la vita. Quando questo non è possibile, la diagnosi precoce consente comunque di effettuare interventi poco invasivi e non distruttivi.
Tumore della mammella
Il test impiegato per lo screening del tumore della mammella è la mammografia, ovvero una radiografia delle mammelle. L’esame si esegue appoggiando le mammelle una per volta su un piano, dove vengono leggermente compresse e radiografate in senso orizzontale e in senso verticale. L’esame di solito non è doloroso e non è associato ad alcun rischio per la salute, dato che le dosi di radiazioni emesse sono molto basse.
In Italia, i programmi di screening mammografico, attivati o in via di attuazione in gran parte delle Regioni, prevedono l’esecuzione di una mammografia ogni due anni nelle donne tra i 50 e i 69 anni.
Tumore della cervice uterina
Il test impiegato per lo screening del tumore della cervice uterina è il Pap test. Consiste in un prelievo, tramite una spatola e uno spazzolino, di alcune cellule di sfaldamento dal collo dell’utero, che muoiono e si staccano nel corso del normale processo di ricambio dei tessuti. Le cellule vengono strisciate su un vetrino, successivamente colorato e analizzato al microscopio alla ricerca di eventuali cellule anormali. Il Pap test è detto anche striscio vaginale oncologico, per differenziarlo dallo striscio batteriologico, che non è un test di screening ma serve per verificare la presenza di eventuali infezioni.
In Italia, i programmi di screening cervicale, attivati o in via di attuazione in gran parte delle Regioni, prevedono l’esecuzione di un Pap test ogni tre anni nelle donne tra i 25 e i 64 anni.
Tumore del colon retto
Per lo screening del tumore del colon retto sono impiegati due tipi di test: la ricerca del sangue occulto nelle feci (Sof) e la rettosigmoidoscopia (Rss). La ricerca del Sof permette di individuare l’eventuale presenza nelle feci di sangue invisibile a occhio nudo, oppure nascosto alla vista. Si esegue raccogliendo un campione di feci in un apposito flacone, successivamente analizzato in laboratorio.
La Rss è un esame interno della parte più bassa dell’intestino, che inizia dal retto e si estende fino a tutto il sigma. Si effettua tramite il sigmoidoscopio, uno strumento flessibile che permette di esaminare la superficie interna del sigma-retto, eseguire prelievi mirati e asportare eventuali polipi. Perché il test sia accurato, va preceduto da una buona pulizia intestinale, tramite clistere, per assicurare che i tratti da esaminare siano liberi da feci.
In Italia, i programmi di screening per il tumore del colon retto, attivati o in via di attuazione in gran parte delle Regioni, prevedono l’esecuzione della ricerca del Sof ogni due anni per le donne e gli uomini tra i 50 e i 70 o i 74 anni, oppure una Rss tra i 58 e i 60 anni (da ripetere eventualmente ogni dieci anni).
Fonte: https://rb.gy/lifnls
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