15, 30 o 50: come scegliere e quando applicare la crema solare

Per proteggere la pelle dagli effetti nocivi dei raggi solari, riducendo il rischio di  tumori cutanei di diversa natura e gravità e da altre patologie dermatologiche fino all’invecchiamento precoce della pelle, è fondamentale la crema solare. In commercio di solari se ne trovano di ogni tipo, è bene sapere che la qualità difensiva contro alcuni dei maggiori pericoli del sole è data da diverse caratteristiche del filtro solare.

La prima è il fattore di protezione solare (SPF) che dovrebbe preferibilmente essere compreso tra 30 e 50+, indici di una protezione alta e molto alta. L’SPF va scelto secondo il proprio fototipo di pelle: si deve ricorrere a un fattore molto elevato (50+ o schermo totale) in caso di pelli molto chiare e capelli rossi o biondi (fototipo 1); a una protezione alta/molto alta (tra 50+ e 30) con pelle chiara e cappelli castano o biondi (fototipo 2); si può anche optare per una protezione media con SPF tra 25 e 15 in caso di capelli biondo scuro e/o pelle sensibile (fototipo 3) o con capelli castani e pelle moderatamente sensibile (fototipo 4); fino a un SPF anche basso, tra 10 e 6, indicato con capelli scuri e carnagione olivastra (fototipo 5) o capelli scurissimi e pelle scura (fototipo 6).

I fototipi della pelle

Vediamo nel dettaglio come scegliere e quando applicare la crema solare.

Crema solare con SPF 15, cosa significa e quando applicarla?

La SPF15 è una protezione solare in grado di bloccare circa il 93% dei raggi UV. È considerata una protezione bassa perché il 7% rimanente di raggi UV rappresenta un rischio per la nostra pelle. LA SPF15 è adatta in situazioni in cui l’esposizione al sole non è molto aggressiva e prolungata, per esempio nella vita di tutti i giorni oppure per chi ha la pelle di un fototipo scuro.

Crema solare con SPF 30, cosa significa e quando applicarla?

La SPF30 è una protezione solare in grado di bloccare circa il 97% dei raggi UV. Si tratta di una protezione alta visto che lascia passare sul corpo meno della metà dei raggi UV rispetto alla SPF15. E’ adatta all’esposizione solare al mare o in montagna ed è consigliata per le persone con fototipo chiaro.

Una crema con SPF 30 è due volte più efficace di una con SPF 15?

NO, la protezione di un filtro solare non aumenta in modo lineare all’aumento dell’SPF.
Se usata correttamente, la prima scherma il 97% dei raggi UVB, la seconda il 93%. La maggior parte dei dermatologi raccomandano un SPF di almeno 30, meglio se resistente all’acqua perché perché protegge fino a 40 minuti a mollo.

Crema solare con SPF 50, cosa significa e quando applicarla?

La SPF50 è una protezione solare in grado di bloccare circa il 98% dei raggi UV. Si tratta della protezione più alta disponibile in commercio in quanto nessun prodotto può assicurare una protezione del 100%. La protezione totale può essere fornita soltanto da una schermatura fisica, come ad esempio i vestiti.

La SPF50 è raccomandata durante le esposizioni dirette e prolungate ed è indispensabile per i soggetti con fototipo molto chiaro e pelle sensibile.

Le creme solari con SPF 30 e 50 fanno abbronzare di meno?

No, permettono di abbronzarsi in modo più intenso, duraturo e più sicuro, anche se più lentamente.

Le creme con SPF più alto durano di più rispetto a quelle con SPF più basso?

No, indipendentemente dal fattore di protezione tutte le creme solari devono essere riapplicate più volte durante la giornata. Non basta mettere la crema al mattino e pensare di essere protetti fino ala sera.

Ogni quanto va riapplicata la crema solare?

  • Prima di uscire di casa per andare al mare, in piscina o in montagna
  • Ogni due ore durante la giornata
  • Ogni volta che facciamo il bagno
  • Dopo aver sudato tanto

Il dilemma dell’aria condizionata, fa male alla salute?

Ormai il caldo si fa sentire, e il rimedio principale alla portata è l’aria condizionata: nei mezzi pubblici, in ufficio o nel proprio appartamento, il suo utilizzo dà un po’ di sollievo dalla calura estiva. Diverse persone, però, la considerano la causa di malesseri scheletrico-muscolari, come il famoso “colpo della strega”. Viene da domandarsi, quindi, se effettivamente l’aria condizionata faccia male alla salute. Facciamo chiarezza!

L’aria condizionata non è un pericolo

Di per sé, l’aria condizionata non rappresenta un pericolo per la nostra salute. È importante metterlo in chiaro, anche se questo non significa che stare a contatto diretto col bocchettone dell’aria condizionata sia una scelta per così dire “salutare”.

Quando fa particolarmente caldo l’aria condizionata può essere un alleato contro le ondate di calore, molto pericolose per gli individui più fragili, come i bambini o gli anziani, o ancora per gli adulti con problemi cardio-respiratori.

Ovviamente, l’impianto deve essere correttamente funzionante, così come le sue componenti devono essere in ottime condizioni: questo perché, in caso contrario, il condizionatore può trasformarsi in un’oasi batteriologica dovuta all’umidità. 

Un impianto funzionante, tra le altre cose, può ridurre la penetrazione di inquinanti esterni all’interno dell’abitazione o dell’ufficio, e i filtri presenti possono ridurre la presenza di polveri, pulviscolo atmosferico, microbi trasportati dall’aria, con buoni riscontri in caso di asma o allergia. 

C’è poi chi imputa il mal di schiena e il cosiddetto “colpo della strega” all’aria condizionata, o meglio, all’abbassamento delle temperature che essa produce. Anche qui, finora non ci sono stati studi a dimostrare che i malesseri muscolari siano collegati all’abbassamento delle temperature.

Aria condizionata: più danni o benefici?

Tirando le somme, possiamo concludere che l’aria condizionata, anche in funzione dell’emergenza climatica che ha portato a un’esplosione estiva delle temperature, diventa essenziale in alcuni casi. Non se ne può fare a meno, e i benefici per la salute sono evidenti.

Tutti i danni ( dalle bronchiti ai raffreddori, dalle laringiti ai dolori muscolari) nascono invece dall’uso sbagliato, dallo spreco, dell’aria condizionata. E qui basta ricorrere al buonsenso e ricordarsi di un dato: la temperatura interna, con l’uso del condizionatore, non deve essere più bassa di 5-6 gradi rispetto a quella esterna. Inoltre la condizionata va usata a termine, e non h24mai di notte ( a meno che l’impianto sia fornito di una funzione specifica) e con le bocchette dell’aria che non puntano direttamente sulle persone.

Certo è che l’aria condizionata non faccia bene al nostro pianeta. Infatti aumenta le emissioni di inquinanti atmosferici, peggiorando la qualità dell’aria e, ovviamente, consumando troppa energia.

Fonte: Humanitas Salute; Non Sprecare;