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Batteri, al nostro naso bastano 5 minuti per difenderci

Il nostro naso ci difende dai batteri.  All’ospedale universitario Eye and Ear del Massachusetts hanno appena scoperto un meccanismo di difesa contro i patogeni che non era mai stato osservato prima: le cellule dell’epitelio nasale rilasciano delle vescicole (gli esosomi) che contengono molecole killer, enzimi che uccidono tanto quanto gli antibiotici, e fondendosi con altre cellule le armano contro gli aggressori. Lo studio pubblicato sul Journal of Allergy and Clinical Immunology rivela che le cellule dell’epitelio nasale, soprattutto quelle della parte anteriore, sono un po’ come dei soldati in trincea, la nostra prima linea di difesa.

Finora non si conosceva il livello di complessità delle strategie utilizzate. Come è noto il naso produce muco grazie al quale i microrganismi vengono inglobati e neutralizzati. Ma perché il muco poi viene spinto verso il fondo del naso per essere deglutito invece di venire espulso? Perché nel muco si trovano tracce di proteine delle cellule nasali? È da questi interrogativi che i ricercatori sono partiti per la loro indagine. Così hanno utilizzato campioni di tessuto nasale prelevati da pazienti per ottenere cellule da coltivare in laboratorio e su cui fare esperimenti. In particolare i ricercatori volevano vedere cosa succede durante il primo contatto con i batteri e quello che hanno visto è che entro 5 minuti si attiva un meccanismo di risposta immunitaria innata che stimola il rilascio di milioni di esosomi, delle microscopiche vescicole che contengono proteine e rna. In realtà, i ricercatori hanno scoperto che gli esosomi vengono rilasciati normalmente nel muco ma quando l’organismo viene aggredito il numero di vescicole espulse raddoppia. La scoperta è stata poi confermata dalle osservazioni in vivo, cioè direttamente nei pazienti.

A cosa servono dunque gli esosomi rilasciati dalle cellule nasali? Secondo gli autori dello studio queste vescicole contengono enzimi con attività antimicrobica estremamente potente, simile a quella degli antibiotici. Disperse nel muco, tali proteine uccidono i batteri. Ma non è tutto. Oltre a essere un’arma diretta contro i patogeni, gli esosomi fungono anche da messaggeri e da supporto operativo: spinti all’indietro dal movimento delle ciglia presenti nel naso, le vescicole raggiungono le cellule che si trovano più in profondità nelle vie aeree e si fondono con loro per fornire informazioni sull’attacco e predisporre la difesa. I meccanismi di questa strategia difensiva non sono ancora del tutto chiari, ma gli autori della ricerca ritengono di aver trovato un buon punto di partenza, che fa pensare che in futuro si potranno sviluppare degli esosomi artificiali che consentano, per esempio, di veicolare farmaci in profondità nell’albero respiratorio.