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Sangue senza Covid: le accortezze per donare in sicurezza

Il bisogno di sangue non si esaurisce mai: ogni giorno 1.800 persone necessitano di trasfusioni per poter sopravvivere. Per questo nonostante la pandemia l’AVIS, l’Associazione volontari italiani del sangue, invita i donatori a non far mancare il loro generoso apporto. E ricorda che donare sangue rientra tra le “situazioni di necessità” per le quali è consentito spostarsi anche in presenza di limitazioni alla circolazione delle persone per via del COVID-19.

Il donatore dovrà stampare e compilare l’autodichiarazione, nella quale inserire la specifica donazione di sangue ed emocomponenti’ e allegare, se disponibile, la conferma della prenotazione. Utile portare con sé anche il proprio tesserino associativo. Non ci sono evidenze scientifiche che dimostrino la trasmissione del coronavirus attraverso le trasfusioni di sangue ed emocomponenti.

Tuttavia le persone contagiate sono tenute a osservare un periodo di sospensione dalla donazione e quelle che si ammalano dopo una donazione a mettersi in contatto con la struttura.

È prevista la sospensione di 14 giorni:

• per tutti i donatori che abbiano viaggiato in paesi con elevata diffusione dell’epidemia, individuati di volta in volta dal Ministero della salute;

• per tutti quelli che siano stati esposti al rischio di contagio, entrando in contatto con una persona con infezione documentata da nuovo coronavirus (ma la sospensione è ridotta a 10 giorni se, al termine del 10 giorno, il donatore si sottoporrà a un tampone con esito negativo). 

Che fare se si è contagiati

Questi gli accorgimenti che un donatore deve prendere qualora sia stato contagiato dal coronavirus.

• Se positivo asintomatico dovrà rispettare i 10 giorni di isolamento fiduciario previsto e potrà donare il sangue solo se si sottoporrà, al termine di questo periodo, a un tampone che dia esito negativo;

• Se positivo sintomatico dovrà rispettare i 10 giorni di isolamento e potrà donare solo dopo aver effettuato un tampone con esito negativo, tre giorni dopo la risoluzione di tutti i sintomi con l’eccezione della perdita di olfatto e di perdita o alterazioni del gusto, che potrebbero durare più a lungo;

• Se positivo di lungo termine potrà donare solo dopo la risoluzione di tutti i sintomi e dopo essersi sottoposto a un tampone con esito negativo.

Resta sempre valida la raccomandazione di avvisare il medico responsabile della selezione donatori di tutti i viaggi e gli spostamenti, all’estero e nel territorio nazionale, e di avvisarlo di eventuali diagnosi di Covid  anche qualora i sintomi si fossero risolti da soli o a seguito di terapie.

Se ci si ammala dopo la donazione

A donazione avvenuta   in ogni caso importante che il donatore avverta la propria struttura di riferimento nei casi seguenti:

  • qualora gli venga diagnosticata l’infezione da Sars-CoV-2 nei 14 giorni successivi alla donazione;
  • qualora insorgano sintomi assimilabili a quelli del Covid_19 nei 14 giorni successivi alla donazione;
  • qualora nei 2 giorni precedenti la donazione, sia stato in contato con una persona a cui, dopo la stessa donazione, è stata diagnosticata l’infezione da Sars-CoV-2.

Covid-19, il rischio di contagio degli animali domestici e come proteggerli

A oggi non esistono prove del fatto che gli animali domestici possano trasmettere all’essere umano il virus SARS-CoV-2 e svolgere un ruolo attivo nella diffusione di Covid-19. A ricordarlo è la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (FNOMCeO).

Tuttavia, la sorveglianza veterinaria e gli studi sperimentali suggeriscono che gli animali domestici possono contrarre l’infezione attraverso il contatto con persone infette, analogamente a quanto si verifica per le persone conviventi, è importante proteggere gli animali di pazienti affetti da Covid-19, limitando la loro esposizione.

Guardando alle diverse tipologie di animale domestico, da studi effettuati in laboratorio, su alcune specie domestiche risulterebbe confermata la suscettibilità del gatto, del furetto e, in misura minore, del cane. Per gli altri animali da compagnia, invece, non sono ancora disponibili evidenze.

Un recente studio italiano conferma anche che “gli animali domestici, in particolare cani e gatti che vivono con persone affette da Covid-19, sviluppano rapidamente anticorpi capaci di neutralizzare il virus. I cani appaiono poco suscettibili al SARS-CoV-2 e si registrano infezioni asintomatiche, mentre i gatti possono sviluppare patologie respiratorie, comunque in forma lieve“. Lo studio ha coinvolto 817 animali domestici che sono stati sottoposti a tampone soprattutto in Lombardia, ma anche in altre Regioni del Nord Italia.

La ricerca mette in luce che “gli animali d’affezione riescono a produrre una sufficiente risposta immunitaria al SARS-CoV-2, dal quale guariscono rapidamente. Questo significa anche che cani e gatti non costituiscono una fonte di pericolo per gli esseri umani“. I ricercatori suggeriscono però che nonostante siano bassi i rischi di trasmissione agli esseri umani “la sorveglianza sierologica degli animali da compagnia potrebbe essere utile per eliminare ogni potenziale pericolo”.

Per garantire il benessere e la salute degli animali nei nuclei con persone con sospetta o confermata positività alla malattia, occorre adottare una serie di misure igieniche di base, come indicato sempre dal Ministero della Salute:

– lavarsi le mani prima e dopo essere stato fuori casa o aver accarezzato gli animali;
– lavarsi le mani dopo aver maneggiato il loro cibo o le loro provviste;
– evitare di baciare, di essere leccato dagli animali o di condividere il cibo;
– al ritorno dalla passeggiata, pulire sempre le zampe degli animali domestici evitando prodotti aggressivi e a base alcolica poiché possono provocare prurito, preferendo invece prodotti senza aggiunta di profumo

Le persone infette da SARS-CoV-2, inoltre, dovrebbero preferibilmente evitare il contatto ravvicinato con i loro animali domestici, in primo luogo indossando una mascherina e, quando possibile, delegandone la cura ad altri.

E in caso si ponga in essere il dubbio o si abbia la conferma di essere stati contagiati, è necessario segnalare ai servizi veterinari della ASL se in casa sono presenti animali domestici.

Fonte: https://rb.gy/a7bnxh

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