Malattie cardiovascolari: le abitudini da non trascurare e gli esami utili

Mangiare sano, fare attività fisica e monitorare costantemente il nostro stato di salute: sono propositi con cui ci confrontiamo ogni giorno, che dobbiamo tradurre in azioni nella vita quotidiana. Mettere in atto queste “buone pratiche” ci aiuta a prevenire le malattie cardiovascolari, oltre a molte altre patologie croniche. Proviamo a individuare  i comportamenti virtuosi che supportano la nostra salute.

Uno stile di vita a salvaguardia del cuore
Se è vero che non possiamo cambiare alcuni fattori di rischio cardiovascolare, come il sesso, l’età e la predisposizione genetica, è altrettanto vero che possiamo combattere le malattie cardiovascolari integrando comportamenti virtuosi nelle nostre abitudini quotidiane, per prevenire la comparsa della patologia. Ciò è tuttavia importantissimo anche quando abbiamo già manifestato i sintomi di una malattia cardiaca, poiché, in questo caso, il nostro medico si occuperà di prescriverci una corretta terapia farmacologica, ma sarà nostro compito supportarla con un nuovo stile di vita.

La dieta
Adottare una dieta bilanciata, ricca di fibre e povera di grassi saturi, contrasta l’insorgenza di diabete e sovrappeso, e permette di mantenere bassi i livelli di colesterolo LDL (cosiddetto “colesterolo cattivo”), favorendo invece l’azione del colesterolo HDL (quello “buono”) e mantenendo sia la pressione arteriosa che la glicemia all’interno dei valori normali.
Cibi che mantengono il cuore in salute

  • Frutta fresca, verdure e ortaggi di tutti i tipi sono alimenti indicati anche nella dieta post-infarto. Sono privi di grassi e ricchi di vitamine, minerali e fibre, per questo possiamo consumarli in quantità generose. Le indicazioni dell’OMS raccomandano 3 porzioni al giorno di frutta e 2 di verdura: una buona abitudine da adottare fin dall’infanzia! Chi soffre di diabete dovrebbe preferire la frutta meno zuccherina, ma, salvo controindicazioni da parte del medico curante, può mangiare piccoli quantitativi di tutte le varietà, facendo invece attenzione ai succhi di frutta, che andrebbero limitati.
  • Legumi (fagioli, piselli, ceci, fave, lenticchie, ecc.): fonte preziosa di proteine, possono sostituire la carne, con un vantaggio notevole poiché sono privi di grassi.
  • Pesce: l’ideale è mangiarlo due o tre volte alla settimana.

Per quanto riguarda la carne, che non va consumata tutti i giorni, pollo e tacchino senza pelle, vitello e coniglio sono quelle più magre, quindi da preferire. Carni rosse e selvaggina si possono mangiare ogni tanto; per tutte il consiglio è di evitare le cotture troppo pesanti e ricche di condimenti. Riguardo a questi ultimi, l’olio vegetale e soprattutto quello extra-vergine di oliva è la scelta migliore, in particolare a crudo; è sempre bene non esagerare, però, a causa dell’elevato contenuto energetico di questi alimenti.

Alimenti da limitare:

  • Insaccati freschi e stagionati sono tra gli alimenti che invece andrebbero limitati il più possibile. Uno dei motivi è l’elevato contenuto di sale, che aumenta la pressione arteriosa.
  • Anche il sale aggiunto agli alimenti, durante la cottura e prima del consumo, andrebbe limitato. Potete sostituirlo con spezie ed erbe aromatiche.
  • Formaggi: quelli a basso contenuto di grassi (ricotta fresca, caprini freschi) possono sostituire la carne o il pesce come componente proteica del pasto.
  • Dolci, alimenti e bevande ricchi di grassi e zuccheri vanno assunti in quantità moderate, in particolare se prodotti industrialmente.
  • Bevande alcoliche: vino e birra si possono consumare saltuariamente durante il pasto, in quantità moderata, i superalcolici andrebbero evitati il più possibile. L’alcol, infatti, aumenta la pressione arteriosa e danneggia il fegato, interferisce con i farmaci e può provocare numerosi effetti indesiderati. Evitare queste bevande, inoltre, aiuta la prevenzione di alcune patologie tumorali.

L’attività fisica, pilastro della salute cardiovascolare (e non solo)

Svolgere una regolare attività fisica ci permetterà di tenere sotto controllo il nostro indice di massa corporea e, come conseguenza, di ridurre il rischio che insorgano alcune patologie, tra cui quelle cardiovascolari.
Gli effetti più importanti, in questo senso, sono:

  • la riduzione della frequenza cardiaca
  • l’aumento delle dimensioni del cuore
  • il miglioramento delle capacità del ventricolo sinistro e delle arterie coronarie.

L’intensità e la tipologia dello sforzo fisico sono da calibrare in base alle condizioni di salute e all’età della persona, ma in generale è consigliato muoversi mezz’ora al giorno: è sufficiente anche camminare a passo veloce.

Monitorare la salute del cuore

Oltre alla grande importanza della dieta e dell’attività fisica, per prevenire le malattie cardiovascolari è fondamentale anche tenere sotto controllo lo stress e dormire un adeguato numero di ore. Prendersi cura del cuore, inoltre, significa conoscere la storia della propria famiglia e della eventuale presenza di una disfunzione ereditaria, come ad esempio le aritmie genetiche, per le quali è necessario un monitoraggio attento e costante.

parametri da tenere maggiormente sotto controllo, per quanto riguarda la prevenzione del rischio cardiovascolare, sono:

  • la pressione sanguigna
  • i livelli di colesterolo e trigliceridi
  • il peso, l’indice di massa corporea e la circonferenza addominale
  • la glicemia.

Tutti questi aspetti possono essere monitorati attraverso esami specifici.

Lo screening cardiologico

La gamma di accertamenti nell’ambito dei programmi di screening cardiologico si è man mano ampliata negli anni. Di norma, superati i 45 anni di età, sia per gli uomini che per le donne è opportuno sottoporsi a questa tipologia di controllo, anche quando non ci sono patologie pregresse, cardiache e non.

Tra gli esami prescritti più frequentemente nei casi di disfunzioni cardiovascolari troviamo:

  • angiografia
  • ecocolordoppler
  • scintigrafia
  • coronarografia
  • TAC cardiaca.

La periodicità varia a seconda delle condizioni di salute ed è maggiore per chi soffre di diabete, pressione alta, sovrappeso, così come per i fumatori.

Il Caregiver: come aiutare chi aiuta le persone con malattie cronico degenerative

Sono un esercito invisibile.

Per ogni malato o disabile ce ne sono almeno 2, se non di più. Sono quelli che aspettano pazientemente nelle sale d’attesa, che vengono a volte esclusi dall’udienza con il medico, che rinunciano a giorni di ferie se la 104 non basta, che si accampano con PC, modem e cellulare cercando di lavorare negli ospedali, che alternano le giornate tra chiacchiere, pianti, telefonate e una massiccia dose di forza mascherata da sorrisi.

Ma il loro status non viene riconosciuto e tutelato. Con tutte le difficoltà che si incontrano nel percorso sanitario e le risorse economiche spesso ridotte all’osso, dare assistenza psicologica e predisporre supporti e attività anche per i familiari sembra impensabile. Eppure, stando ai sondaggi, sono i caregiver quelli che in realtà soffrono di più, e che sempre più chiedono supporto per capire come preservare un buon equilibrio nella propria vita.

Ai caregiver di punto in bianco viene chiesto di essere forti e di sperare, supportare e aiutare ma è importante riconoscere la loro paura, il senso di solitudine e a volte, di incomprensione rispetto alla malattia che cambia le persone che amano.

Ogni situazione è unica e le esigenze di ogni caregiver sono diverse, ma è importante capire il modo migliore per aiutarli. Ecco alcune idee con modi specifici per offrire aiuto:

  • Offri di falciare il prato o attività omologhe, e cita il giorno specifico che puoi farlo.
  • Porta un cesto con prodotti per la pulizia e offri di pulire la casa. Non essere invadente! Se non è un buon momento, programma di tornare un altro giorno, e mantieni l’impegno.
  • Comunica che stai andando al negozio e chiedi se serve che acquisti qualcosa per lui/lei. Non chiedere “se” c’è qualcosa che si può prendere, ma “cosa” ha bisogno.
  • Offriti volontario per fare commissioni, come prendere i farmaci in farmacia.
  • Offri di portare la persona malata ad un appuntamento.
  • Fai un regalo premuroso. Spesso è significativo anche un biglietto con una nota personale e sincera, che gli fa capire che stai pensando a lui/lei e sei lì per aiutare.
  • Offri di sostituirlo nell’assistenza o nella gestione di alcune operazioni quotidiane, per consentire al caregiver di riposare o di prendersi del tempo per sé. Ad esempio, potresti offrire di lavare i capelli del malato, di tagliargli le unghie o di lavare i suoi vestiti. Sono compiti utili per il caregiver e renderà riposata e pulita la persona malata.
  • Sii anche solo un amico. Una semplice telefonata per chiedere a un caregiver come sta andando gli permette di connettersi al mondo esterno e li aiuta a sentirsi meno isolati. Fermati a visitarlo e lascialo anche solo parlare.

Anche se queste idee potrebbero non essere utili per ogni caregiver e per ogni situazione, possono ispirarti a pensare ai modi in cui il caregiver può beneficiare di aiuto. Non importa come ci arrivi, stai offrendo sostegno e socializzazione che possono fare molto per ridurre i sentimenti di depressione e di ansia che spesso affrontano i caregiver.

 

Giornata Mondiale per la Consapevolezza sul Linfoma

l 15 settembre è la Giornata mondiale della consapevolezza sul linfoma promossa dalla Lymphoma Coalition, un’organizzazione no profit che riunisce 83 organizzazioni di 53 Paesi di pazienti con linfoma. Scopo dichiarato della Lynphoma Coalition è la diffusione globale delle informazioni e il supporto alla comunità dei pazienti, facilitando gli sforzi per aiutarli a ricevere le cure e i sostegni di cui necessitano, attraverso la condivisione di risorse, best practices, politiche e procedure.

I linfomi sono tumori del sistema linfatico. Interessano cioè i linfociti, le cellule del sangue appartenenti ai globuli bianchi che svolgono un ruolo primario nella difesa immunitaria e nel contrasto alle infezioni, e che si trovano nei linfonodi, nella milza, nel timo e nel midollo osseo.

I linfomi si suddividono in linfomi non Hodgkin, più diffusi e a loro volta comprendenti varie tipologie, e linfoma di Hodgkin, relativamente raro (lo 0,5% di tutti i tumori diagnosticati). I primi colpiscono maggiormente le persone sopra il 65 anni, mentre il secondo è uno dei tumori più frequenti nella fascia di età 15-35 anni. Ogni anno nel mondo il linfoma viene diagnosticato a più di 735.000 persone.

Il linfoma di Hodgkin interessa i linfociti B, un tipo di globuli bianchi che si trova nei linfonodi, nella milza, nel midollo osseo, nel sangue e in molti organi. Il principale sintomo è l’ingrossamento dei linfonodi, le ghiandole del sistema linfatico. È però molto importante sottolineare che normalmente tale ingrossamento è sintomo di un’infezione batterica o virale in atto, e dovuto al fatto che il nostro sistema immunitario sta attivando le difese per combatterla. L’esame fondamentale per la diagnosi è la biopsia dei linfonodi.

L’80-85% dei pazienti di linfoma di Hodgkin guarisce grazie a trattamenti multidisciplinari che prevedono, a seconda dei casi, polichemioterapia e radioterapia, da sole o in combinazione, o l’utilizzo di farmaci specifici.

Nei casi di linfomi non Hodgkin, i linfociti B o T, al posto di contrastare le infezioni, si accumulano nei linfonodi e in altri organi. In Italia rappresentano il 3% per cento di tutti i tumori. Anche per i linfomi non Hodgkin il principale sintomo è l’ingrossamento dei linfonodi. Tuttavia rimane valida la considerazione precedente: in presenza di un’infezione l’ingrossamento dei linfonodi è cosa normale.

La biopsia dei linfonodi è sempre l’esame principale per arrivare alla diagnosi. Le terapie prevedono chemioterapia, radioterapia, farmaci o anche il ricorso trapianto di cellule staminali.

 

Detox post vacanze: come preparare il corpo in vista delle stagioni fredde

Le vacanze ci servono per disintossicarci dalla stressante routine quotidiana, ma come è possibile disintossicarsi dagli stravizi vacanzieri? Ecco qualche pratico consiglio per eliminare le tossine e tornare in forma.

  • L’autunno porta in tavola more, mirtilli, lamponi e ribes. A colazione fate il pieno mettendoli nello yogurt e aggiungendo tre noci. Le proprietà di questo pasto sono antiossidanti, antinfiammatorie e di stimolo dell’attività intestinale e del metabolismo basale.
  • Al mattino, quando ancora c’è tutta la giornata da affrontare, fanno bene i cachi con il loro considerevole contributo energetico. Il potassio gli conferisce azione diuretica “elimina-scorie”, mentre le vitamine A,C e il beta carotene ci proteggono dai primi raffreddori. Se i vostri valori di glicemia ve lo consentono, mangiatene uno a metà mattina, a giorni alterni per godere delle sue virtù.
  • Integrale, parboiled, bianco o nero: sbizzarritevi con le varietà e per i vostri pranzi d’autunno scegliete il riso! Come cucinarlo? Al forno con le verdure! Il riso è un cereale che vanta notevoli proprieta’ nutrizionali: disintossicante, astringente, ma sopratutto ad alta digeribilità. La cottura in forno, rispetto alla tradizionale bollitura, lo preserva dalla perdita degli amidi, importanti dal punto di vista energetico. Funghi a volontà per un condimento gustoso e ipocalorico. Essendo una preziosa fonte di minerali, tra i quali il fosforo, i funghi sono alleati delle nostre ossa, prediligeteli freschi e conditeli con abbondante prezzemolo ed olio extravergine d’oliva.
  • Sorseggiate del buon tè caldo nel pomeriggio. Rigorosamente verde e in foglie: drenante ed energizzante, stimola il metabolismo e rigenera pelle e tessuti danneggiati dal sole con la sua azione riparatrice. Non accompagnato a zuccherosissimi pasticcini ovviamente.
  • Per un leggero pasto di fine giornata scegliete le proteine del pesce, della carne o dei legumi. L’abbinamento top è con i limoni, anche se sotto forma di spremuta a conclusione della cena. L’acidità di questo agrume non solo serve a favorire la digestione ma anche ad incrementare l’eliminazione di scorie e tossine accumulate. I limoni e il loro succo vanno sempre consumati a crudo, come condimento affinché il calore non demolisca la delicata struttura delle vitamine, sopratutto della C.

Farmaci antinfiammatori (FANS), 10 alternative naturali che funzionano

I farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) sono utilizzati per alleviare il dolore, ridurre l’infiammazione e abbassare una temperatura corporea elevata (febbre). Benché siano ampiamente utilizzati, per esempio per ridurre i sintomi di cefalee, dismenorree (dolore mestruale), strappi e distorsioni, raffreddori e influenze, artriti e altre cause di dolore cronico, non sono adatti a tutti i pazienti e talvolta possono causare effetti collaterali problematici.

La maggioranza delle persone può prendere i FANS, ma alcuni pazienti devono stare particolarmente attenti. Conviene chiedere consiglio al farmacista o al medico prima di assumere un FANS nei seguenti casi:

  • oltre i 65 anni,
  • in gravidanza o alla ricerca
  • in allattamento
  • i pazienti asmatici
  • storia di allergia a un FANS,
  • ulcere gastriche,
  • problemi di qualunque natura di cuore, fegato, reni, pressione arteriosa, circolazione o intestino
  • assunzione di altri farmaci
  • età sotto i 16 anni (i farmaci contenenti aspirina non dovrebbero mai essere somministrati prima di quest’età per il rischio di sviluppare la sindrome di Reye)

Poiché i FANS possono causare effetti collaterali importanti, si raccomanda spesso l’uso di alternative. L’alternativa principale per il dolore è il paracetamolo, disponibile come farmaco da banco e sicuro per la maggior parte delle persone. Creme e gel di FANS da spalmare sulla pelle possono essere validi in caso di dolore muscolare o articolare in una parte definita del corpo, perché hanno meno effetti collaterali di compresse e capsule (anche se le evidenze scientifiche relative alla loro efficacia sono limitate). Il medico può anche raccomandare medicine e terapie differenti secondo la condizione da trattare. Per esempio, la fisioterapia può aiutare alcuni soggetti con dolore muscolare o articolare.

Antinfiammatori naturali: quali funzionano davvero?

 Secondo un lavoro di revisione pubblicato nel 2016, sarebbero più di 600 le piante naturali utilizzate nel mondo, nelle diverse tradizioni popolari, per trattare disturbi infiammatori. Quelle più conosciute e comunemente utilizzate sono:

  1. L’aloe vanta numerose proprietà, tra cui spiccano quelle antinfiammatorie, soprattutto per uso topico: infiammazioni e dermatiti, escoriazioni e ferite, ulcere, prurito, punture di insetti, ustioni lievi e scottature solari, psoriasi, herpes labialis e zoster. L’aloe trova utilizzo anche per il trattamento di disturbi gastro-intestinali di tipo infiammatorio, quali: gastrite, colite, sindrome del colon irritabile, ulcera peptica.
    L’aloe si assume per bocca come succo concentrato ricavato dalle foglie, oppure come gel ad uso topico (applicato cioè sulla cute).
  2. L’arnica  è usata principalmente ad uso topico come antidolorifico e antinfiammatorio in caso di traumi fisici di varia natura, come: ematomi, contusioni, stiramenti muscolari oppure come rimedio in caso di punture di insetti e leggere infiammazioni cutanee.
    Il principio attivo responsabile dell’effetto antinfiammatorio è stato identificato nell’Elenanina, un lattone sesquiterpenico in grado di inibire il fattore di trascrizione NF-kb, un mediatore dell’infiammazione: grazie all’azione dell’Elenanina, il meccanismo infiammatorio viene bloccato a monte.
    Un’applicazione interessante riguarda quella dell’Arnica in caso di osteoartrite, un comune disturbo articolare che colpisce in prevalenza dopo i 65 anni e fino all’80% delle persone oltre i 75 anni di età; la condizione si caratterizza per degenerazione articolare, perdita di cartilagine, modificazioni ossee. Secondo alcuni studi, l’Arnica risulterebbe efficace in caso di osteoartrite lieve o moderata, al pari dei comuni farmaci di sintesi, e ben tollerata.
  3. L’artiglio del diavolo è conosciuta e utilizzata nella medicina popolare come analgesico e antinfiammatorio, in particolare per uso topico nei disturbi articolari, quali: artrosi, artrite (incluse osteoartrite e artrite reumatoide), reumatismi, tendiniti, sciatica.
  4. La calendula – l’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) ne ha approvato l’uso per il trattamento delle infiammazioni cutanee e delle ferite di lieve entità, e per le infiammazioni lievi del cavo orale e della gola. Pur ritenendo ancora insufficienti i test clinici, l’EMA ritiene plausibile l’efficacia della calendula e ne evidenzia l’elevato grado di sicurezza sulla base dell’utilizzo consolidato nella medicina tradizionale.
    In particolare, le applicazioni topiche di preparati a base di calendula sono consigliati in caso di: ferite e tagli, bruciature e ustioni (comprese le scottature solari), punture di insetto, strappi muscolari, ematomi, infiammazioni e infezioni della pelle, infiammazione delle emorroidi, vene varicose, piaghe da decubito (profilassi e trattamento), geloni.
  5. La curcuma è conosciuta come spezia aromatica, ma anche come integratore alimentare per una serie di patologie, in virtù delle sue proprietà antiossidanti, antinfiammatorie, immunostimolanti
    In particolare, la curcuma è usata da centinaia di anni per problemi riguardanti diversi distretti corporei, tra cui: la pelle (ferite, orticaria, dermatiti), le prime vie respiratorie (riniti, faringiti, tosse), le articolazioni reumatismi), l’apparato digerente (problemi digestivi, problemi di bile o fegato).
    La curcuma si trova in commercio come polvere per uso alimentare o formulata in capsule come integratore.
  6. La malva è utilizzata come antinfiammatorio nelle affezioni della bocca, della gola e delle prime vie respiratorie (tonsilliti, bronchiti), ma anche nelle infiammazioni intestinali e vaginali, in virtù dell’azione emolliente e protettiva nei confronti delle mucose da parte delle mucillagini in essa contenute.
    Si assume come tisana, decotto o tintura madre.
  7. Il rosmarino viene utilizzato in preparazioni topiche per il trattamento di piaghe, ferite, scottature e come pianta balsamica in caso di raffreddore e tosse. Si può assumere come infuso di foglie essiccate o come estratto idroalcolico. Per uso topico si trova formulato in preparazioni semi-solide o liquide (olio essenziale).
  8. L’alga spirulina è  in grado di agire su più fronti tramite lattivazione di enzimi cellulari antiossidanti (superossido dismutasi e catalasi), il blocco dei radicali liberi (sottoprodotti del metabolismo, fortemente ossidanti), l’inattivazione della perossidazione dei lipidi (i grassi ossidati sono una delle cause di danno per il DNA cellulare) e la riduzione dell’espressione delle citochine coinvolte nella risposta infiammatoria. La Spirulina si trova in commercio come integratore sotto forma di compresse o capsule, da sola o in combinazione con altri derivati vegetali.
  9. La salvia è nota come rimedio nella medicina popolare per le sue proprietà antinfiammatorie, antisettiche, digestive, diuretiche, cicatrizzanti.  Per quanto riguarda l’azione antinfiammatoria, la salvia per uso orale (come tisane, olio essenziale, estratto secco in capsule) è utilizzata come rimedio per curare le infiammazioni orofaringee (bocca, gola e primo tratto respiratorio), mentre per uso topico (foglie tal quali o infuso) trova utilizzo come disinfettante delle ferite.
  10. Lo zenzero è utilizzato da lungo tempo nella medicina popolare come digestivo, antiemetico (anti-vomito), antinausea, antinfiammatorio nella sindrome influenzale. In commercio si trova come radice fresca o essiccata, candito oppure come estratto in polvere (in genere sotto forma di capsule).

Dermatite atopica: cause, cure e rimedi naturali

La dermatite atopica è una malattia cronica della pelle, non contagiosa e che si manifesta con la comparsa di infiammazione e di lesioni eritematose e pruriginose. Spesso si manifesta in età pediatrica, ma può comparire anche in età adulta. L’attributo “atopica” significa “privo di luogo preciso ed evidenzia il fatto che il disturbo non presenta una collocazione cutanea specifica.

Si tratta di una malattia molto diffusa, che sta riscontrando un aumento crescente in particolar modo nei paesi sviluppati a causa degli alti tassi di inquinamento. Le cause che ne scatenano la comparsa sono multifattoriali, ossia è provocata da molteplici condizioni tra cui la predisposizione genetica, l’ambiente circostante e lo stato psicosomatico.

La dermatite atopica non si manifesta solo a livello cutaneo, ma può espandersi fino alle mucose. In gran parte delle persone affette, infatti, possono comparire con una certa frequenza anche congiuntivite allergica, rinite allergica ed episodi di asma. La diagnosi di questo disturbo è essenzialmente clinica, ossia basata sull’osservazione dei sintomi. Non vengono effettuati esami specifici, ma è importante che il medico escluda la presenza di altre patologie come dermatite seborroica, dermatiti allergiche, da contatto e irritative.

Alcuni accorgimenti nella vita quotidiana consentono di migliorare la condizione di chi è affetto da dermatite atopica:

  • non consumare alimenti con coloranti e conservanti, e cibi acidi come i pomodori o gli agrumi, perché aggravano l’atopia.
  • evitare di indossare tessuti sintetici e lana che possono provocare prurito e cercare di non sottoporsi a sbalzi eccessivi e repentini di temperatura.
  • evitare tutti i potenziali allergeniin casa come polvere e acari, areare le stanze sia d’estate che d’inverno.
  • non lavarsi con acqua troppo calda, che secca la cute, peggiorando la situazione
  • non strofinare troppo la pelle e non sottoporla a spugnature eccessive

FARMACI

Non ne esistono di specifici in grado di far guarire definitivamente dalla dermatite atopica, ma ve ne sono alcuni capaci di ridurre o far scomparire i sintomi, cercando di limitarne la ricomparsa nel corso dell’anno.

La terapia proposta varia a seconda dei singoli casi e i farmaci utilizzati possono essere di due tipi: topici, ossia applicabili direttamente sulle zone colpite dal disturbo, o sistemici.

Nella prima categoria rientra il cortisone. Come avviene con tutte le terapie a base cortisonica, la cura non dovrebbe mai essere interrotta bruscamente, ma le applicazioni dovrebbero essere scalate in maniera progressiva, quando si nota un miglioramento.

Quando la dermatite atopica si presenta in forma più grave, oltre al trattamento topico, viene prescritta la somministrazione di farmaci sistemici. Anche in questi casi, il cortisone, in virtù della sua rapida efficacia, rappresenta la prima scelta.

RIMEDI NATURALI

  • Oli vegetali: tra i più adatti c’è l’olio di borragine, ricco di grassi Omega3, dalla notevole funzione antiinfiammatoria. Altrettanto valido risulta anche l’olio di mandorle dolci, che garantisce lo stesso risultato. Gli oli vanno spalmati sulle aree colpite con mani completamente pulite o aiutandosi con una piccola garza. In questo modo, prurito, infiammazione e chiazze guariscono in breve tempo. Nei casi in cui le lesioni si presentano sul cuoio capelluto, è necessario effettuare veri e propri impacchi con una garza imbevuta in uno di questi oli, usando poi un pettinino a denti fitti per eliminare le squame.
  • La liquirizia: può essere assunta in capsule, in gocce, in tè o effettuando impacchi
  • La bardana: contiene inulina, una fibra che favorisce la distruzione di diversi tipi di batteri cutanei
  • Il tarassaco: anch’esso ricco di inulina, vitamine e minerali, disponibile in capsule e tè
  • L’echinacea: fiore selvatico contenente principi attivi che curano le infezioni e le infiammazioni cutanee che si può utilizzare sotto forma di impacchi.

 

Rimedi green per combattere il caldo e l’afa di questi giorni

Ovunque tu sia (casa, mare, ufficio o in giro per la città) nelle giornate afose, è bene mettere in atto dei “trucchetti salva afa” per affrontare meglio il caldo estivo, e nei casi più estremi per allontanare il rischio di un colpo di calore. Iniziamo dalle dritte fondamentali per aiutare il nostro corpo a subire il meno possibile il disagio dell’afa.

Idratarsi
Oltre a bere due litri di acqua al giorno e consumare bevande fresche, può essere utile mangiare melone e anguria che dissetano, oltre a possedere virtù diuretiche. Evita le bevande di produzione industriale, con un alto contenuto di zucchero e prepara a casa tisane, da bere anche fredde, che dissetano in modo più efficace. Tieni una borraccia in borsa: ti permetterà di conservare fresca l’acqua e dissetarti con piccoli sorsi frequenti, un comportamento più corretto rispetto a chi beve grosse quantità di acqua in poco tempo. Prepara un infuso con erbe miste, aggiungi un rametto di menta, dal sapore fresco, e conserva in frigo.

Adottare una dieta leggera

La merenda della nonna è un’abitudine salutare anche da adulti: il pane con un filo d’olio profumato e un pizzico di sale ti aiuterà se soffri di pressione bassa. Invece del gelato, più calorico e ricco di zucchero, fai merenda con i frullati. Per fare scorta di liquidi e sali minerali sfrutta acqua, frutta e verdura, da mangiare nei pasti principali e come spuntino: ottime anche le banane, ricche di potassio. Mangia tante insalate, yogurt, in generale scegli cibi semplici e poco manipolati, più facili da digerire e che non appesantiscono.

Usare erbe ed oli essenziali

Per chi soffre di sudorazione eccessiva è consigliata la salvia, ma anche ginseng e rosmarino sono ingredienti preziosi contro il caldo.

Dare sollievo alle gambe gonfie

Se in pausa pranzo sei a casa adotta la strategia di distenderti sul divano, tenendo le gambe sollevate per qualche minuto. A fine giornata immergi i piedi in un catino di acqua tiepida, dove gettare due pugni di sale grosso o bicarbonato. Aggiungi qualche goccia di olio essenziale di menta, lavanda, o arancio amaro. Poi massaggia le gambe dal basso verso l’alto con un olio profumato e dedicati un quarto d’ora sul divano.  Di notte dormi con un cuscino sotto le gambe: puoi aiutarti a tenerle alzate anche infilando una valigia o uno spessore tra la rete e il materasso.
Sei al mare? Via libera alle passeggiate avanti e indietro lungo il bagnasciuga, con le caviglie immerse nell’acqua.

Refrigerare il corpo

Bagnarsi è il primo istinto che si ha quando fa molto caldo. La temperatura ottimale della doccia è tiepida. Utilizzando acqua fredda, infatti, il corpo soffrirà in maniera ancora più pronunciata lo sbalzo di temperatura. Quando sei sotto la doccia usa un olio essenziale di arancio amaro o mentolo da mescolare al bagnoschiuma o all’olio naturale. Se la crema risulta appiccicosa sulla pelle sostituiscila: chiudi per un attimo il getto d’acqua e massaggia il corpo con un olio naturale oppure una maschera fai da te in cui mescolare un barattolo di yogurt e miele. Effetto benessere assicurato.

Strategie anti-caldo se si è in casa

La mattina, prima di uscire di casa, chiudi le tapparelle in modo da preservare l’ambiente dal caldo: potrai riaprirle con il fresco della sera. Prima di dormire spalanca le finestre e fai arieggiare la stanza, a luci spente. Lascia cadere qualche goccia di olio essenziale di lavanda sul cuscino: terrà lontane le zanzare, oltre a conciliare con dolcezza l’ora della buona notte.

Nel caso, valuta l’idea di un ventilatore da soffitto, che contribuirà a abbassare la temperatura di qualche grado mantenendo contenuti i costi. Scegli tende di tessuto chiaro da appendere alle finestre e per ridurre l’afa cerca di tenere spenti gli elettrodomestici, o evita di utilizzarli nelle ore più calde.

Aumenta la quantità di verde fuori e dentro casa: alberi e piante hanno effetti benefici contro il caldo. Dedica un posto nel frigo ai vasetti di crema e tonico, oltre all’effetto idratante potrai godere di una piacevole fresca carezza.

Una strategia per rendere più fresche le creme d’estate? Aggiungi qualche goccia di mentolo, eucalipto o olio essenziale di lavanda nella crema: effetto ghiaccio assicurato!

Come vestirsi quando si esce

Per proteggersi dal caldo non servono vestiti eccessivamente scollati: non è detto che scoprendo più centimetri di pelle si senta meno caldo, anzi potrebbe essere il contrario. Piuttosto concentrati sulla scelta dei materiali, ma anche sulla misura dei vestiti. Infatti gli abiti troppo aderenti o in materiali sintetici come nylon e acrilici fanno si che si accusi molto di più il caldo.

Prediligi cotone e lino: le fibre naturali, quale la canapa, aiutano a mantenere fresca la pelle. E ricordati di scegliere colori chiari, dal bianco all’azzurro polvere o l’arancione di tonalità sfumate.

Come regolare la temperatura corporea

Se sei in giro e sei alla ricerca di un “effetto freddo”, massaggia le tempie con qualche goccia di olio essenziale di menta. Puoi usare anche il balsamo di tigre, ottimo anche per difendersi dalle zanzare. In borsa tieni con te uno spray di acqua termale: vaporizzarla su viso e gambe contribuirà a abbassare la temperatura corporea, oltre a darti un’epidermide più liscia e fresca.

Vacanza a 4 zampe: comportamenti da adottare nell’estate 2020

Quando si tratta di ferie occorre riorganizzarsi anche in base alle esigenze dei propri amici a 4 zampe. Ecco alcune indicazioni, valide soprattutto per l’estate 2020 che ci vede alle prese con l’emergenza Covid-19.

La vacanza ideale per le esigenze dei nostri animali da compagnia è quella nella casa di campagna o in agriturismo, ma anche al mare esistono strutture che hanno tutto il necessario per far vivere in tranquillità la vacanza al nostro amico a 4 zampe. Ad ogni modo, ci sono comportamenti che ogni padrone dovrebbe tenere sempre a mente, sia al mare che in montagna.

  • La salute
    Prima del viaggio porta l’animale dal veterinario per assicurarti che sia in buona salute e, durante la vacanza, bisogna avere con sé il libretto sanitario, con tutti i suoi dati aggiornati e in regola con le vaccinazioni di routine.
  • La cura viaggio
    Non lasciare mai da solo nella macchina chiusa il tuo animale domestico. Cani e gatti hanno bisogno di poter viaggiare in sicurezza: il cane può viaggiare nell’abitacolo con le apposite cinture di sicurezza agganciate alla pettorina, per il gatto è necessario il trasportino.
  • Il rispetto delle regole
    Tieni in considerazione le regole nelle strutture ricettive o nei luoghi all’aperto, come in spiaggia. Accertati che strutture ricettive e spiagge possano ospitare gli animali. Poi occorre tenere il cane al guinzaglio e assicurarsi che non abbia comportamenti fastidiosi nei confronti degli altri ospiti dell’albergo o degli altri bagnanti in spiaggia. Anche per il gatto in spiaggia potrebbe essere necessario il guinzaglio per evitare che l’animale scappi via con il rischio che possa perdersi.

Nell’estate 2020 alle prese con il Covid-19 ci sono Regioni che danno più libertà e altre meno. Ad esempio, nel Lazio non ci sono misure specifiche in merito alla questione. Comunque, sono presenti sul territorio tante spiagge libere e attrezzate che accolgono ogni anno bagnanti a due e quattro zampe. Diverso, per fare un esempio, il caso della Toscana: l’accesso in spiaggia, ad esempio è vietato ai cani anche se al guinzaglio. Per i nostri amici a quattro zampe sono però adibite specifiche zone chiamate Bau beach. Dunque, prima della partenza occorre informarsi preventivamente della situazione e delle regole imposte nella regione in cui si passerà la vacanza.

E se non è possibile portarli con noi?

In caso di vacanze che non abbiano strutture pet-friendly, alcuni possono contare sul sostegno di amici e parenti. Per gli altri, c’è l’assoluta necessità di trovare una soluzione.
Una delle alternative è quella delle pensioni per cani e gatti. Si tratta di strutture dove cani e gatti possono continuare la loro vita casalinga sotto la cura costante di persone esperte. Importante è che esse rispettino le regole sanitarie e abbiano del personale strettamente qualificato. Il consiglio è quello di portare l’animale in pensione per periodi brevi prima della vacanza: si potrà abituare e si potrà verificare come reagisce e come viene curato.
L’alternativa è quella di ricorrere ad un pet sitter, che di solito si occupa di pochi animali contemporaneamente. Solitamente il pet sitter può svolgere il servizio a domicilio oppure ospitare l’animale domestico del proprietario a casa sua.

 

 

Le allergie estive non vanno in vacanza, ecco quelle più pericolose

Crostacei, frutta e ambrosia

Contengono allergeni e potenzialmente il parassita allergizzante, l’anisakis, in grado di provocare orticaria e persino shock anafilattico. Anche nella buccia della frutta con l’osso come pesche, albicocche e susine sono contenute sostanze allergizzanti, ecco perché è meglio mangiarle sbucciate. Tra i sintomi allergici provocati troviamo il prurito alla lingua o il classico nodo in gola. Anche l’ambrosia, pianta estiva che fiorisce nelle zone adiacenti a strade e ferrovie, può causare asma, rinite e lacrimazione.

Escrementi degli acari, punture di insetti e meduse

Gli acari, o meglio i loro escrementi celati nei luoghi più impensabili delle nostre case come divani e materassi possono provocare reazioni allergiche. Occhio anche alle punture di api, vespe e calabroni. Durante l’estate questi insetti tendono a pungere di più: escono, soprattutto, quando mangiamo o beviamo all’aperto in spiaggia, in piscina o nei prati. Se è normale che si gonfi un po’ la parte di pelle che è stata punta, non è normale che il gonfiore e il rossore si estendano per diversi centimetri, si corre il rischio di avere uno shock anafilattico. Anche le punture di medusa sono molto dolorose e possono portare ad una reazione anafilattica grave,  soprattutto se si è compiuto uno sforzo fisico al momento della puntura o se si sono assunti antiinfiammatori nei giorni precedenti.

Crema Solare 

Alcuni soggetti sono allergici ai filtri solari chimici che, se da una parte proteggono meglio la pelle, dall’altra risultano essere allergenici per una percentuale maggiore di persone. Si raccomanda di preferire creme solari e cosmetici con un ridotto numero di ingredienti; prima di acquistare un nuovo prodotto, si consiglia di leggere attentamente la lista dei componenti contenuti. Il nostro consiglio è di rivolgervi al vostro medico di famiglia in caso di dubbio e in presenza di reazioni cutanee.

Pollini

I sintomi principali delle reazioni allergiche al polline sono di tipo respiratorio, come naso chiuso o che cola e starnuti frequenti, oppure gonfiore, lacrimazione o bruciore agli occhi, tosse, prurito alla gola e al palato. In alcuni casi, si possono anche avere grosse difficoltà a respirare e deglutire. Questi sintomi sono comuni a molte altre malattie o disturbi. Il consiglio che vi diamo è sempre quello di chiedere un parere al vostro medico di base che potrà prescrivervi test affidabili per la diagnosi delle allergie.

La Società italiana di allergologia, asma ed immunologia clinica, SIAAIC, ha diffuso un vademecum sulle allergie estive e sui consigli per il ridurre il rischio di essere punti dagli insetti:

  • non indossare abiti dai colori sgargianti o con stampe floreali;
  • non usare profumi o cosmetici profumati, lacca o altre essenze odorose dolci o floreali;
  • non fare movimenti bruschi in caso di avvicinamento a questi insetti;
  • non camminare scalzi;
  • indossare pantaloni e maglie a maniche lunghe quando possibile;
  • indossare guanti in caso di attività a diretto contatto con la natura come il giardinaggio;
  • utilizzare lozioni anti-puntura per tenere lontani gli insetti.

Le vitamine: dalla A alla E, ecco dove trovarle e perché fare il pieno di benessere

La vitamina A

Rafforza e mantiene sana la pelle, i capelli e le mucose, protegge dalle infezioni i polmoni ed è un prezioso presidio curativo nel trattamento dell’acne e delle foruncolosi. Inoltre partecipa ai processi enzimatici necessari al corretto sviluppo delle ossa e al buon funzionamento del sistema ovarico e testicolare, ed è indispensabile sia per la salute e il funzionamento della retina, che in gravidanza, per garantire lo sviluppo embrionale e il normale processo di crescita del feto, regolando la differenziazione dei tessuti.

Si trova in natura in due forme: il retinolo, cioè la vitamina A già attiva che proviene da fonti di origine animale, e i carotenoidi, suoi precursori presenti nelle verdure a foglia verde scuro e nella frutta tipicamente estiva di colore giallo-arancio (albicocche, carote, zucca, pesche, mango, melone).  Ed è proprio il betacarotene a favorire l’abbronzatura più intensa. Via libera a centrifugati di frutta e verdura ricchi di questa sostanza per una bella tintarella.

Lvitamina B

Le vitamine del gruppo B sono dei micronutrienti fondamentali per il nostro organismo e per il nostro benessere quotidiano perché trasformano il cibo in energia. Svolgono diverse funzioni e devono essere assunte in relazione al fabbisogno giornaliero previsto, che varia anche in base all’età, al sesso e alle condizioni fisiologiche. Ecco dove trovarle:
B1- alimenti di origine animale, come carne di maiale e fegato, ne sono ricchi anche i cereali integrali: pasta e pane, i legumi, la frutta secca e i funghi.
B2 e B3 – alimenti di origine animale, cereali integrali, uova, latte e vegetali a foglia verde. La B3 si trova inoltre nel pesce e nel pollo.
B5 – funghi, patate, lievito di birra e noci
B6 – piselli, spinaci e banane
B7 – tuorlo d’uovo e carne.
B9 ovvero l’acido folico – verdure a foglia verde, lievito e fegato. Cereali integrali, frutta e legumi ne contengono una quantità minore.
B12 – alimenti di origine animale: la carne, le frattaglie, il pollo, il latte e i suoi derivati, le uova, il pesce e i molluschi.

La vitamina C

Rinforza il sistema immunitario, protegge dalle infezioni, contrasta i radicali liberi: questi sono solo i più noti tra gli effetti benefici della vitamina C, o acido ascorbico, un biocatalizzatore davvero fondamentale per la funzionalità dell’intero organismo. La vitamina C interviene nella formazione delle ossa, della pelle e dei denti; sostiene l’attività muscolare, partecipando alla produzione di energia a livello cellulare. E non è tutto: favorisce l’assorbimento del ferro da parte dell’intestino e la sua successiva distribuzione nell’organismo. Fare scorta di ferro mangiando più carni rosse servirebbe a poco, se non accompagnassimo la bistecca con una quantità abbondante di vegetali freschi.  Gli alimenti più ricchi di vitamina C sono: alcuni frutti come  agrumi, ananas, kiwi, fragole, ciliegie ecc., alcune verdure quali lattuga, radicchi, spinaci, broccoletti ecc., alcuni ortaggi tra cui broccoli, cavoli, cavolfiiori, pomodori, peperoni, i tuberi: patate soprattutto se novelle.

Consiglio del farmacista

La papaia fermentata è tra gli integratori naturali più ricchi di vitamina C. Si acquista in bustine o in sciroppo. Le dosi medie (variabili a seconda del prodotto) sono: 25 ml di sciroppo due volte al giorno. Oppure, una bustina al dì, lontano dai pasti

Vitamina D

Aiuta le ossa: mantenere buoni livelli di questa vitamina significa prevenire fratture e, nel tempo, la osteoporosi. Utile anche per i muscoli perché attiva alcuni meccanismi di trasporto del calcio, essenziali per la contrazione muscolare. Favorisce inoltre la salute del cuore, visto che i processi che regolano la coagulazione del sangue e la pressione arteriosa dipendono anche dai suoi livelli. Nelle donne aumenta la regolarità del ciclo e attenua sintomi come l’acne, nei casi in cui questa deriva da un eccesso di ormoni maschili. La vitamina D aiuta a mantenere alti i livelli di leptina, l’ormone che regola il senso di sazietà. Alimenti ricchi di vitamina D sono i pesci cosiddetti grassi, come il pesce spada, lo sgombro, il tonno, lo storione, le sardine, l’aringa e l’anguilla. Bene è anche l’apporto di fegato, burro, formaggi grassi e tuorlo d’uovo: tutti alimenti che devono però essere ben dosati per non eccedere con i grassi saturi. In natura le fonti di approvvigionamento di vitamina D sono due: la luce del sole e gli alimenti. Bastano 40 minuti al giorno in maglietta e pantaloni corti d’ estate per fare una scorta per tutto l’inverno.

La vitamina E

Migliora l’idratazione della pelle e la mantiene elastica, prevenendo rughe, macchie solari e invecchiamento cutaneo grazie alle sue elevate proprietà antiossidanti. Portiamo in tavola quindi cereali integrali, un po’ di frutta secca e condiamo gli alimenti con olio extravergine di oliva tutte fonti di vitamina E.