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Gravidanza e post-parto ai tempi del Coronavirus

In questo momento in Italia ci sono migliaia di donne in gravidanza e da gennaio ad oggi sono nati circa 80.000 bambini (circa 1200 al giorno). La maggior parte dei neonati torna a casa entro i primi tre giorni dopo il parto. In ospedale l’accesso è regolamentato a dovere, proprio per limitare i contatti e ridurre il rischio di contagio. A casa, nessuno può regolamentare, se non noi stessi.

I clinici cinesi, che per primi si sono confrontati con il Coronavirus, hanno valutato l’impatto del virus sulla gravidanza, sulla donna in gravidanza e sul feto e hanno scoperto che, sebbene le donne in gravidanza abbiano un rischio di ammalarsi sovrapponibile a quello delle altre persone, allo stato attuale sembra che il Coronavirus NON passi la placenta e quindi ci permette di dire, almeno stando a questi primi studi, che il bimbo in utero è al sicuro. Questo ci permette di canalizzare tutti i nostri sforzi nel ridurre il rischio di contagio per le donne in gravidanza, in modo da tutelare la loro salute.

Le donne incinte DEVONO osservare le stesse norme previste per tutti:

  • evitare di uscire in luoghi pubblici
  • evitare i luoghi affollati
  • mantenere una distanza di almeno un metro dal prossimo
  • evitare il contatto fisico
  • lavarsi accuratamente le mani con il sapone evitando di toccarsi il volto
  • stare lontano dalle persone che presentano segni o sintomi di infezione respiratoria in genere
  • dedicarsi a se stesse e al loro bambino, senza altri pensieri

Siamo in una condizione nuova, mai vista prima d’ora per le nostre generazioni, e dunque occorre la responsabilità di tutti e qualche piccola rinuncia, soprattutto in vista del parto e del puerperio, che sono momenti molto impegnativi, dal punti di vista delle risorse fisiche e psichiche, e dunque bisogna prepararsi ad affrontarli al meglio e bisogna delegare agli altri tutto ciò che si può delegare. Le puerpere che tornano a casa devono essere consapevoli che oltre al carico normale legato al puerperio,  hanno anche il carico dato dall’epidemia in corso.

I neonati, una volta fuori dall’utero materno, hanno gli stessi rischi di tutti noi di incontrare il virus e ammalarsi: non sappiamo ancora nulla di come il coronavirus si comporti nei neonati, e questa assenza di conoscenza scientifica ci chiede una ulteriore cautela collettiva.

Come comportarsi – Qual è il codice di comportamento più adeguato? 

1) Fare gli auguri a mamma e papà a distanza e chiedere se hanno bisogno di qualche aiuto pratico

2) Stare lontani dalla casa del bimbo, almeno finchè l’emergenza coronavirus non sarà passata, e privilegiare i contatti telematici

3) Se i genitori, che magari rientrano nella categoria degli scettici, vi invitano a casa, evitate comunque assembramenti e avviciniamoci al bambino con moderazione, deferenza e rispetto, uno alla volta, chiedendo il permesso SENZA toccarlo

4) Se co-abitiamo con i neo-genitori dobbiamo ricordarci di evitare luoghi affollati e occasioni di contagio, stare a distanza, lavarci le mani, NON toccare la nostra faccia, NON toccare quella del bambino e nemmeno le sue mani o altre parti del suo corpo che lui possa poi mettere in bocca. Stare a un metro di distanza dalla nuova famiglia è quello che ci vuole in questo momento storico.

5) Se abbiamo bambini piccoli potenzialmente esposti al contagio e possibili vettori privilegiati, non andare a trovare il neonato.

6) Se vogliamo manifestare il nostro affetto alla neo-mamma e al neo-papà possiamo farlo facendo tante altre cose per loro, facendo la spesa, cucinando, facendo piccole commissioni o servizi, ma limitando il più possibile i contatti diretti

Il neonato al tempo del Coronavirus sta comodissimo in braccio alla sua mamma e al suo papà. Non ha bisogno di altre braccia che vanno e che vengono: se sapremo aspettare, arriverà un momento più opportuno per le coccole in sicurezza.

Conseguenze fisiche e psicologiche dell’epidemia 

Ci troviamo a fronteggiare per la prima volta dal dopoguerra una situazione di emergenza pubblica mai sperimentata prima. Questa sensazione di allarme, di confusione sul da farsi, di assenza di controllo e di attesa forzata di tempi migliori può scatenare una notevole ansia e condizionare fortemente i nostri comportamenti e il nostro stato d’animo. Considerando che la gravidanza e il post-parto sono due momenti che già in condizioni normali si associano a una rivoluzione interiore e a una lunga serie di cambiamenti sul piano individuale, di coppia e relazionale, va da sé che dover fronteggiare oltre che gli aspetti fisiologici del cambiamento anche l’emergenza sanitaria può scatenare uno stress molto importante.

È piuttosto tipico delle neo-madri associare la cura amorevole del neonato all’aumento della vigilanza, della protettività e della preoccupazione, soprattutto durante la prima esperienza di genitorialità o a seguito di precedenti complicanze. Questo fondo di preoccupazione e di controllo tende ad attenuarsi via via che, settimana dopo settimana, i genitori e il bambino iniziano a conoscersi meglio e ad acquisire maggiore sicurezza e confidenza nelle proprie capacità.

Inserire in questo delicato equilibrio dinamico una preoccupazione angosciosa come quella che stiamo vivendo in questi giorni può trasformare l’accudimento in ansia e la naturale protettività in iperprotettività. Le madri hanno bisogno a loro volta di sentirsi protette e di non dover aggiungere preoccupazioni a quelle che già normalmente possono girare loro nella testa dopo il parto.

I padri possono esercitare in parte questa opera di protezione, ma a loro volta, in un momento di questo tipo, hanno bisogno anch’essi di una base sicura per potersi orientare, perché sono persone, non automi, e non è mai piacevole vedere la propria compagna preoccupata e non riuscire a fare nulla.

I neonati in tutto ciò, hanno delle microscopiche antennine wireless e si accorgono benissimo se la mamma è spaventata e il papà non riesce a rassicurarla. Questo si traduce in un generale senso di tensione e nervosismo, che non fa bene a nessuno.

Per questi motivi è importante che le donne in gravidanza ed i neogenitori adottino i piccoli accorgimenti indicati dall’OMS e dal Ministero della Salute, chiedendo a parenti ed amici di rispettarli senza se e senza ma.

Le attuali raccomandazioni sono riassunte e pubblicate (con costanti aggiornamenti) anche sul sito della Associazione CiaoLapo ETS per la tutela della gravidanza e della salute perinatale (www.covid.ciaolapo.it).

Esenti in gravidanza, niente ticket sugli accertamenti

Le coppie che desiderano avere un bambino e le donne in stato di gravidanza hanno diritto a eseguire gratuitamente, senza ticket, alcune prestazioni specialistiche e diagnostiche utili per tutelare la loro salute e quella del nascituro, erogate nelle strutture sanitarie pubbliche e in quelle private accreditate, tra cui i consultori familiari. Per avere l’esenzione non è previsto alcun attestato: basta che di volta in volta il medico apponga sulla prescrizione il codice relativo all’esenzione per gravidanza. Alcune Regioni hanno, tuttavia, fornito in materia indicazioni diverse, ed è per questo che è bene rivolgersi alla propria ASL per verificare se è previsto il rilascio di un documento.

L’esenzione è del tutto indipendente dal reddito dell’assistita. In funzione preconcezionale sono inoltre previste alcune prestazioni in esenzione per l’uomo (qualora la donna sia portatrice di emoglobinopatie) e per la coppia, in
questo caso allo scopo di:
• individuare il gruppo sanguigno e il fattore Rh di entrambi;
• verificare in entrambi se c’è sifilide;
• verificare se c’è infezione da Hiv;
• svolgere vari accertamenti previsti dopo due aborti consecutivi o pregresse patologie della gravidanza con morte perinatale, o familiarità per patologie ereditarie.

Deve prescrivere lo specialista se…

E’ necessaria la prescrizione di un medico genetista o di uno specialista pubblico per:

  • prestazioni rese in funzione preconcezionale  o pregresse patologie della gravidanza con morte perinatale, o familiarità per patologie ereditarie.
  • prestazioni ulteriori rese in funzione preconcezionale dirette d accertare eventuali difetti genetici
  • prestazioni ulteriori rese nel corso della gravidanza in presenza di condizioni patologiche della donna che comportino un rischio materno o fetale (in questo caso può prescrivere solo lo specialista pubblico)
  • prestazioni per la diagnosi prenatale invasiva in gravidanza in alcune specifiche condizioni di rischio per il feto

A che cosa si ha diritto GRATIS

In funzione preconcezionale:

  • a una prima visita ginecologica e ad alcuni esami tra cui il dosaggio degli anticorpi contro la rosolia, l’emocromo, il Pap Test, la verifica dell’emoglobina;
  • alle prestazioni necessarie e appropriate per accertare un rischio procreativo correlato a una malattia o un rischio genetico in uno o entrambi i genitori, evidenziati dalla storia clinica o familiare della coppia;

Nel corso della gravidanza:

  • alle visite periodiche ostetriche-ginecologiche;
  • agli esami con cui viene seguita la gravidanza;
  • ai corsi di accompagnamento alla nascita (training prenatale);
  • all’assistenza al puerperio;
  • alle prestazioni specialistiche ambulatoriali necessarie per il monitoraggio della gravidanza;
  • in caso di condizioni patologiche che comportano un rischio per la madre o per il feto, a tutte le prestazioni specialistiche necessarie al monitoraggio della condizione patologica;

Tiroide, cose da sapere e consigli per proteggerla

La tiroide è una ghiandola che si trova nella parte anteriore del collo e regola con i suoi ormoni (T3, T4 e tireotropina) le funzioni metaboliche, le ossa e l’apparato vascolare. Non solo. Specie nelle donne la tiroide interviene anche in altre funzioni come la corretta idratazione della pelle, la regolarità del ciclo mestruale e la crescita dei capelli. Dunque bisogna difenderla. Ecco alcuni consigli:

ALIMENTAZIONE – Lo iodio è un minerale che contribuisce allo sviluppo e al buon funzionamento della ghiandola tiroidea. Per poter funzionare correttamente, la tiroide necessita di un adeguato apporto nutrizionale giornaliero di iodio pari a 150 ug. Gli alimenti più ricchi di iodio sono i pesci ed i crostacei, le uova, il latte e la carne. Quantità minori sono contenute nella frutta e nella verdura. È necessario provvedere ad una integrazione mediante il consumo di sale iodato in modiche quantità per evitare ricadute sulla pressione arteriosa. Evitate alcol e caffeina. Non aiutano e possono provocare problemi, specie se bevuti con dosi eccessive;

PREVENZIONE – L’ormone tiroideo regola importanti processi come la regolazione del metabolismo, il battito cardiaco, il funzionamento intestinale, l’appetito, l’umore e molti altri.  Se sospetti di soffrire di disturbi alla tiroide, la prima cosa da fare è rivolgerti al tuo medico per una valutazione del quadro generale e, dopo gli opportuni accertamenti, fornirti una cura. È importante descrivere nel dettaglio tutti i tuoi sintomi in modo che il medico possa formulare una diagnosi il più possibile precisa.

GRAVIDANZA – È importante monitorare l’ormone tiroideo soprattutto in gravidanza, durante la vita fetale e neonatale. La carenza di ormone tiroideo può portare a gravi conseguenze sullo sviluppo intellettivo, provocando problemi come ritardo mentale, sordomutismo e paralisi spastica. Per tale ragione, il fabbisogno di iodio è particolarmente elevato nelle donne in dolce attesa e nei bambini.

STANCHEZZA – La stanchezza eccessiva è un sintomo che potrebbe rappresentare un campanello di allarme riconducibile sia ad una produzione eccessiva di ormoni tiroidei (ipertiroidismo) sia ad una funzionalità ridotta di questi ultimi (ipotiroidismo). La tiroide guida la produzione di ormoni di tutto il corpo e perciò influenza tutte le funzioni dell’organismo stesso. In caso di mal funzionamento della tiroide è comune che possa insorgere un generale rallentamento o una riduzione delle funzioni corporee. Uno tra i sintomi più comuni provocati dalle diverse disfunzioni tiroidee è la stanchezza cronica.

UMORE – Anche se nessuno ci pensa, c’è uno stretto collegamento tra ormone tiroideo e tono dell’umore. Sia per quanto riguarda l’iper che l’ipotiroidismo è stato osservato che, in molti pazienti, sono presenti modificazioni comportamentali e del tono dell’umore. La corretta assunzione di specifici farmaci generalmente comporta la regressione della sintomatologia da carenza o eccesso ormonale comprese quelle sul tono dell’umore.

Gravidanza in estate: consigli e dritte per affrontarla al meglio

In estate la donna in gravidanza patisce maggiormente l’aumento della temperatura rispetto alla popolazione generale. Il progesterone, l’ormone della gravidanza, è responsabile dell’aumento della temperatura corporea fino ad 1 grado in più rispetto al basale in corso di gestazione. Inoltre le variazioni ormonali e l’aumento di dimensioni dell’utero rendono più difficoltoso il ritorno venoso e si avverte facilmente un senso di pesantezza agli arti inferiori.

Ecco alcuni consigli su come affrontare questo periodo dell’anno per le donne incinte:

  • Gambe gonfie, senso di irrequietezza, notte disturbata dai crampi e bruciori sono la conseguenza dell’accumulo di liquido tra i capillari, dilatati e resi meno elastici dal caldo. Per aggirare l’ostacolo è consigliabile muoversi, camminare almeno per mezz’ora ogni giorno meglio se nell’acqua. In questo modo si stimola la circolazione e si contrasta la ritenzione idrica tra i vasi sanguigni.
  • Quando il “pancione” comincia a pesare è bene prediligere abiti comodi, in tessuti naturali come il lino e il cotone, che non inibiscono la traspirazione, e dai colori chiari.  Anche le scarpe sono molto importanti: devono abbracciare il piede ma non essere in nessun caso costrittive e pesanti, meglio se a pianta larga e con tacco basso, di circa 3 cm.
  • A tavola, contro il ristagno dei liquidi e il gonfiore, la strategia migliore prevede una drastica riduzione del sale, una dose giornaliera abbondante di acqua, almeno un litro e mezzo, evitando bevande quali tè, caffè e alcolici, che favoriscono la disidratazione. La dieta mediterranea è un ottimo rimedio contro i fastidi estivi. Infatti frutta e verdura di stagione, pasta, cereali e legumi, pesce, olio d’oliva, sono i principali alimenti da assumere in estate e ancor più in gravidanza.
  • Docce e bagni frequenti possono essere utili per rinfrescarsi rapidamente, ma non è il caso di usare il sapone tutte le volte (la pelle potrebbe irritarsi). Per ridurre la sensazione di calore può essere utile ricorrere all’uso di climatizzatori, in quanto sono in grado di abbassare non solo la temperatura ma anche il livello di umidità, che in estate rende il caldo ancor più insopportabile.  E’ opportuno ricordare però, di non esagerare, con le basse temperature: 5-6 gradi in meno rispetto all’esterno sono sufficienti per ottenere una condizione di benessere. Viceversa, una differenza troppo marcata espone a bruschi sbalzi termici che possono provocare raffreddori e mal di gola.
  • Se la gravidanza è fisiologica, non c’è pressione alta, diabete o altri disturbi, la futura mamma può andare dappertutto, pur con le dovute attenzioni e secondo il parere del proprio ginecologo. Un buon consiglio è di tenere sempre in considerazione l’epoca di gestazione: nel primo trimestre non ci sono particolari problemi e, se la gestante se la sente, nulla vieta di trascorrere qualche giorno di relax nel luogo che preferisce.  Il miglior periodo per viaggiare potrebbe essere tra il quinto e il settimo mese poiché nausea e vomito dovrebbero essere scomparsi. Per i vostri spostamenti in linea di massima vanno bene tutti i mezzi (eccetto la moto), meglio evitare lunghi viaggi, prediligendo il mezzo più veloce soprattutto verso il termine della gravidanza.
  • Al mare: proteggetevi con creme con filtri solari elevati (con un fattore di protezione dai 30+ ai 50+) ed evitate di esporvi al sole nelle ore più calde, non è opportuno restare in spiaggia nelle ore centrali della giornata: il caldo provoca una vasodilatazione sanguigna aumentando il rischio di ipotensione.  E’ meglio quindi approfittare delle ore centrali della giornata per riposare, possibilmente in un luogo fresco in modo da recuperare il sonno che spesso si perde di notte a fine gravidanza.
  • Infine, se preferite andare in montagna, è opportuno non superare i 1300-1400 metri di altitudine. Se fate delle passeggiate, queste dovranno essere sempre piacevoli e non faticose, per questo bisogna scegliere zone pianeggianti e non avventurarsi in scarpinate stancanti e pericolose.

La pillola del giorno dopo, tutto quello che devi sapere

La pillola del giorno dopo è una contraccezione di emergenza farmacologica e può essere richiesta allo scopo di evitare una gravidanza indesiderata dopo un rapporto sessuale non protetto o non protetto adeguatamente. Il termine “emergenza” sottolinea che questa forma di contraccezione deve rappresentare una misura occasionale e non essere adottata come consueto metodo contraccettivo.

La pillola del giorno dopo è una compressa che va assunta subito dopo un rapporto a rischio di gravidanza indesiderata, non oltre 72 (entro 3 giorni) o 120 ore (entro 5 giorni). In Italia è disponibile in due versioni: una contenente il progestinico sintetico levonorgestrel, composta da 1 compressa da 1,5 mg da assumere in un’unica somministrazione, e una a base dell’anti-progestinico ulipristal acetato, composta da 1 compressa da 30 mg da assumere anche in questo caso in un’unica somministrazione.

La compressa a base di levonorgestrel agisce inibendo o ritardando l’ovulazione, impedendo il picco dell’ormone LH, che induce l’ovulazione. Tale effetto viene a mancare se la pillola viene assunta quando si è già in fase periovulatoria. L’ulipristal acetato riesce ad evitare il concepimento principalmente ritardando o bloccando il picco dell’ormone luteinizzante LH in fase periovulatoria e per questa ragione può agire fino a 120 ore dopo l’avvenuto rapporto a rischio gravidanza.

Si può usare la pillola del giorno dopo nel caso in cui si ha motivo di pensare che il proprio contraccettivo ha fallito. Ad esempio, il preservativo non è stato usato in maniera corretta, oppure si è rotto o sfilato. Oppure ci si è dimenticate di assumere una o più pillole, di rimettere il cerotto o l’anello alla data prevista, o, anche nel caso in cui durante il rapporto non sia stato utilizzato alcun metodo contraccettivo.

È bene sapere che non interrompe una eventuale gravidanza nel cento per cento dei casi, per questo sarebbe meglio cautelarsi sempre a priori con metodi anticoncezionali adeguati, come la pillola ormonale o il preservativo.

La contraccezione orale d’emergenza deve essere assunta al più presto possibile. Per avere la massima azione, la somministrazione dovrebbe avvenire nelle prime 24 ore dal rapporto a rischio (in tal caso, l’efficacia dell’ulipristal si dimostra 3 volte superiore a quella del levonorgestrel).  La pillola del giorno dopo è un contraccettivo d’emergenza che si acquista in farmacia o parafarmacia senza obbligo di ricetta o prescrizione. L’obbligo di ricetta è valido solo per le ragazze al di sotto dei 18 anni.

 

10 regole per lavare correttamente frutta e verdura in gravidanza

In gravidanza è necessario lavare la frutta e la verdura con detergenti particolari o è sufficiente l’acqua? Vediamo come lavare gli alimenti durante questo periodo delicato della vita di una donna, per garantire la sicurezza di mamma e bambino.

Per lavare frutta e verdura in gravidanza non sono necessari costosi detergenti o prodotti particolari perchè  non sono sempre sicuri, possono lasciare residui sui vegetali e determinare la perdita di nutrienti nell’alimento, come vitamine e minerali.

Durante la gravidanza possiamo garantire igiene e sicurezza degli alimenti vegetali e prevenire la Toxoplasmosi lavando la frutta e la verdura con una semplice soluzione di acqua e bicarbonato di sodio, un prodotto naturale, economico e sicuro. Per un risultato ottimale bisogna seguire delle semplici regole:

  • lavare la frutta e la verdura con acqua corrente fredda e potabile per eliminare eventuali residui di terra, insetti o altro;
  • in caso di ortaggi molto sporchi, spazzolare la superficie del vegetale con uno spazzolino ed eliminare le parti rovinate o ammaccate.
  • riempire una bacinella con dell’acqua, aggiungere un cucchiaino di bicarbonato di sodio per ogni litro di acqua e immergere la frutta o la verdura da lavare.
  • lasciare agire per circa cinque minuti e infine risciacquare i vegetali con acqua corrente.

Potete lavare in questo modo tutti i tipi di frutta e tutti i tipi di verdura, in particolare quella che si consuma cruda come le insalate, i pomodori, le carote eccetera. Ma attenzione:

  • Per non correre rischi in gravidanza è bene lavarsi accuratamente le mani prima di maneggiare qualsiasi tipo di alimento e dunque anche prima di pulire la frutta o la verdura.
  • La frutta andrebbe lavata anche quando non si consuma con la buccia, poiché eliminando la buccia, eventuali contaminanti presenti su di essa possono essere trasferiti alla parte edibile del frutto.
  • Dopo il taglio o la sbucciatura, i prodotti ortofrutticoli devono essere refrigerati entro 2 ore, sopratutto in estate.
  • Non lavare questi prodotti se bisogna conservarli in frigorifero perché favoriresti lo sviluppo dei microrganismi.
  • L’aceto in gravidanza aiuta ad eliminare i batteri, ma dipende dalla sua concentrazione a dalla durata di uso, in generale è sconsigliato
  • Si possono immergere in un recipiente pieno d’acqua, ma  l’ammollo prolungato può determinare la perdita di acqua ed elementi nutritivi dal vegetale.