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Allergie: come scoprire cosa le provoca

Prick test e patch test sono esami con cui individuare la causa di reazioni a sostanze presenti nell’ambiente o nei cibi: è il presupposto per prevenzione e terapia mirate.

Reazioni dell’organismo verso sostanze presenti nell’ambiente (per esempio nell’aria, ed è il caso, tra l’altro, dei pollini) o negli alimenti. Le allergie sono patologie molto diffuse, tanto che interessano circa una persona su quattro. Individuare gli agenti che le provocano (allergeni) è la base di efficaci comportamenti di prevenzione e di una possibile terapia desensibilizzante, quella che può risolvere alla radice il problema laddove le altre, attuabili anche con farmaci che può consigliare il farmacista, puntano al contrasto dei sintomi. Per fare ciò sono preziosi i cosiddetti prick test e patch test, esami di reazione cutanea con i quali si possono saggiare diversi tipi di possibili allergeni.

Prick test

È un esame rapido e indolore, che può essere eseguito su adulti e bambini. Consente di mettere in evidenza la presenza di anticorpi (IGE) responsabili delle manifestazioni allergiche. La prova, per ogni agente di cui verificare la capacità di provocare allergia nel soggetto, consiste nell’applicazione di una goccia di quella sostanza sulla cute dell’avambraccio (nei bambini il test può essere effettuato anche nella parte superiore della schiena); la pelle viene poi punta leggermente con una lancetta sterile in corrispondenza della goccia, per consentire all’allergene di penetrare nell’epidermide. Per verificare se la reazione della pelle sia normale o eccessiva vengono applicate anche sostanze di riferimento quali istamina, glicerina o una soluzione salina. L’istamina dovrebbe provocare una reazione cutanea: se questa non si presenta il test potrebbe non essere in grado di rivelare un’allergia. Se, invece, producono un effetto sulla pelle la glicerina o la soluzione salina, che nella maggior parte delle persone non inducono alcuna reazione, occorre sospettare che il test possa fornire una falsa diagnosi di allergia. Dopo circa 15 minuti di attesa, si esamina la cute per valutare se sia presente, e in quale misura, una reazione agli allergeni, consistente nella comparsa di rigonfiamenti che provocano prurito, contornati da un alone arrossato: manifestazioni molto simili, insomma ai pomfi provocati dalla puntura di una zanzara.

Patch test

Solitamente lo si esegue per verificare se una certa sostanza provochi una reazione allergica cutanea (dermatite da contatto); è un esame indolore che si effettua con l’applicazione, sulla pelle del dorso, di cerotti contenenti gli allergeni da valutare. Questi vengono lasciati sulla cute per 48-72 ore, nel corso delle quali occorre, per far sì che non si stacchino, evitare di bagnarsi e cercare di limitare la sudorazione, come quella indotta da attività fisica e lavori pesanti. Dopo 48 ore, il medico procede a una prima lettura per verificare l’eventuale presenza di reazioni cutanee (eritema, edema, papule o vescicole). A 72 ore dall’applicazione dei cerotti viene eseguita la lettura definitiva. A differenza del prick test, il cui risultato si conosce già al termine dell’esame, il patch test richiede tempi piuttosto lunghi, poiché saggia le reazioni mediate da cellule (e non da anticorpi), che necessitano di almeno due giorni per prodursi. Per sottoporsi a questi esami non è necessaria una preparazione, ma per una serie di ragioni è bene informare il medico.

Farmaci che falsano

I medicinali possono interferire con le prove allergiche?
Sì. Alcuni farmaci possono attenuare le reazioni allergiche, impedendo ai test cutanei di fornire risultati accurati; altri possono accrescere il rischio di sviluppare una grave reazione allergica durante un test. Perciò, prima di programmare un test cutaneo, occorre portare al medico un elenco di tutti i medicinali che si assumono.

I farmaci che possono interferire con i test cutanei includono:

  • antistaminici quali idrossizina, loratadina, difenidramina, clorfeniramina, cetirizina e fexofenadina; • antidepressivi triciclici, come nortriptilina e desipramina;
  • alcuni farmaci per il bruciore di stomaco, come cimetidina e ranitidina;
  • l’antiasmatico omalizumab, i cui effetti sui test allergici permangono per sei mesi o più anche dopo la sospensione, mentre la maggior parte degli altri medicinali citati influisce sui risultati per giorni o settimane.

Quando è meglio evitare i test?

I test cutanei sono generalmente sicuri per adulti e bambini di tutte le età, compresi i neonati. Tuttavia, il medico può sconsigliarli a chi:

  • ha avuto in precedenza una grave reazione allergica: potrebbe essere così sensibile a determinate sostanze che anche le piccole quantità utilizzate nei test cutanei potrebbero innescare una manifestazione pericolosa per la vita (anafilassi);
  • prende farmaci che potrebbero interferire con i risultati del test: il medico può stabilire che è meglio continuare a prendere questi farmaci e rinunciare al test cutaneo piuttosto che interromperli anche solo temporaneamente;
  • ha condizioni patologiche della pelle come l’eczema o la psoriasi: se queste interessano ampie aree cutanee sulle braccia e sulla schiena – abituali sedi dei test – potrebbe non esserci abbastanza pelle non coinvolta per eseguire un test efficace;
  • ha altre condizioni della pelle che possono rendere inaffidabili i risultati del test, come il dermatografismo, un’eccessiva reattività della cute agli stimoli meccanici, che si manifesta con significativa e protratta vasodilatazione (più raramente vasocostrizione) nei punti sottoposti a strisciamento o pressione.

 

Le allergie estive non vanno in vacanza, ecco quelle più pericolose

Crostacei, frutta e ambrosia

Contengono allergeni e potenzialmente il parassita allergizzante, l’anisakis, in grado di provocare orticaria e persino shock anafilattico. Anche nella buccia della frutta con l’osso come pesche, albicocche e susine sono contenute sostanze allergizzanti, ecco perché è meglio mangiarle sbucciate. Tra i sintomi allergici provocati troviamo il prurito alla lingua o il classico nodo in gola. Anche l’ambrosia, pianta estiva che fiorisce nelle zone adiacenti a strade e ferrovie, può causare asma, rinite e lacrimazione.

Escrementi degli acari, punture di insetti e meduse

Gli acari, o meglio i loro escrementi celati nei luoghi più impensabili delle nostre case come divani e materassi possono provocare reazioni allergiche. Occhio anche alle punture di api, vespe e calabroni. Durante l’estate questi insetti tendono a pungere di più: escono, soprattutto, quando mangiamo o beviamo all’aperto in spiaggia, in piscina o nei prati. Se è normale che si gonfi un po’ la parte di pelle che è stata punta, non è normale che il gonfiore e il rossore si estendano per diversi centimetri, si corre il rischio di avere uno shock anafilattico. Anche le punture di medusa sono molto dolorose e possono portare ad una reazione anafilattica grave,  soprattutto se si è compiuto uno sforzo fisico al momento della puntura o se si sono assunti antiinfiammatori nei giorni precedenti.

Crema Solare 

Alcuni soggetti sono allergici ai filtri solari chimici che, se da una parte proteggono meglio la pelle, dall’altra risultano essere allergenici per una percentuale maggiore di persone. Si raccomanda di preferire creme solari e cosmetici con un ridotto numero di ingredienti; prima di acquistare un nuovo prodotto, si consiglia di leggere attentamente la lista dei componenti contenuti. Il nostro consiglio è di rivolgervi al vostro medico di famiglia in caso di dubbio e in presenza di reazioni cutanee.

Pollini

I sintomi principali delle reazioni allergiche al polline sono di tipo respiratorio, come naso chiuso o che cola e starnuti frequenti, oppure gonfiore, lacrimazione o bruciore agli occhi, tosse, prurito alla gola e al palato. In alcuni casi, si possono anche avere grosse difficoltà a respirare e deglutire. Questi sintomi sono comuni a molte altre malattie o disturbi. Il consiglio che vi diamo è sempre quello di chiedere un parere al vostro medico di base che potrà prescrivervi test affidabili per la diagnosi delle allergie.

La Società italiana di allergologia, asma ed immunologia clinica, SIAAIC, ha diffuso un vademecum sulle allergie estive e sui consigli per il ridurre il rischio di essere punti dagli insetti:

  • non indossare abiti dai colori sgargianti o con stampe floreali;
  • non usare profumi o cosmetici profumati, lacca o altre essenze odorose dolci o floreali;
  • non fare movimenti bruschi in caso di avvicinamento a questi insetti;
  • non camminare scalzi;
  • indossare pantaloni e maglie a maniche lunghe quando possibile;
  • indossare guanti in caso di attività a diretto contatto con la natura come il giardinaggio;
  • utilizzare lozioni anti-puntura per tenere lontani gli insetti.