Novavax, dal 7 marzo disponibile in farmacia

Da lunedì 7 marzo al via le somministrazioni del nuovo vaccino  Novavax nelle farmacie di Roma e del Lazio ancora una volta in prima linea nel contrasto al Covid-19. Per il momento, è prevista una fornitura di circa 2mila dosi settimanali per le farmacie di tutta la Regione. Ogni singola farmacia riceverà 10 dosi settimanali.

Il Nuvaxovid (Novavax appunto) viene somministrato sempre per via intramuscolare ed è ufficialmente incluso tra i vaccini autorizzati per l’utilizzo nell’Unione Europea, al momento per il solo ciclo primario (quindi prima e seconda dose) con una distanza di 3 settimane (21 giorni) l’una dall’altra.

Può procedere con la prenotazione su https://prenotavaccino-covid.regione.lazio.it/ chiunque abbia un’età pari o superiore a 18 anni e non si sia ancora vaccinato contro il Covid. Il sistema del portale, contestualmente alla prenotazione della prima dose, fisserà in automatico l’appuntamento per la seconda. a distanza di tre settimane dalla prima.

Le persone assistite dal Servizio sanitario regionale del Lazio che vogliono prenotare il vaccino devono:

  • avere a disposizione la propria tessera sanitaria (in corso di validità) per comunicare il codice fiscale e le ultime 8 cifre del codice numerico TEAM posto sul retro della tessera;
  • scegliere nell’elenco la farmacia dove intendono ricevere il vaccino;
  • selezionare il giorno;
  • lasciare il proprio numero di telefono: la Farmacia scelta chiamerà per fissare l’orario dell’appuntamento.

 

Farmaci falsificati: attenzione agli acquisti su Internet

Quelle che sul web vengono spesso presentate come ‘offerte imperdibili’ risultano sempre di più prodotti  falsificati o illegali. Lo afferma l’Agenzia nazionale del farmaco che sottolinea un preoccupante incremento delle segnalazioni ricevute da cittadini, associazioni e aziende riguardo a prodotti  acquistati on line da canali non autorizzati. L’AIFA richiama l’attenzione sui rischi legati a questo tipo di acquisti, invitando ancora una volta i consumatori a diffidare di e raccomandando massima cautela nell’acquisto di farmaci su Internet.

Le contraffazioni più diffuse

Diversi sono i tipi di farmaci contraffatti in circolazione:

  • prodotti esteriormente simili a quelli autentici, che però non contengono principi attivi o ne hanno di diversi, talvolta anche nocivi;
  • farmaci in origine autentici, che vengono manipolati e resi così inefficaci se non nocivi;
  • medicinali con i giusti componenti ma in quantità non esatte, e/o in formulazioni che, per esempio, non rispettano i requisiti per la scadenza indicata;
  • prodotti validi, ma importati illegalmente mediante operazioni di mercato parallelo.

Chi può vendere on line e come

In Italia non è consentita la vendita on line di farmaci che richiedono la ricetta medica. I medicinali senza obbligo di prescrizione, resi riconoscibili dal bollino riportato a fianco, possono essere venduti su Internet, dietro autorizzazione, solo da farmacie e parafarmacie o corner della salute della grande distribuzione organizzata, ma non da altri soggetti, compresi i distributori di farmaci all’ingrosso.

Ad autorizzare la vendita on line è la Regione o Provincia autonoma o altre autorità competenti da queste incaricate. Una farmacia, parafarmacia o corner che abbia ricevuto l’autorizzazione è riconoscibile da un logo che deve essere chiaramente visibile, nel suo sito web, su ciascuna pagina in cui si vendono i medicinali, e che rimanda, per la verifica della regolarità, al sito del Ministero della salute; non è consentito utilizzare il logo nelle pagine impiegate per prodotti diversi dai medicinali senza obbligo di prescrizione (dispositivi medici, integratori alimentari, cosmetici, eccetera).

L’elenco delle farmacie e degli esercizi commerciali autorizzati alla vendita al pubblico dei medicinali è presente sul sito Internet del Ministero della salute.

Qual è il miglior trattamento anticalvizie?

I trattamenti anticalvizie funzionano? Ce ne sono alcuni che funzionano meglio degli altri?
Una nuova meta-analisi ha messo in rassegna più di 20 ricerche sull’argomento. I ricercatori hanno analizzato l’impatto sul diradamento dei capelli maschili di vari dosaggi per due o quattro mesi dei tre farmaci orali e topici più diffusi: minoxidil, dutasteride e finasteride.

  1. Dutasteride

Sembra il migliore, ma attenzione agli effetti collaterali!
L’assunzione di 0,5 milligrammi al giorno di Dutasteride orale aveva la più alta probabilità di ridurre la caduta dei capelli maschile. Dutasteride è un farmaco da prescrizione approvato per l’iperplasia prostatica benigna. È anche usato off label per trattare la calvizie maschile. Off label significa  che è utilizzato per fini terapeutici non previsti dal foglietto illustrativo. Dutasteride ha però effetti collaterali più gravi rispetto a molti trattamenti, inclusa la perdita del desiderio sessuale e la capacità di ottenere e mantenere un’erezione.

  1. Finasteride

I risultati sostengono che occorre assumerne 5 milligrammi al giorno. Finasteride, un altro farmaco da prescrizione della stessa famiglia chimica della dutasteride, è usata anche per il trattamento dell’ingrossamento della prostata, però ha ricevuto l’approvazione anche come trattamento per la caduta dei capelli. Finasteride ha anche provocato il maggiore aumento del numero totale di capelli a 48 settimane. Questo può anche avere un impatto sulle capacità sessuali maschili, ma è meno potente di suo cugino Dutasteride, quindi, potrebbe essere una scelta migliore per alcuni uomini, che hanno già difficoltà in tal senso.

  1. Minoxidil

Il terzo trattamento di maggior successo per la calvizie maschile è una pillola che contiene 5 milligrammi di minoxidil orale. È il farmaco che ha causato il maggior aumento del numero dei capelli terminali dopo due mesi. I capelli terminali sono quelli che danno un maggiore effetto pieno alla chioma.

Altre soluzioni e conclusioni della ricerca: leggi l’articolo originale QUI. 

 

5 strategie per affrontare gli attacchi di panico

Gli a𝐭𝐭𝐚𝐜𝐜𝐡𝐢 𝐝𝐢 𝐩𝐚𝐧𝐢𝐜𝐨 non sono mai piacevoli, ma puoi gestirli! Ecco alcune strategie per auto-controllarsi:
  • 𝐑𝐢𝐜𝐨𝐧𝐨𝐬𝐜𝐞𝐫𝐞 𝐢 𝐬𝐢𝐧𝐭𝐨𝐦𝐢: aiuta a evitare di confondere l’attacco di panico con altre problematiche (un attacco cardiaco, la sensazione di “perdere la testa”, ad esempio) e spaventarsi inutilmente.
  • 𝐈𝐦𝐩𝐚𝐫𝐚𝐫𝐞 𝐞𝐬𝐞𝐫𝐜𝐢𝐳𝐢 𝐝𝐢 𝐫𝐞𝐬𝐩𝐢𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞: per ridurre la risposta fisica all’attacco di panico, normalizzare il battito cardiaco e ridurre la sensazione di ansia.
  • 𝐃𝐢𝐬𝐭𝐨𝐠𝐥𝐢𝐞𝐫𝐞 𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐜𝐞𝐧𝐭𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞: quando si verifica l’episodio, smettere di focalizzarsi sul momento di panico aiuta a sentirsi meglio. Alcune strategie possono essere lavarsi il viso, accarezzare l’animale da compagnia, annusare un’essenza piacevole, fare movimento fisico, riordinare la stanza etc.
  • 𝐌𝐨𝐧𝐢𝐭𝐨𝐫𝐚𝐫𝐞 𝐠𝐥𝐢 𝐞𝐩𝐢𝐬𝐨𝐝𝐢: annotarsi quando, dove e in che occasione si sono presentati, per individuare se ci sono dei punti in comune che li possono aver scatenati.
  • 𝐂𝐡𝐢𝐞𝐝𝐞𝐫𝐞 𝐚𝐢𝐮𝐭𝐨: gli specialisti in salute mentale possono aiutare a gestire gli attacchi e il disturbi di panico, sia con una appropriata terapia farmacologica che con insegnando ad affrontare e superare i propri condizionamento agendo sul comportamento e sul pensiero.

Fonte: https://rb.gy/qh1qmd

Dona un farmaco a chi ne ha bisogno, in farmacia fino al 14 febbraio

Dall’8 al 14 febbraio si svolgerà la 22ª Giornata di Raccolta del Farmaco. In 5.000 farmacie in tutta Italia sarà possibile acquistare un farmaco da banco per i bisognosi.

C’è un grande bisogno di voi! C’è un’emergenza che, con o senza Covid, si protrae da anni (e col Covid si è aggravata): si tratta delle persone in condizione di povertà sanitaria. Nel 2021, erano 600.000, e hanno chiesto aiuto alle realtà assistenziali per farsi curare, (163.000 persone in più del 2020, pari al +37%).

Ma c’è un’altra ragione, oltre all’urgenza di chi è povero, per partecipare: la tenuta sociale del Paese, senza realtà benefiche e assistenziali, sarebbe stata e sarebbe tuttora e rischio. Per guardare al futuro con speranza, servono grandi movimenti di gratuità.

L’iniziativa è possibile grazie al sostegno di oltre 17.000 farmacisti (titolari e non) che oltre a ospitare la GRF la sostengono con erogazioni liberali. Anche quest’anno, sarà supportata da più di 14.000 volontari, nel rispetto delle norme a tutela della salute di tutti.

Invitiamo chiunque può permetterselo a donare uno o più medicinali per chi ha bisogno. Perché c’è l’esigenza delle persone indigenti, a cui possiamo rispondere in maniera concreta partecipando alla GRF.

Diabete, lo “spray salvavita” contro l’ipoglicemia è gratuito

Un ‘puff’ nel naso e la vita è salva. In caso di ipoglicemia severa, il glucagone spray è il primo e unico farmaco che con un gesto semplicissimo offre una soluzione immediata ed efficace al calo repentino ed eccessivo della glicemia nelle persone con diabete.

Il farmaco salvavita è anche del tutto gratuito per i pazienti. L’Agenzia Italiana del Farmaco ha approvato la rimborsabilità completa del glucagone nasale per le persone con diabete. I pazienti potranno temere un poco di meno una delle complicanze più pericolose e diffuse della malattia, grazie a uno spray salvavita il cui utilizzo è a prova di errore per chiunque e che può essere tenuto sempre a portata di mano perché non richiede particolari precauzioni nella conservazione.

L’improvviso calo della glicemia al di sotto del valore di 54 mg/ml, che rappresenta la soglia per intervenire al fine di correggere l’ipoglicemia e prevenirne le conseguenze, è un’emergenza imprevedibile che ogni anno riguarda molti pazienti, in particolare quelli in terapia con insulina.

Fino allo scorso anno il glucagone era disponibile solo per iniezione intramuscolare ed era perciò necessaria la presenza di qualcuno in grado di somministrarlo; un anno fa è arrivato anche nel nostro Paese il glucagone in formulazione spray per via nasale, una polvere che non deve essere neppure inalata visto che può essere utilizzata anche su pazienti incoscienti. Basta un puff in una narice per ottenere l’effetto.

Consentire l’accesso gratuito a questo farmaco, che può essere letteralmente un’ancora di salvezza per i pazienti, è un importantissimo passo avanti per restituire sicurezza ai pazienti e conseguentemente migliorarne la qualità della vita.

 

Consigli utili per sopravvivere alle abbuffate di Natale

È in arrivo quel periodo dell’anno in cui si fanno vere e proprie maratone del cibo. A risentirne non è però solo lo stomaco ma tutto l’apparato digerente, il metabolismo e la nostra forma fisica. Le reazioni ad un’abbuffata sono soggettive, c’è comunque qualcosa che possiamo fare prima o dopo l’abbuffata per aiutarci.

Prima dell’abbuffata 

  • ridurre il consumo di cibo una settimana prima e una settimana dopo
  • fare più esercizi fisici del solito
  • limitare il consumo di alcol

Subito dopo

La cosa peggiore da fare dopo un’abbuffata è stendersi o andare a dormire. Molto meglio stare in piedi e muoversi per almeno mezz’ora: aiuta a tenere attiva la circolazione e aiuta anche la digestione.

Ecco qualche rimedio tradizionale del post abbuffata per favorire la digestione e sentirsi subito meglio:

  • acqua e bicarbonato e qualche goccia di limone
  • un bicchiere d’acqua calda con il succo di mezzo limone, da sorseggiare
  • una tisana preparata con l’equivalente di un bicchiere d’acqua con tre foglie di salvia, 1 rametto di rosmarino e due fettine di limone
  • un chicco di caffè da tenere in bocca che è efficace contro nausea e vomito

 Nei giorni seguenti

Si può fare una dieta detox: il giorno dopo l’abbuffata conviene stare leggeri e purificare un po’ l’organismo.

  • A stomaco vuoto, sorseggiate un bicchiere di acqua calda con il succo di un limone (cosa che potete ripete per tutta la settimana): servirà a purificarvi e a sentirvi più leggeri.
  • Fate colazione con qualche fetta biscottata integrale e una camomilla o una tisana.
  • Prediligete alimenti freschi e bevete molta acqua, almeno due litri al giorno. Mangiate frutta di stagione, ricca di vitamina C e verdure depuranti e drenanti: carciofi, radicchio, broccoli, indivia che stimolano processi detossificanti nell’organismo.
  • Evitate cibi in scatola e confezionati, ma cucinate tutto voi, con poco condimento e con cotture leggere, come quella a vapore.

Sorseggiate tisane depurative durante il giorno:

  • Tisana ai semi di finocchio: lasciate in infusione un cucchiaino con i semi di finocchio in circa 200 ml di acqua poi filtrare e bevete dopo ogni pasto.
  • Ottimo anche lo zenzero, rinomato proprio per le sue qualità digestive. Lo si può grattugiare, fresco, in acqua calda, accompagnandolo anche col limone.
  • Tisana al finocchio, al carciofo, all’anice, al karkadè, ricca di vitamina C e dall’effetto drenante.

Integratori alimentari

Dopo un’abbuffata, può essere utile prendere Biochetasi Digestione e Acidità, integratore alimentare specifico per difficoltà digestive, pesantezza, acidità e gonfiore.

 

Allattamento e Covid-19: raccomandazioni utili per le mamme

Si può allattare in pandemia?

 

Sì, non c’è motivo per rinunciare a una pratica così preziosa per il Covid. Il virus non si trasmette con il latte. Igiene e mascherina bastano a preservare il piccolo. E poi la mamma può vaccinarsi.

Sono numerosi e importanti i benefici associati all’allattamento al seno, sia per il bambino sia per la

mamma, tanto che OMS, UNICEF e Ministero della salute italiano forniscono indicazioni chiare:

  • incominciare ad allattare entro un’ora dalla nascita;
  • farlo in maniera esclusiva per almeno 6 mesi;
  • a seguire avviare l’alimentazione complementare, con l’introduzione di cibi semisolidi e solidi, e continuare ad allattare per tutto il tempo che si desidera proseguire, anche oltre il secondo anno di vita.

L’allattamento influisce positivamente su crescita, sviluppo, salute a breve termine (riduzione delle infezioni, migliore risposta alle vaccinazioni) e a lungo termine (minor rischio di obesità, malattie cardiovascolari e immuno-mediate). La situazione creata dal COVID-19 può suscitare tuttavia dubbi circa questa pratica.

Il latte può infettare?

Il latte materno non è un liquido biologico sterile, avendo una sua normale flora batterica. In corso di malattia della madre può contenere microorganismi patogeni (batteri o virus), che nella grande maggioranza dei casi non sono in grado di infettare il lattante. La possibile trasmissione dell’infezione da madre a bambino con il latte è documentata con certezza solo per pochissimi virus, tra cui quello dell’AIDS.

Per la gran parte delle infezioni virali, comprese influenza e CovID-19, il contagio avviene invece, pricipalmente, anche tra madre e neonato, con le goccioline respiratorie o al massimo per inoculazione da contatto attraverso le mucose. La sospensione dell’allattamento nel momento in cui viene diagnosticata un’infezione materna è dunque inutile, e in ogni caso risulterebbe intempestiva, dal momento che la trasmissione per via respiratoria da madre a bambino potrebbe essersi già prodotta. È inoltre un intervento potenzialmente dannoso in quanto toglierebbe al bambino non solo un alimento ottimale dal punto di vista nutrizionale e biologico, ma al tempo stesso l’opportunità di ricevere col latte materno gli anticorpi diretti contro lo specifico temuto agente infettivo. Non bisogna trascurare nemmeno il fatto che la sospensione dell’allattamento non tiene  conto dei bisogni emotivi e psicologici della madre.

In sintesi, le infezioni materne molto raramente costituiscono controindicazioni ad allattare, mentre il ricorso al latte artificiale risulta indicato solo per buone ragioni di natura medica o per scelta informata della madre.

Le raccomandazioni del Ministero della Salute

Il Tavolo tecnico allattamento istituito dal Ministero della Salute ha ritenuto di fissare alcuni concetti base riguardanti l’alimentazione infantile e di fornire alcune indicazioni che possano risultare utili nell’attuale ed eventualmente in future pandemie. Queste le raccomandazioni:

  • Le donne non vanno mai separate dai loro bambini, fatta eccezione nei casi in cui la donna e/o il piccolo abbiano bisogno di cure intensive.
  • L’allattamento va tutelato ogni qual volta sia possibile, anche in corso di pandemia.
  • L’eventuale ricorso a un’alimentazione con latte artificiale va attuato solo dopo attenta valutazione del rapporto tra rischio e beneficio di ciascuna opzione alimentare e delle condizioni generali di salute della donna che allatta.

La ricerca del virus nel colostro (il primo latte, così prezioso) e nel latte prodotto nei giorni seguenti è risultata finora sempre negativa. Per questo si considera che il latte non costituisca un rischio riguardo alla trasmissione di tale infezione. Il problema si può presentare, dunque, non tanto per l’assunzione del latte, quanto per la vicinanza, il contatto, tra una mamma infetta e il proprio bambino.

Come è stato dimostrato, infatti, il virus SARS-COV-2 si trasmette principalmente da persona a persona tramite contatto stretto (entro un metro), attraverso le goccioline delle vie respiratorie, soprattutto quando un individuo infetto starnutisce o tossisce.

Per questo motivo è importante seguire, per evitare il contagio soprattutto qualora la mamma sia positiva, le indicazioni fornite dall’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma.

Che fare se la mamma è positiva

Le madri se – positive al virus SArS-Cov-2 o in attesa della risposta del tampone – non presentino sintomi o abbiano sintomi poco rilevanti, devono evitare di baciare il proprio piccolo, e quando gli si avvicinano, a maggior ragione se per allattare, devono:

  • indossare la mascherina;
  • lavare accuratamente le mani (con acqua e sapone per almeno 20 secondi o con una soluzione alcolica).

La culla del neonato, se è nella stessa camera della madre (sia in ospedale sia a casa), va posizionata a 2 metri dal letto.

Inoltre, le superfici con cui la mamma viene a contatto vanno regolarmente pulite e disinfettate con alcool o prodotti a base di cloro (candeggina).

In caso di sintomi respiratori gravi, in attesa della risposta del tampone, la mamma e il bambino vengono temporaneamente separati. Se il tampone risulta negativo la mamma e il bambino possono tornare a stare nella stessa stanza, se invece è positivo rimangono in stanze separate.

In questi casi, il latte materno andrà offerto ’fresco’, dopo essere stato estratto, manualmente o con l’utilizzo di un tiralatte e senza che sia stato pastorizzato (esposto ad alta temperatura per un breve periodo di tempo per una eliminazione dei microrganismi patogeni), perché non sembra costituire di per sé un veicolo di infezione.

Si dovrà estratte il latte manualmente o con un tiralatte ogni 3 ore, per mantenere una produzione adeguata tanto che si possa ricominciare ad allattare, appena possibile, direttamente al seno.

Nel caso in cui la mamma con CovID-19 assuma farmaci specifici, l’allattamento al seno va valutato caso per caso.

Solo nei casi in cui la malattia sia molto grave, le condizioni generali della madre siano compromesse e non fosse possibile estrarre il latte manualmente o con l’utilizzo di un tiralatte, andrà somministrato latte artificiale.

Chi allatta si può vaccinare?

Ma ci si può vaccinare durante l’allattamento?

Neonatologi, pediatri e ginecologi italiani evidenziano che i vaccini a mRNA sono “assolutamente sicuri” sia per le donne che allattano sia per quelle in gravidanza, e raccomandano la loro somministrazione a entrambe in modo da evitare “rischi  gravi, possibili anche per queste categorie”. “Non esistono controindicazioni diverse dal resto della popolazione alla vaccinazione”, fanno notare Società italiana di neonatologia, Società italiana di pediatria, Società italiana di ginecologia e ostetricia, Associazione ostetrici ginecologi ospedalieri italiani, Associazione ginecologi universitari italiani, Società italiana di medicina perinatale, Associazione ginecologi territoriali e Società europea di rianimazione pediatrica e neonatale.

 

 

 

 

Test Sierologico in farmacia, tutto quello che devi sapere

Cos’è un test sierologico?

Il sierologico controlla la risposta immunitaria, dunque, è un test che misura la quantità e la tipologia di anticorpi specifici per il Covid-19 che il nostro organismo produce come reazione all’infezione o alla vaccinazione.

Perché può essere utile?

I test sierologici offrono informazioni più dettagliate sul nostro stato di immunizzazione al Coronavirus. In particolare, i test sono utili per monitorare nel tempo l’efficacia del vaccino e per capire se, in caso di precedente contagio, abbiamo degli anticorpi che neutralizzano il coronavirus.

Quando fare il test sierologico?

È un test che non fornisce indicazioni temporali e perciò sarebbe opportuno fare il test a distanza di 3 settimane dalla vaccinazione o dall’infezione.

Dove farlo?

Presso la nostra farmacia è possibile effettuare il test sierologico quantitativo.

Come si fa un test sierologico?

Il sierologico si effettua attraverso un prelievo di sangue capillare, è sufficiente la puntura del polpastrello.

Quanto costa il test?

Il costo del test è di € 15,00.

Quando si riceve la risposta del test?

Non ci sono tempi di attesa, il risultato del test  è quasi immediato, in soli 15 minuti.

Con il Sierologico si può ottenere il Green Pass?

Vi ricordiamo che con il test sierologico non è possibile ottenere il Green Pass.

 

Vaccino Antinfluenzale: si può fare anche in farmacia, ecco come funziona

Il vaccino antinfluenzale si può fare anche in Farmacia Roma Est.
Per farlo il paziente:

  • dovrà sottoscrivere il consenso informato e compilare la scheda anamnestica
  • non deve avere avuto negli ultimi 14 giorni contatti stretti con persone affette da Covid-19;
  • non deve avere febbre superiore a 37,5°C
  • non deve avere sintomatologia compatibile con Covid-19;
  • non deve essere positivo a test per Sars-CoV-2

CHI PUO RIVOLGERSI IN FARMACIA PER IL VACCINO ANTINFLUENZALE?

L’accesso alla vaccinazione da parte dei cittadini è libero e diretto e, a differenza della vaccinazione anti Covid-19, non necessita di alcuna prenotazione tramite il portale regionale “Prenota vaccino”.

Premesso che, in ogni caso, il vaccino si somministra in farmacia esclusivamente ai soggetti di età NON inferiore agli anni 18, riportiamo di seguito le 3 casistiche che si possono presentare in farmacia:

  • Cittadino CON ricetta bianca del medico e NON appartenente alla popolazione eleggibile: in questo caso il cittadino acquisterà il vaccino e pagherà il prezzo pieno di fustella. Potrà decidere se fare il vaccino altrove o in farmacia. Nell’ultimo caso, il farmacista (o il personale qualificato) procederà all’inoculazione e percepirà direttamente dal paziente il compenso di euro 6,16 per la somministrazione, oltre al prezzo del farmaco;
  • Cittadino SENZA ricetta bianca del medico e NON appartenente alla popolazione eleggibile: in questo caso il cittadino, dopo aver acquistato a prezzo pieno il vaccino, dovrà obbligatoriamente sottoporsi alla somministrazione in farmacia. Il farmacista (o il personale qualificato) procederà all’inoculazione e percepirà direttamente dal paziente il compenso di euro 6,16 per la somministrazione, oltre al prezzo del farmaco;
  • Cittadino eleggibile (erogazione in SSN): il cittadino che appartiene alle fasce dei soggetti c.d. “eleggibili” o “aventi diritto” per i quali quindi la vaccinazione antinfluenzale è raccomandata e offerta gratuitamente dal SSN, si può recare in farmacia senza alcuna ricetta e sottoporsi alla vaccinazione. Il paziente è obbligato in questo caso a farsi somministrare la propria dose nella stessa farmacia in cui ritirerà il farmaco, senza corrispondere nulla.

Per altre informazioni:

Farmacia Roma Est
Via di Torrenova, 212.
06 2014167