La tosse nel bambino: consigli, rimedi e quando preoccuparsi

La tosse è un meccanismo fisiologico che consente l’espulsione di materiale irritante dalle vie aeree come microbi, inquinanti ambientali (il fumo in casa, lo smog fuori casa) o la presenza di un corpo estraneo. Quando arriva in gola o nelle prime vie aeree, rappresenta il primo meccanismo di difesa. La tosse è molto frequente nei primi anni di vita del bambino specie se va al nido o alla scuola materna, vero ‘ricettacolo’ di virus e germi, che colpiscono proprio i più piccoli, che hanno un sistema immunitario ancora immaturo. Si calcola che in media i bambini contraggono 6-8 infezioni virali a carico delle vie respiratorie superiori ogni anno, che sono accompagnate generalmente a tosse.

La tosse più frequente nei bambini è quella acuta. Dura 4-5 giorni e segue un raffreddore. Deriva di solito da un’infezione respiratoria di tipo virale e si manifesta nelle prime ore della nanna e al mattino, causando notti insonni. Per superare il problema però ci sono diversi rimedi naturali:

  • Pulizia del naso – Bisogna effettuare più volte durante il giorno la pulizia delle cavità nasali con la soluzione fisiologica: in farmacia si trovano spray o fialette da inalare direttamente nelle narici del bambino.
  • Nanna con la testa sollevata – Far dormire il bambino con la testa un po’ più sollevata rispetto al solito inserendo sotto al materasso un cuscino aggiuntivo.
  • Aerosol con soluzione fisiologica – Umidificare le vie aeree facendo al piccolo degli aerosol con la soluzione fisiologica (senza l’aggiunta di altri medicinali!). Il vapore inalato aiuta a sciogliere il muco.
  • Umidificare la stanza – Umidificare gli ambienti, con l’aiuto di un umidificatore senza aggiungere sostanze balsamiche, che potrebbero irritare.
  • Far bere al bambino più del solito – dare da bere in abbondanza, perché i liquidi fluidificano il muco;
  • Latte caldo con miele – Somministrare latte caldo, magari addolcito con miele (il miele è vietato fino all’anno), che aumenta la fluidità del muco e allevia il fastidio avvertito dalla gola irritata. Moderare sempre le dosi e non somministrare mai sotto l’anno di età, dove gli effetti collaterali sono stati più importanti.
  • Divieto di fumo – Non fare soggiornare il bambino in luoghi in cui si fuma. Attenzione anche al fumo di terza mano: quello che si attacca ai vestiti e ai capelli.
  • Areare la stanza e temperatura non oltre i 20°c.

Ai medicinali si può ricorrere solo se la tosse rimane molto intensa nonostante si siano adottati i rimedi suggeriti e solo dopo aver consultato il pediatra. Specialmente in età pediatrica, infatti, i farmaci non devono essere mai somministrati di propria iniziativa, neanche quando si tratta di farmaci da banco, acquistabili senza bisogno di ricetta medica!

Il pediatra deve essere consultato subito se:

  • La tosse si accompagna a una frequenza respiratoria elevata oppure ad affanno respiratorio, che potrebbero far sospettare una bronchite asmatica.
  • La tosse è accompagnata da febbre elevata da 2-3 giorni oppure la febbre si è ripresentata dopo 2-3 giorni di remissione, cosa che deve indurre a sospettare una infezione più seria.
  • La tosse dura da più di tre settimane.
  • Non sono chiari i motivi della sua insorgenza o si sospetta che il bambino possa avere inalato un corpo estraneo.

Dolori mestruali, come combatterli senza farmaci

Spesso considerato un taboo, il ciclo è una realtà molto fastidiosa per le donne, con dolori annessi e connessi. Le mestruazioni sono il modo in cui l’organismo espelle la parete uterina (endometrio) che è stata preparata per accogliere un eventuale uovo fecondato. Le contrazioni che servono per sfaldare e espellere questa parete possono essere più o meno forti. Sicuramente i fattori psichici condizionano intensità e durata dei dolori mestruali, ma la causa principale si deve al fatto che l’endometrio, specie nel periodo mestruale, produce notevoli quantità di prostaglandine, che, in concentrazioni elevate, generano delle contrazioni uterine rilevanti che possono causare dolore nel basso ventre.

COSA FARE

 

  1. Allontanare lo stress: l’ansia e la preoccupazione possono aggravare i sintomi mestruali.  Acquisire tecniche di respirazione e di meditazione può essere utile per diminuire il senso di ansia ed irritabilità che caratterizza il periodo mestruale.
  2. Stare al caldo e massaggiarsi: applicare una borsa dell’acqua calda sull’addome. Il calore applicato direttamente in loco attenua il dolore, rilassa i muscoli addominali ed allevia i crampi. Anche un bagno caldo può alleviare il dolore addominale, oltre a generare una piacevole sensazione di benessere e rilassamento. Praticare un massaggio a livello del basso ventre, conferisce un immediato sollievo ed attenua il dolore mestruale.
  3. Alimentazione: dilazionare i pasti giornalieri in tanti piccoli spuntini. Controllare la fame preferendo alimenti integrali (pasta, riso) e ricchi in fibre (lenticchie e ceci). Se necessario, integrare la dieta con una supplementazione di vitamine e Sali minerali (soprattutto calcio, magnesio, potassio). Bere liquidi caldi (brodo, latte, tè deteinato, minestre).
  4. Fare sport: praticare esercizio fisico costante. Lo sport è un rimedio particolarmente efficace per l’umore. Seguire corsi yoga, pilates o qualsiasi altra forma di rilassamento, in modo che oltre al fisico ne possa beneficiare anche la psiche.

COSA NON FARE

 

  1. Indossare abiti stretti, pantaloni troppo aderenti, collant elastici e cinture strette: un simile comportamento può potenziare il dolore addominale dipendente da mestruazioni.
  2. Bere alcolici: l’alcol può fomentare la sensazione di gonfiore, già di per sé importante durate le mestruazioni
  3. Assumere caffeina e fumare.
  4. Assumere diuretici (salvo diversa indicazione medica). La somministrazione di questi farmaci favorisce una maggior escrezione di sali minerali (oltre all’acqua).
  5. Inserire frequentemente tamponi vaginali durante la mestruazione. Un utilizzo frequente di assorbenti interni può accentuare il dolore e la sensazione di fastidio ed irritazione locale. Si consiglia di alternare l’utilizzo di tamponi interni con assorbenti esterni o coppette mestruali.
  6. Abbuffarsi: la fame “anomala” che caratterizza il periodo mestruale dev’essere tenuta sotto controllo.

 

 

 

 

Batteri, al nostro naso bastano 5 minuti per difenderci

Il nostro naso ci difende dai batteri.  All’ospedale universitario Eye and Ear del Massachusetts hanno appena scoperto un meccanismo di difesa contro i patogeni che non era mai stato osservato prima: le cellule dell’epitelio nasale rilasciano delle vescicole (gli esosomi) che contengono molecole killer, enzimi che uccidono tanto quanto gli antibiotici, e fondendosi con altre cellule le armano contro gli aggressori. Lo studio pubblicato sul Journal of Allergy and Clinical Immunology rivela che le cellule dell’epitelio nasale, soprattutto quelle della parte anteriore, sono un po’ come dei soldati in trincea, la nostra prima linea di difesa.

Finora non si conosceva il livello di complessità delle strategie utilizzate. Come è noto il naso produce muco grazie al quale i microrganismi vengono inglobati e neutralizzati. Ma perché il muco poi viene spinto verso il fondo del naso per essere deglutito invece di venire espulso? Perché nel muco si trovano tracce di proteine delle cellule nasali? È da questi interrogativi che i ricercatori sono partiti per la loro indagine. Così hanno utilizzato campioni di tessuto nasale prelevati da pazienti per ottenere cellule da coltivare in laboratorio e su cui fare esperimenti. In particolare i ricercatori volevano vedere cosa succede durante il primo contatto con i batteri e quello che hanno visto è che entro 5 minuti si attiva un meccanismo di risposta immunitaria innata che stimola il rilascio di milioni di esosomi, delle microscopiche vescicole che contengono proteine e rna. In realtà, i ricercatori hanno scoperto che gli esosomi vengono rilasciati normalmente nel muco ma quando l’organismo viene aggredito il numero di vescicole espulse raddoppia. La scoperta è stata poi confermata dalle osservazioni in vivo, cioè direttamente nei pazienti.

A cosa servono dunque gli esosomi rilasciati dalle cellule nasali? Secondo gli autori dello studio queste vescicole contengono enzimi con attività antimicrobica estremamente potente, simile a quella degli antibiotici. Disperse nel muco, tali proteine uccidono i batteri. Ma non è tutto. Oltre a essere un’arma diretta contro i patogeni, gli esosomi fungono anche da messaggeri e da supporto operativo: spinti all’indietro dal movimento delle ciglia presenti nel naso, le vescicole raggiungono le cellule che si trovano più in profondità nelle vie aeree e si fondono con loro per fornire informazioni sull’attacco e predisporre la difesa. I meccanismi di questa strategia difensiva non sono ancora del tutto chiari, ma gli autori della ricerca ritengono di aver trovato un buon punto di partenza, che fa pensare che in futuro si potranno sviluppare degli esosomi artificiali che consentano, per esempio, di veicolare farmaci in profondità nell’albero respiratorio.

Anemia, la dieta e l’alimentazione per combatterla

Il numero di anemici nel mondo è di 700 milioni secondo l’ultima stima divulgata dalla Fondazione CHARTA (Center for Health Associated Research and Technology Assessment). All’origine della malattia nel 50% dei casi vi è una carenza nutrizionale e nell’altra metà alcune patologie croniche quali scompenso cardiaco, malattie infiammatorie intestinali, insufficienza renale o ancora sanguinamenti uterini gravi, post-partum e chemioterapia. Gli specialisti raccomandano una particolare attenzione all’alimentazione, variata ed equilibrata, che in assenza di condizioni morbose è la prima cura preventiva all’anemia.

L’anemia è una condizione clinica caratterizzata dalla diminuzione del numero di globuli rossi e/o del contenuto in emoglobina, dovuta a perdita o a insufficiente produzione di sangue. Esistono differenti forme di anemia, non tutte però responsive al trattamento nutrizionale. La più comune è l’anemia sideropenica, una forma di anemia cronica che si distingue, oltre che per la riduzione del ferro, per globuli rossi piccoli e pallidi. È l’anemia più tipica dell’infanzia e dell’adolescenza, ma ne possono essere affetti anche gli adulti.

Responsabile dell’anemia può essere la diminuzione dell’assorbimento della vitamina B12, determinata da una dieta inadeguata (un’alimentazione vegetariana poco equilibrata, diete rigide o monotone e ripetute, alcolismo cronico), da un inadeguato assorbimento (gastrite cronica, atrofia della mucosa gastrica, celiachia, tumori maligni, farmaci), dall’aumentata richiesta di vitamina (ipertiroidismo, accrescimento), o ancora dall’aumentata secrezione (patologie epatiche e renali).

Alla base dell’anemia può sussistere anche una carenza di acido folico, imputabile a una inadeguata assunzione di cibi freschi o cotture lunghe dei vegetali, a malassorbimento, a elevate richieste della sostanza (gravidanza, allattamento, aumento del metabolismo) o ancora a aumentate secrezioni come durante la dialisi.

LA DIETA PER VINCERLA

Ogni dieta va studiata con un medico specialista o un nutrizionista, ma dagli esperti ecco le indicazioni dietetiche per prevenire (o meglio controllare) ogni tipo di anemia dipendente da carenze nutrizionali

In caso di Anemia sideropenica è fondamentale una alimentazione ricca di ferro, supportata però da una terapia farmacologia (impostata dietro prescrizione medica), che possa incrementare le scorte di questo minerale. Il ferro si trova in molteplici alimenti: quello di origine animale (carni rosse magre, tacchino, pollo, pesci come tonno, merluzzo, salmone) è di più facile assorbimento, mentre quello di origine vegetale contenuto nei cereali, legumi e nelle verdure è ferro meno assorbibile. Per sfruttare al meglio soprattutto il ferro contenuto in quantità minore nei cereali, verdura e frutta, gli esperti raccomandano di assumerlo in uno stesso pasto associato a:

  • Vitamina C, presente negli agrumi, uva, kiwi, peperoni, pomodori, cavoli, broccoli, lattuga. Si consiglia di preparare pasta e broccoletti, di condire la verdura con il limone, la macedonia con succo di limone o di arancia.
  • Cisteina, contenuta nella carne e nel pesce che è in grado di fare assorbire 2 o 3 volte di più il ferro non eme presente nelle verdure. E’ bene accompagnare un secondo di carne con un contorno di verdura.
  • Vitamina A, presente in fegato di bovino, fegato e oli di merluzzo, carota, zucca, albicocca, frutta e verdura di colore giallo-arancione e verde brillante, tuorlo d’uovo, burro, formaggi; complesso B contenuto in alimenti sia animali che vegetali e rame che si trova nei cereali, nella carne, nei molluschi, nelle uova e nella frutta secca in guscio. Ottimo l’abbinamento degli spinaci con molluschi o legumi (ricchi di rame) oppure con il succo di limone o con spremute di agrumi e kiwi (ricchi di vitamina C)

È favorito anche l’uso di erbe aromatiche per condire carni e pesce, le quali non solo sono fonti naturali di ferro ma stimolano anche le secrezioni dello stomaco e aiutano a mantenere elevata l’acidità dell’ambiente gastrico, un altro elemento che contente un migliore assorbimento del ferro.
Ci sono invece abbinamenti che sarebbe meglio evitare poiché non favoriscono l’assimilazione del ferro. Gli esperti raccomandano di fare attenzione a non assumere insieme:

  • Ferro alimentare con tannini, una sostanza ampiamente diffusa nel regno vegetale (tè, caffè, cioccolato, vino, alcune erbe). Anche l’assunzione di un eccesso di fibre, presenti nei cereali integrali, è controindicata.
  • Ferro e calcio nello stesso pasto. Evitare di mangiare ad esempio pane con affettato e formaggio.
  • Vitamina B12, se l’anemia è determinata dalla carenza di questa vitamina, è bene includere nella dieta alimenti di origine animale. In particolare frattaglie, molluschi, pesci e carni in genere, formaggi, uova. Per coprire il fabbisogno giornaliero di vitamina B12 è sufficiente assumere una porzione di latte o yogurt al mattino e nel corso della giornata una porzione a scelta tra formaggio, uova, pesce o carne.
  • Acido folico: in caso della sua carenza, privilegiare una dieta ricca di alimenti vegetali. L’acido folico è infatti contenuto in maggiore quantità nelle verdure a foglia verde scuro, quali le brassicacee (cavoli, broccoli, ecc..), nei legumi, nei germogli di grano, nel fegato. Occorre tenere presente che gran parte dell’acido folico (dal 10 al 50%) può perdersi durante la cottura o la conservazione e preparazione industriale dei cibi, quindi potrebbe essere necessaria una supplementazione della sostanza, da valutare con un medico specialista.

Fonte: https://bit.ly/2DbJHMB

I disturbi che puoi risolvere con il magnesio

Il magnesio è un integratore molto diffuso e vanta un’importante azione a livello del sistema nervoso centrale e cardiovascolare. Questo minerale aiuta a combattere i cali di umore, mal di testa, dolori premestruali, crampi muscolari, stanchezza, stress, insonnia e altri malesseri. Non solo. Ha un ruolo nella mineralizzazione e crescita dell’apparato scheletrico.

Il magnesio è un ottimo alleato quando ti senti particolarmente giù. Studi scientifici hanno evidenziato come questo minerale aiuta a migliorare i sintomi in chi soffre di depressione lieve o moderata. Inoltre, si rivela efficace per contrastare il dolore, come quello dovuto al mal di testa, se assunto durante la fase iniziale del disturbo associandolo alla caffeina. Funziona anche per contrastare i fastidiosi sintomi che caratterizzano i giorni che precedono il flusso mestruale, in questo caso è consigliabile un mix che preveda anche calcio, vitamine B3, B6 ed E.

In coppia con il potassio il magnesio regola la contrattilità muscolare, ma se durante l’attività fisica sudi molto rischi di decurtare le tue scorte e di favorire l’insorgenza dei crampi. Se sei uno sportivo orientati su integratori che contengano entrambi i sali minerali. Se ti sottoponi a sessioni di attività fisica molto intensa ok ai mix di magnesio, potassio, coenzima Q10, taurina, creatina e arginina. Le tre ultime sostanze non sono di origine naturale, non bisogna superare le dosi consigliate per non affaticare troppo l’organismo e rischiare che diventino dannosi.

Una compressa o una bustina al giorno garantiscono il dosaggio giornaliero del minerale stabilito dall’Efsa (l’Autorità per la sicurezza alimentare), pari a 350 mg per l’uomo e 300 per la donna. Che cosa succede se ne assumi troppo? Il magnesio viene comunque eliminato dai reni ma, in alcuni casi, il sovradosaggio scatena una crisi di diarrea, talvolta con nausea a crampi. Prima di assumerlo, quindi, è sempre meglio consultarsi col proprio medico per stabilire le dosi ideali e le modalità di assunzione.

Punture: la tecnica per farle bene

Saper fare le punture può rivelarsi molto utile in mille occasioni. Imparare a iniettare un medicinale per via intramuscolare non è difficile. Basta conoscere bene i passaggi fondamentali e rispettarli con cura.

  • PREPARA LA SIRINGA
    Lava con cura le mani e asciugale bene. Inserisci l’ago della siringa (sterile e monouso) nella fiala del farmaco che dovrai iniettare. Comincia ad aspirare lentamente tirando su lo stantuffo. Appena finito, dai qualche piccolo colpo al corpo della siringa in modo da far salire in superficie le eventuali bollicine d’aria che si sono create durante l’aspirazione: per farle uscire, ti basterà spruzzare verso l’alto qualche goccia di medicinale.
  • TROVA IL PUNTO
    La zona migliore dove infilare l’ago senza rischi è quella dove non corrono grandi arterie o grosse vene, i nervi sono profondi e lo spessore del muscolo è massimo. Si chiama sede ventrogluteale e corrisponde a un muscolo nell’anca. Come la trovi? Se l’iniezione sarà sul lato destro del paziente, appoggia la mano sinistra sull’anca. Forma una “V” con il dito indice e il medio, mentre con la punta del mignolo e dell’anulare dovresti sentire il bordo dell’osso del bacino. Il punto in cui va inserito l’ago è quello al centro della “V”.
  • INFILA L’AGO
    Con un batuffolo di cotone imbevuto di disinfettante, pulisci la parte eseguendo dei piccoli movimenti rotatori. Quindi, distendi la pelle con due dita e infila l’ago con un movimento svelto e deciso, come se stessi lanciando una freccetta. Non deve affondare completamente, ma restare visibile solo per un terzo della sua lunghezza (circa 1 cm). Premi lo stantuffo in modo lento e progressivo: per iniettare 1 ml di farmaco dovrai impiegare circa 10 secondi.
  • ESTRAI E TAMPONA
    Quando avrai iniettato tutto il farmaco, estrai l’ago con un movimento deciso. Per farlo uscire senza problemi non piegarlo, ma mantienilo perpendicolare al corpo. Con l’altra mano, prendi un nuovo batuffolo di cotone imbevuto di disinfettante e appoggialo sul punto di entrata dell’ago facendo pressione per 2-3 minuti al fine di evitare l’eventuale fuoriuscita di sangue.

ATTENZIONE:
Non massaggiare la parte una volta estratto l’ago. Rischieresti di ostacolare il normale assorbimento del farmaco e potresti anche favorirne il ristagno in superficie.
Evita di aspirare appena inserito l’ago per verificare l’eventuale presenza di sangue.
Non è indispensabile indossare guanti in lattice e monouso, è più importante lavare bene le mani e disinfettare con cura la parte dove iniettare il farmaco.

Vitamina A: le proprietà, i benefici e gli alimenti che la contengono

La vitamina A, o retinolo, fa parte delle vitamine liposolubili, quelle che possono essere accumulate nel fegato e non è dunque necessario assumerle con regolarità, attraverso i cibi. Il corpo le conserva e le rilascia a piccole dosi quando siano divenute necessarie. Con il termine vitamina A si indicano il retinolo e i suoi analoghi, detti retinoidi, di cui si conoscono – naturali o sintetici – almeno 1.500 tipi diversi.

La vitamina A ha un’importanza fondamentale per la nostra vista poiché insieme ai suoi precursori, i carotenoidi, fa parte dei componenti della rodopsina, la sostanza presente sulla retina che dà all’occhio la sensibilità alla luce. Inoltre, è utile per lo sviluppo delle ossa e per il loro rafforzamento nel tempo, per la crescita dei denti e si distingue per la sua capacità di fornire una risposta immunitaria al nostro organismo. Recenti scoperte scientifiche hanno dimostrato che la vitamina A ha anche capacità antitumorali.

La vitamina A, o retinolo, è presente soprattutto negli alimenti di origine animale: nel fegato, nel latte e nei suoi derivati (burro e formaggio) e nelle uova. In molti alimenti di origine vegetale sono contenuti invece i carotenoidi, precursori della vitamina A: frutta e verdura di colore rosso, giallo e arancione (albicocche, carote, anguria, frutti di bosco, pomodori). La vitamina A è sensibile al calore: molte delle sue caratteristiche vengono meno durante il processo di cottura dei cibi. Meglio dunque consumarli crudi o dopo averli sottoposti a una breve cottura.

Il fabbisogno giornaliero di vitamina A è di circa 0,6-0,7 mg, che possono aumentare fino a 0,95 mg durante l’allattamento. La carenza di vitamina A, o retinolo, provoca difetti alla vista e può portare, se perdurante nel tempo, alla cecità. La mancanza di vitamina A può creare difficoltà nel processo di crescita e sviluppo dell’organismo e può provocare un’eccessiva sensibilità alle infezioni. Può inoltre comportare, in caso di donne in stato di gravidanza, a malformazioni fetali. Un eccesso di vitamina A, o retinolo, accumulata nel fegato può creare problemi di ipervitaminosi che possono provocare danni permanenti a fegato e milza. La vitamina A nutre i capelli e contribuisce a ritardarne l’invecchiamento. Una carenza di questa vitamina nel nostro organismo ha effetti negativi sui capelli, che si traducono in alterazioni delle ghiandole sebacee, nella formazione di forfora e di capelli secchi e nel costante e sempre più evidente ispessimento del cuoio capelluto.

Psoriasi: sintomi, cause, rimedi naturali e una nuova cura per sconfiggerla

La psoriasi è una malattia infiammatoria cronica che colpisce circa 2,5 milioni di italiani. I sintomi possono essere molto simili a quelli di altre problematiche a carico della pelle. Diagnosticare con certezza questo disturbo non è sempre facile. In caso di psoriasi vediamo comparire sulla pelle delle macchie rosse e una desquamazione di colore biancastro che provoca prurito e fastidio. La pelle irritata si ispessisce formato delle placche che possono essere di dimensioni ridotte e colpire una piccola zona dell’epidermide oppure estendersi ad ampio raggio. In particolare il problema si concentra su braccia, gomiti, mani, ginocchia, bassa schiena e cuoio capelluto anche se quando raggiunge livelli più gravi tende ad estendersi anche ad altre zone del corpo.

Le cause che generano la psoriasi non è sempre facile individuarle. Gli esperti al momento si orientano sulla possibilità che esista un tipo di psoriasi di tipo genetico che compare già in giovane età e che è la più difficile da trattare, e poi delle psoriasi che dipendono invece da altri fattori come ad esempio un intestino non in perfetta saluteun periodo di forte stress, abuso di alcool, utilizzo di alcuni farmaci, infezioni o altro. In tutti questi casi, la psoriasi può presentarsi anche per la prima volta in età adulta. In tutti i casi comunque vi è alla base un sistema immunitario alterato che invece di concentrarsi sulla difesa dai microrganismi esterni si trova in lotta con lo stesso organismo che lo ospita creando tutti quei fastidiosi sintomi tristemente noti a chi soffre di questa infiammazione cronica. La psoriasi non è assolutamente infettiva né contagiosa.

Un nuovo farmaco che ‘cancella’ i segni della psoriasi

Le ultime novità della ricerca riguardano un nuovo farmaco biologico che riesce a ‘cancellare’ quasi completamente i segni della psoriasi, un trattamento che si è dimostrato efficace già dopo due settimane per curare i casi più difficili di questa patologia invalidante. Secondo lo studio Report PsoClear  presentato al 27° Congresso della European Academy of Dermatology and Venereology a Parigi, il brodalumab offre maggiori probabilità di guarigione restituendo una cute completamente libera da lesioni nei casi di patologia moderata o grave. Il nuovo medicinale è stato approvato in Europa dall’Ema e nei prossimi mesi, dopo l’approvazione dell’Aifa, sarà messo sul mercato da Leo Pharma. Va assunto solo sotto controllo medico anche per evitare le controindicazioni presenti in medicinali di questo tipo.

Rimedi naturali

Nei casi più lievi possono venire in aiuto dei rimedi naturali contro la psoriasi. Naturalmente sarebbe importante, quando possibile, andare ad individuare la causa e agire su quella.

  • Alimentazione – se il problema  viene da uno squilibrio della flora batterica intestinale fondamentale agire su questo organo attraverso una corretta alimentazione.
  • Esposizione al sole – gli individui affetti da psoriasi riescono a trarre giovamento. Spesso i medici  la consigliano al fine di ottenere un miglioramento dei sintomi della psoriasi, a meno di non rientrare in quel 5% di casi in cui l’esposizione ai raggi solari ne provochi il peggioramento.
  • Sport – lattività fisica intensa può rappresentare un alleato da non sottovalutare nella prevenzione della psoriasi. A parere degli esperti esso sarebbe in grado di agire positivamente sia sullo stato di infiammazione dell’organismo sia sullo stress, che potrebbe essere evidenziato in alcuni casi tra le concause della comparsa della psoriasi.
  • Ayurveda – l’antica medicina indiana, prevede dei trattamenti di purificazione dell’organismo accompagnati dall’impiego di oli e di balsami curativi pensati per attenuare i disturbi. Le terapie ayurvediche contro la psoriasi possono prevedere esercizi di yoga e di meditazione, volti ad attenuare lo stress.
  • Acque termali – può apportare benefici  l’impiego di acque termali, con una preferenza per le acque sulfuree o per le acque bicarbonato-calcio magnesiche.
  • Grotte di sale – o haloterapia, inizialmente proposta presso i centri estetici, dati i propri risultati positivi sulla psoriasi inizia ad essere presente anche all’interno di strutture ospedaliere. La haloterapia sarebbe particolarmente indicata sia per pazienti affetti da psoriasi che in caso di eczemi, dermatiti e malattie respiratorie.
  • Trattamenti erboristici – preparazioni che prevedono di essere formulate sulla base dell’impiego di ingredienti completamente naturali come l’aloe vera, già nota per il suo potere lenitivo nei confronti della nostra pelle, oltre a liquirizia, camomilla e pepe di Cayenna, dal quale viene estratta una sostanza denominata capsacina.
  • Oli vegetali – L’olio di jojoba e l’olio di macadamia vengono indicati tra i rimedi naturali per la psoriasi in quanto ricchi di proprietà emollienti, antiossidanti e protettive. In particolare, essi contribuirebbero a prevenire l’infiammazione, grazie alla presenza di una frazione insaponificabile. Un altro olio vegetale considerato utile è costituito dall’olio di mandorle dolci.
  • Tisana di sambuco – al fine di curare la pelle dall’interno, in quanto essa è ritenuta in grado di generare una potente depurazione dell’organismo sia a livello interno che dell’epidermide.

 

Allergia in autunno: come riconoscerla, prevenirla e curarla

L’allergia in autunno si manifesta con sintomi tipici: naso gocciolante, starnuti e tosse, lacrimazione degli occhi. Spesso si ritiene che le reazioni allergiche si manifestino più frequentemente in primavera, ma anche la stagione autunnale è implicata nel provocare la rinite allergica. Ci sono varie cause alla base, come i pollini, la muffa o gli acari della polvere. Le cure adatte consistono nell’uso di antistaminici e corticosteroidi. Comunque, con gli opportuni rimedi e seguendo specifiche regole, si può anche attuare un’opera di prevenzione adeguata.

Sintomi e cause

sintomi dell’allergia in autunno rientrano perfettamente in un quadro di vera e propria rinite allergica: il naso gocciolante, la lacrimazione oculare, gli starnuti e la tosse. Inoltre, si può avere l’insorgenza dell’asma, le vie aeree si restringono, la respirazione appare difficoltosa e subentrano segni di fiato corto. A volte si può trattare anche di reazioni alimentari, le persone che sono allergiche ai pollini dovrebbero stare attente anche alla frutta che mangiano. Il pericolo può essere l’insorgenza di prurito alla gola e alla bocca, ma anche di nausea, vomito, orticaria, crampi addominali e diarrea.

Le cause dell’allergia in autunno possono essere diverse. I pollini, con i loro allergeni, vengono riconosciuti come corpi estranei dal sistema immunitario. Per cui l’organismo rilascia degli anticorpi e sostanze chiamate istamine che causano i sintomi allergici. Nel corso dell’autunno l’allergene più rischioso è costituito dall’ambrosia. L’impollinazione di questa pianta inizia ad agosto, ma può durare anche fino in autunno. Un’altra causa è rappresentata dalla muffa, sia quella che si forma negli ambienti interni che quella che viene originata in situazioni esterne. Attenzione anche agli acari della polvere, che si possono diffondere nell’abitazione, quando, con i primi freddi, si mette in funzione l’impianto di riscaldamento.

Cure e rimedi

Le cure per l’allergia in autunno:

  • Gli antistaminici – bloccando l’azione delle istamine, alleviano gli starnuti, il prurito e gli altri sintomi allergici.
  • decongestionanti – favoriscono la fuoriuscita del muco e liberano il naso.
  • corticosteroidi – in genere sono somministrati sotto forma di spray, per ridurre l’infiammazione nasale.
  • Terapia immunospecifica – consiste nell’esporre in maniera graduale l’organismo a delle dosi di allergene, in modo che il corpo possa diventare tollerante. In questa maniera i sintomi possono essere tenuti lontani per alcuni periodi.

In ogni caso, è sempre il medico a dover decidere la cura adatta.

rimedi contro l’allergia in autunno riguardano soprattutto una strategia di prevenzione:

  • Rimanere in casa, per evitare l’esposizione agli allergeni.
  • Prima di azionare l’impianto di riscaldamento, pulire i condotti dell’aria e cambiare i filtri. Esistono anche degli appositi filtri antiallergici. I sistemi a filtrazione elevata riescono a rimuovere anche le muffe.
  • Utilizzare un umidificatore, affinché l’aria possa mantenersi opportunamente umida.
  • Controllare bene gli ingredienti di cui i cibi sono composti per evitare le allergie alimentari. Se i bambini frequentano la scuola e mangiano a mensa, bisogna che le persone preposte ai pasti siano ben informate delle possibili reazioni allergiche dei piccoli.

 

Occhi in salute: consigli e regole da non perdere di vista

La prevenzione è fondamentale anche per le malattie degli occhi. Diagnosi precoce, controlli adeguati e buone abitudini possono incidere sulla vista attuale o futura. Troppe volte si prendono sotto gamba i disturbi della vista, per cui ecco alcuni consigli per la salute della vista.

– VISITE OCULISTICHE –
E’ importante sottoporsi a regolari  controlli della vista, almeno ogni due anni, anche se si vede bene e non si hanno malattie degli occhi. I controlli dovrebbero essere annuali per i bambini fino all’età dello sviluppo. Dopo la diagnosi di una patologia oculare o dopo un intervento, è importante attenersi scrupolosamente ai controlli raccomandati dal medico. Tenere sotto controllo pressione arteriosa e livelli di glicemia può evitare complicazioni oculari a distanza di molti anni. In caso di irritazione, non strofinare gli occhi, ma rivolgersi al medico per capire la causa del disturbo.

– OCCHIALI E LENTI –
Acquistare gli’occhiali e il tipo di lenti a contatto prescritte dall’oculista e consigliate dall’ottico. Non è solo questione di diottrie: ogni lente ha anche diverse altre caratteristiche di cui solo il medico può tener conto perché si adatta all’occhio del paziente.
Non tenere le lenti a contatto più a lungo di quanto indicato. Le lenti monouso devono essere cambiate ogni giorno e non vanno indossate per un numero di ore superiore a quello indicato dall’oculista. Anche quelle per uso prolungato vanno sostituite con la frequenza prevista.
Proteggersi sempre dai raggi UV con occhiali da sole di qualità certificata (o con gli appositi occhialini utilizzando lampade o lettini solari). L’eccessiva e prolungata esposizione ai raggi ultravioletti infatti favorisce l’insorgenza di cataratta e degenerazione maculare.

– TRUCCO –
Evitare di usare la matita all’interno della palpebra inferiore. La regola generale è che con il trucco non andrebbe mai superato il margine di inserzione delle cigliaStruccarsi a fondo senza lasciare residui sugli occhi. Scegliere sempre prodotti di qualità (e anallergici in caso di allergie).

– ALIMENTAZIONE –
Evitare diete sbilanciate ed eccessivamente drastiche, che possano indurre carenze pericolose anche per la vista. Assumere un apporto sufficiente di proteine, fondamentali per i processi riparativi anche all’interno degli occhi. Mangiare molta frutta e verdura, ricca di sostanze antiossidanti, per ritardare i processi alla base della cataratta e della degenerazione maculare senile.

– TECNOLOGIA –
L
imitare le ore trascorse davanti a uno schermo. Chi già lavora tutto il giorno al computer dovrebbe dedicarsi ad altre attività nel tempo libero. Disporre sempre il computer in modo che la luce non si rifletta sullo schermo. Distogliere di tanto in tanto lo sguardo dal computer e guardare fuori dalla finestra, permette all’occhio di cambiare prospettiva. Illuminare bene l’ambiente dove si legge o si lavora. Non tenere troppo bassa l’illuminazione dello smartphone per risparmiare la batteria, perché ciò comporta un affaticamento visivo. Mantenere un’adeguata distanza dal televisore, che è maggiore quanto più grande è lo schermo.

– SPORT –
La
 regolare attività fisica,  protegge l’organismo da aterosclerosi, diabete e ipertensione, tiene alla larga anche le complicazioni oculari di queste condizioni. Nei bambini le attività all’aria aperta, con la vista che spazia su lunghe distanze, ha un effetto protettivo sull’insorgenza o l’evoluzione della miopia. In piscina non indossare mai le lenti a contatto, ma proteggere gli occhi dal cloro con gli appositi occhialini.

– FUMO, ALCOL E SONNO – 
Non fumare è importante per la salute di tutto l’organismo, occhi compresi. Questa abitudine infatti aumenta notevolmente il rischio di cataratta e di degenerazione maculare senile. Evitare l’abuso di alcol protegge anche gli occhi, perché un apporto eccessivo sembra favorire un’insorgenza precoce di degenerazione maculare senile. Dormire quanto è necessario, in relazione alla propria età e alle proprie caratteristiche individuali ci si deve concedere il riposo che occorre per star bene durante il giorno.

– TRAUMI –
Proteggere gli occhi, anche con semplici occhiali da sole, durante attività in cui possono essere colpiti, ad esempio mentre si fa giardinaggio o si va in bicicletta. Rispettare le norme di sicurezza sui luoghi di lavoro, quando sono previste protezioni da fattori fisici o sostanze chimiche. Non avvicinare gli occhi a cavità di cui non si conosce il contenuto e che quindi potrebbero nascondere pericoli.

– AUTOMOBILE –
Non trascurare di indossare occhiali o lenti a contatto prescritti per la guidaPreferire sempre lenti infrangibili e montature solide perché l’apertura dell’airbag potrebbe trasformare gli occhiali in oggetti molto pericolosi. Stare molto attenti a elastici e ganci per fissare i bagagli sul portapacchi, che provocano frequenti e gravi lesioni agli occhi.

– COLLIRI E LACRIME ARTIFICIALI –
I colliri, così come le lacrime artificiali, non vanno usati di propria iniziativa ma sempre sotto controllo e prescrizione dello specialista. Non usare colliri scaduti. In ogni caso, dopo 20 giorni dall’apertura del flacone, è bene gettarli perché si ossidano e perdono la sterilità necessaria. Gli occhi arrossati non sono necessariamente sempre segno di irritazione o allergia. Se lì arrossamento persiste, rivolgersi a un oculista piuttosto che assumere regolarmente un collirio di propria iniziativa, che invece di risolvere può peggiorare il problema.

 

Occhi in salute fonte: https://bit.ly/2O3LmWk