Lingua: scopri il tuo stato di salute attraverso il colore e l’aspetto

Fammi vedere la lingua e ti dirò se sei in buona salute. Il suo aspetto e colore può essere la spia di quello che succede al nostro corpo. La lingua è un organo fibromuscolare, nella cultura giapponese è una sorta di mappa del corpo umano perché semplicemente guardandola si può scoprire se si ha qualche problemino di salute. Ma quali sono i segnali da tenere presenti? Possiamo fare un semplice test preliminare a casa, poi chiaramente rivolgiamoci al nostro medico di fiducia.

Osservate la vostra lingua allo specchio, come la vedete?

  • Lingua rossa brillante: la lingua è di colore rosa tenue per via dei vasi sanguigni al suo interno. Quindi se è troppo rossa o color fragola intenso, ecco la prima spia della salute. Forse siamo davanti a una mancanza di ferro o B12, soprattutto se proviamo dolore quando mangiamo.
  • Lingua troppo scura: la lingua è ricoperta da papille che sono porose, il fatto che diventino scure può essere dovuto alla scarsa igiene orale, fumo o uso di antibiotici. Provate a pulire meglio la vostra bocca.
  • Lingua crepata: può succedere a volta che nella lingua appaiano delle piccole crepe simili a fessure, che sono totalmente innocue. Anche qui potrebbe trattarsi di scarsa igiene orale, ma anche di un’infezione o funghi. Sempre meglio chiedere al medico.
  • Lingua bianca o con macchie bianche: l’ipotesi più probabile della lingua bianca è che sia in corso una candidosi orale, legata forse a uso di antibiotici. La candida tende a crescere e può alterare il gusto causando anche del dolore, anche qui rivolgersi subito al medico. Ancora le macchie bianche sulla lingua potrebbero nascondere una leucoplachia, una lesione del cavo orale molto fastidiosa. E ancora, malattia infettiva in atto, gastrite, ulcera gastrica.
  • Lingua a solchi: a volte la nostra lingua può assumere un aspetto proprio strano, ad esempio quando troviamo dei piccoli solchi che aumentano anche la nostra sensibilità agli alimenti acidi o piccanti. In generale è una condizione innocua, ma sempre meglio consultare il medico.
  • Lingua pallida: stato di anemia.
  • Lingua secca: disidratazione, problemi renali, diabete.
  • Lingua verde/gialla: disturbi di fegato, cistifellea o milza.
  • Lingua a carta geografica: manifestazione allergica.
  • Lingua che brucia: stato di depressione psichica.
  • Lingua con punti rossi tipo angiomi: malattia angiomatosa che interessa fegato/polmoni.
  • Lingua con la faccia inferiore gialla: congestione del fegato.
  • Lingua gonfia: orticaria in atto.
  • Lingua con puntini bianchi: mughetto, stato di immunodepressione.

Ci possono essere poi macchie rosse o protuberanze sulla lingua che racchiudono problemi ben più seri, così come spiacevoli sensazioni di bruciore che invece sono dovuti a errori che facciamo mentre laviamo i denti.

Sottolineiamo che questo è un semplice test preliminare, per le diagnosi bisogna rivolgersi al medico.

 

Diabete in vacanza: 10 consigli per gestirlo in modo sicuro

Tra pasti ritardati, cibo nuovo e buffet, più attività del normale e fusi orari non mancano i fattori che possono disturbare la routine di una persona diabetica in vacanza. Per evitare di avere problemi,  la SID (Società Italiana di Diabetologia) ha stilato un decalogo di consigli per gestire il diabete in vacanza, e per sapere come tenerlo sotto controllo. Dall’alimentazione alla corretta idratazione, passando da maggiori controlli della glicemia a da una corretta conservazione di insulina e farmaci: le indicazioni vogliono fornire un aiuto concreto per la vita di tutti i giorni.

  1. Farmaci e insulina: prima di partire ricordarsi di procurarsi scorte di farmaci sufficienti per tutto il periodo di vacanza, aumentate di un prudenziale 20-30% per far fronte ad ogni evenienza. L’insulina va conservata in maniera adeguata, senza esporre penne e flaconi ad alte temperature, avendone massima cura.
  2. Idratarsi correttamente: il diabete fa perdere liquidi, e con il caldo c’è il rischio di disidratazione e di un aumento della glicemia.
  3. Controllare l’alimentazione: cercare di resistere alle tentazioni dei buffet negli alberghi o in crociera, cercando di mantenere la dieta costante, e non esagerare con l’attività motoria.
  4. Non esagerare con l’attività fisica: è consigliabile astenersi dal fare attività sportive eccessive se non si è allenati e, in generale, di fare sport all’aperto nelle ore più calde. Se si va in montagna, per esempio,  il primo giorno non ci può impegnare in 4 ore di camminate in forte pendenza.
  5. Non camminare a piedi scalzi: al mare è bene usare ciabatte morbide per non scottarsi o ferirsi accidentalmente, anche per la ridotta sensibilità alle estremità tipica del diabete. In caso di lesione o ferita ad un piede, non trascurarla ed evitare il “fai da te” nella cura. Passare da piccole lesioni considerate banali a infezioni e poi a grandi problemi è molto frequente.
  6. Proteggersi dai raggi solari: non prendere troppo sole, perché oltre alle scottature c’è il rischio di infezioni cutanee che scompensano il diabete. Usare quindi creme protettive adeguate.
  7. Fare attenzione all’ipoglicemia: non trascurare il maggiore rischio di ipoglicemia se si è in trattamento con insulina o con farmaci anti-diabetici orali quali sulfoniluree e glinidi che possono causare ipoglicemia. D’estate ci si muove a volte di più e la glicemia può scendere perché il glucosio è consumato nei muscoli. Inoltre, nei mesi estivi può succedere di avere un ritmo di vita diverso, con intervalli più lunghi fra un pasto e l’altro, e glicemia che scende lontano dal pasto precedente. Durante un soggiorno fuori casa può cambiare la qualità o la quantità del cibo e la glicemia può salire meno in occasione del pasto e/o scendere troppo fra un pasto e l’altro. Uno dei sintomi classici della crisi ipoglicemica, la sudorazione, può essere confusa con la sudorazione legata al caldo ed essere quindi riconosciuta con maggiore difficoltà o con ritardo. Anche se si è in vacanza bisogna tenere sempre sotto mano una fonte di carboidrati a rapido assorbimento.
  8. Monitorare la glicemia: ricordarsi di monitorare con regolarità la glicemia. Anche in estate è indispensabile non abbandonare i periodici controlli glicemici, commisurati al tipo di diabete e alla terapia anti-diabetica. Glucometro e strisce per la glicemia non amano il troppo caldo (o il troppo freddo), quindi le strisce reattive e lo strumento vanno conservati al riparo dal sole
  9. Adeguare la terapia: occorre valutare la necessità di adeguare la terapia anti-diabetica. Il riposo riduce lo stress e solo questo cambiamento può far scendere le glicemie. Andare dal proprio medico prima della partenza per un controllo generale, chiedendogli se le attività che si hanno in programma possono influire sul diabete, e farsi fare una prescrizione dei farmaci, in caso li si perda.
  10. Variazioni della pressione arteriosa: è importante prevenire le variazioni della pressione arteriosa. Se si soggiorna a lungo in ambienti caldi può essere necessaria una riduzione delle dosi dei farmaci anti-ipertensivi, in particolare dei diuretici. Al contrario, se ci si reca in montagna, la terapia antipertensiva potrebbe meritare un potenziamento perché in alta quota tende a salire. È comunque necessario consultare il proprio medico curante prima di fare variazioni della terapia anti-ipertensiva.

Infine, ricordiamo che in caso di un viaggio intercontinentale, i pasti e l’insulina vanno presi seguendo il fuso orario di partenza, cercando di evitare digiuni troppo lunghi. Seguendo tutti questi consigli degli esperti sarà più facile godersi al meglio le vacanze.

 

Il bruciore di stomaco: ecco le regole da seguire a tavola

Il bruciore di stomaco può essere un disturbo davvero irritante. Si tratta del sintomo più comune del reflusso gastroesofageo, che consiste in un rigurgito delle sostanze nel nostro stomaco, che avviene all’interno dell’esofago. Un processo scatenato dal malfunzionamento della valvola posta a separazione dei due organi. Le cause esterne del reflusso possono essere svariate: dall’assunzione di alcuni farmaci a determinate malattie, passando per sovrappeso, stress e fumo. Determinati cibi possano aumentare l’acidità gastrica, aggravando di conseguenza i sintomi percepiti. Qualora si soffrisse di reflusso, dunque, sarà necessario porre particolare attenzione alla propria dieta.

A colazione sono consigliati i cereali, mentre frutta e verdura dovrebbero rappresentare il fulcro intorno al quale far ruotare il resto delle pietanze a pranzo e cena. Per quanto riguarda la preparazione dei vegetali, sarebbero preferibili cotti o centrifugati, aumentandone la leggerezza in termini digestivi. In alternativa si potrebbero preparare estratti o succhi, così da privarli della natura fibrosa. Nell’arco della giornata si dovrebbe infatti bene almeno un litro e mezzo d’acqua.

La carne è consentita, a patto che sia magra. Via libera a quella bianca di pollo, tacchino, vitello e coniglio. È possibile aggiungere alla lista anche degli affettati magri di maiale. Latte e yogurt parzialmente scremati non rappresentano un ostacolo per tutti, ammesse le uova, a patto che non siano fritte. Limitare o evitare del tutto il consumo di pesci grassi come salmone, crostacei e molluschi. Per il resto è tutto permesso, ma con olio d’oliva come condimento. È bene invece moderarsi con cioccolato, pomodoro, agrumi, peperoncino, pepe, cipolla, aglio e peperoni. È facile scatenare gli odiosi bruciori con tali alimenti, così come con bevande gassate, caffè e tè.

Regolare i propri ‘comportamenti scorretti’ è fondamentale per diminuire i rischi di acidità di stomaco. In questa categoria alimentare rientrano i cibi fritti, le salse contenenti panna, la margarina, lo strutto, il burro, i sughi particolarmente oleosi, i cibi particolarmente cotti come il ragù e i superalcolici. Si può assumere del vino, in maniera moderata.

 

Bruciore di stomaco fonte: https://bit.ly/2MbNvkU

6 consigli per utilizzare i farmaci in sicurezza nella stagione calda

Attenzione al calore, alla reazione di alcuni farmaci col sole e meglio preferire compresse o pasticche agli sciroppi. Sono alcuni dei consigli dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), per utilizzare i medicinali in sicurezza nella stagione calda. L’obiettivo è ricordare a tutti i pazienti, in particolare a quelli che si accingono a partire per le ferie, che in estate è necessario dedicare ancora maggiore attenzione alla conservazione, al trasporto e all’utilizzo dei farmaci. Il sole e le alte temperature – ricorda Aifa –mettono a rischio la conservazione dei medicinali. Per non ridurne l’efficacia, la qualità e la sicurezza basta seguire pochi semplici ma utili accorgimenti.

  1. Usare formulazioni SOLIDE invece che liquide, meno suscettibili alle alte temperature.
  2. I farmaci vanno conservati in LUOGO FRESCO E ASCIUTTO, ad una temperatura mai superiore a 25 gradi.
  3. Alcuni farmaci possono indurre REAZIONI CUTANEE con l’esposizione al sole: è utile informarsi con il medico, evitare l’esposizione tra le 11 e le 16 e utilizzare filtri solari.
  4. Ogni farmaco va tenuto nella sua CONFEZIONE ORIGINALE per sapere la data di scadenza e avere a disposizione il foglio illustrativo.
  5.  In auto i farmaci NON VANNO ESPOSTI AL SOLE, è importante usare un contenitore termico e non metterli nel bagagliaio ma nell’abitacolo.
  6.  Se si viaggia in aereo bisogna ricordarsi di mettere i MEDICINALI NEL BAGAGLIO A MANO e portare con se le prescrizioni, in particolare se si tratta di farmaci salvavita.

Oltre a questi consigli pratici è importante leggere sempre con attenzione il foglio illustrativo e consultare il medico o il farmacista in caso di dubbi. La guida è disponibile anche online sul sito istituzionale http://www.aifa.gov.it

 

10 bufale sull’alimentazione smascherate dall’Istituto Superiore della Sanità

Almeno un italiano su tre, secondo un’indagine del Censis, naviga in rete per ottenere informazioni sulla salute. Di questi, oltre il 90,4% effettua ricerche su specifiche patologie. Ma sempre più spesso questi contenuti così delicati sono contaminati da bufale. Ben 150 tra quelle più spesso circolanti sono state smascherate dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss), che a “Bufale e falsi miti” in tema di salute dedica un’apposita sezione del portale ISSalute.

Il portale presenta una sezione fake news ha collezionato più di 150 informazioni ingannevoli corredate dalle spiegazioni scientifiche che ne evidenziano l’infondatezza. Ad esempio diversamente da quanto si crede, nessuno studio scientifico ha mai provato che lo zucchero di canna apporti maggiori benefici rispetto allo zucchero bianco. Entrambi contengono, infatti, esattamente la stessa molecola, il saccarosio mentre il processo industriale al quale viene sottoposto lo zucchero per diventare bianco non danneggia il prodotto. E ancora: se hai bisogno di ferro, mangia tanti spinaci! ‘Bollino bufala’ anche qui, perché gran parte del ferro in essi contenuto è inutilizzabile come nutriente perché presente insieme a sostanze che ne inibiscono l’assorbimento nell’intestino. Di seguito, alcuni dei falsi miti e delle bufale che riguardano l’alimentazione e vi stupiranno:

  1. Lo zucchero di canna è migliore rispetto allo zucchero bianco – Nessuno studio scientifico ha mai provato che lo zucchero di canna apporti maggiori benefici rispetto allo zucchero bianco. Entrambi i tipi di zucchero contengono, infatti, esattamente la stessa molecola, il saccarosio, per cui sono equivalenti
  2. Hai bisogno di ferro? Mangia tanti spinaci – Gli spinaci non sono una buona fonte di ferro per l’organismo. Infatti, gran parte del ferro in essi contenuto è inutilizzabile come nutriente perché presente insieme a sostanze che ne inibiscono l’assorbimento nell’intestino.
  3. Barrette energetiche, prodotti solubili ed integratori alimentari possono sostituire adeguatamente un pasto – Nessun prodotto dovrebbe sostituire, se non per periodi limitati e all’interno di un regime dietetico ipocalorico controllato, un pasto completo. Il mix di vitamine e micronutrienti presenti nei pasti sostitutivi non riproduce sulla salute tutti gli effetti di una dieta sana e bilanciata.
  4. La frutta non contiene zuccheri ma fruttosio, quindi anche se hai il diabete la puoi mangiare in quantità – I pazienti affetti da diabete, esattamente come chiunque voglia seguire una corretta alimentazione, possono e devono mangiare frutta, ma per il suo contenuto di zuccheri deve essere correttamente dosata e, soprattutto, inserita in un regime alimentare equilibrato (consumo ben distribuito nella giornata)
  5. Attenzione a bere l’acqua dal rubinetto, possono venire i calcoli – È una falsa convinzione pensare che bere l’acqua del rubinetto, anche quella ad elevato residuo fisso, vale a dire ricca di sali di calcio e magnesio, possa favorire la formazione di calcoli renali.
  6. L’acqua non va bevuta durante i pasti – Non è una buona abitudine, quella di molti, di non bere acqua durante i pasti.
  7. Bere solo birra fa meno male che bere altri alcolici – Come per le sigarette e per le droghe l’aggettivo “leggero” riferito al bere alcol è quanto meno ingannevole. Indipendentemente dal tipo di bevanda alcolica che si consuma, l’alcol in essa contenuto è dannoso per la salute.
  8. Mangiare cibi senza glutine è più salutare – In assenza di patologie che giustifichino l’eliminazione dalla dieta di cibi contenenti glutine, è consigliabile consumare tali cibi per non privarsi dei nutrienti in essi contenuti.
  9. Durante la gravidanza devi mangiare per due – L’alimentazione ha una diretta influenza sulla salute della gestante, sull’andamento della gravidanza e sullo stato di nutrizione del neonato. Pertanto, durante la gravidanza la mamma deve condurre una dieta sana ed equilibrata e non deve eccedere nelle quantità.
  10. Obesità infantile? Inutile preoccuparsi, passa con lo sviluppo – Un bambino obeso ha un altissimo rischio di diventare un adulto obeso: tale rischio aumenta con l’età ed è direttamente proporzionale all’entità dell’eccesso di peso.

 

Farmacia da viaggio: ecco il kit di farmaci da portare in valigia

Quali farmaci non devono mancare nella valigia delle vacanze? Un analgesico, utile per mal di testa, mal di denti, dolori alla schiena, un antipiretico (tachipirina o un suo equivalente a base di paracetamolo), un antiinfiammatorio, un antinausea, un farmaco contro l’acidità di stomaco, un antidiarroico, fermenti lattici (meglio se stabili a temperatura ambiente) per prevenire dissenteria, ma anche un lassativo e un antibiotico ad ampio spettro. E ancora, un antistaminico, una crema per le infezioni, prodotti per la tosse, un collirio decongestionante, così come la melatonina per favorire il sonno. Ogni tipo di vacanza ha il suo kit di farmaci ideale. Ecco, in sintesi, quello che non dovremmo mai dimenticare:

  • Disinfettante e cerotti
    Una caduta accidentale o un taglio possono capitare in vacanza, per questo è bene portare in valigia un disinfettante, garze sterili e cerotti. I disinfettanti vanno applicati direttamente sulla ferita, dopo aver pulito con acqua la pelle circostante e avere rimosso eventuali tracce di sporco.
  • Colluttori, pastiglie e spray per la gola
    Pastiglie da sciogliere in bocca, spray e collutori aiutano a disinfettare la gola e a combattere le forme più lievi di mal di gola, che si fa sentire in estate per i frequenti sbalzi di temperatura, entrando e uscendo da locali con aria condizionata.
  • Antistaminici per allergie, eritema o dermatiti
    L’eccessiva esposizione al sole o il contatto con alcune sostanze possono causare reazioni allergiche. Gli antistaminici sono farmaci in grado di bloccare l’azione dell’istamina, la sostanza che scatena l’infiammazione e che causa i sintomi tipici di una reazione allergica (prurito, orticaria, eritema, problemi gastrointestinali). Gli antistaminici devono essere usati solo per bloccare la reazione allergica e per periodi di tempo limitati, inoltre possono dare sonnolenza o interferire con altri farmaci, per questo occorre chiedere consiglio al medico prima di partire.
  • Lassativi anti stitichezza
    Il cambio di ritmi e di abitudini alimentari può causare problemi di stitichezza e per ovviare esistono diversi tipi di lassativi, la cui scelta deve essere fatta in base alle proprie esigenze. Tutti i lassativi devono essere utilizzati per periodi brevi (qualche giorno al massimo), altrimenti si rischia l’assuefazione. A volte può bastare inserire frutta, verdura e liquidi nella dieta.
  • Antiacidi contro il mal di stomaco
    Lo stress del viaggio, il cambiamento di abitudini alimentari e la stanchezza possono causare difficoltà digestive, bruciore, acidità. L’acidità di stomaco si combatte con gli antiacidi che la neutralizzano, o con gli antisecretori anti H2 che riducono la produzione di sostanze acide.
  • Antidolorifici
    Un mal di testa improvviso, un ascesso ai denti, dolori mestruali, febbre e influenza sono compagni di viaggio alquanto sgraditi. Per questo conviene sempre portare con sé farmaci che alleviano il dolore, ma che sono anche in grado di abbassare la febbre. Gli antidolorifici possono essere utilizzati anche sotto forma di creme o cerotti che rilasciano il principio attivo nel caso di dolori localizzati, mentre quelli per bocca devono sempre essere presi a stomaco pieno.
  • Melatonina e valeriana per jet lag e insonnia
    Quando si fa un viaggio che comporta un cambio notevole di fuso orario, le difficoltà a dormire non tardano ad arrivare. I primi giorni si fatica a prendere sonno, ci si sveglia spesso di notte, si ha mal di testa, ci si sente irritabili.Per attenuare questi disagi la melatonina è utile perché regola il ritmo sonno-veglia. Anche la valeriana, che ha un’azione rilassante e aiuta a dormire, serve a battere sul tempo l’insonnia: deve essere presa solo per pochi giorni, tutte le sere prima di andare a dormire.

Attenzione, prima di usarli, è necessario leggere con attenzione il foglietto illustrativo di ogni farmaco, utilizzarli solo per pochi giorni e, in assenza di miglioramenti, rivolgersi al medico.

Sul sito della Società italiana di medicina dei viaggi e delle migrazioni, www.simvim.it, si trovano altre indicazioni utili.

La pillola del giorno dopo, tutto quello che devi sapere

La pillola del giorno dopo è una contraccezione di emergenza farmacologica e può essere richiesta allo scopo di evitare una gravidanza indesiderata dopo un rapporto sessuale non protetto o non protetto adeguatamente. Il termine “emergenza” sottolinea che questa forma di contraccezione deve rappresentare una misura occasionale e non essere adottata come consueto metodo contraccettivo.

La pillola del giorno dopo è una compressa che va assunta subito dopo un rapporto a rischio di gravidanza indesiderata, non oltre 72 (entro 3 giorni) o 120 ore (entro 5 giorni). In Italia è disponibile in due versioni: una contenente il progestinico sintetico levonorgestrel, composta da 1 compressa da 1,5 mg da assumere in un’unica somministrazione, e una a base dell’anti-progestinico ulipristal acetato, composta da 1 compressa da 30 mg da assumere anche in questo caso in un’unica somministrazione.

La compressa a base di levonorgestrel agisce inibendo o ritardando l’ovulazione, impedendo il picco dell’ormone LH, che induce l’ovulazione. Tale effetto viene a mancare se la pillola viene assunta quando si è già in fase periovulatoria. L’ulipristal acetato riesce ad evitare il concepimento principalmente ritardando o bloccando il picco dell’ormone luteinizzante LH in fase periovulatoria e per questa ragione può agire fino a 120 ore dopo l’avvenuto rapporto a rischio gravidanza.

Si può usare la pillola del giorno dopo nel caso in cui si ha motivo di pensare che il proprio contraccettivo ha fallito. Ad esempio, il preservativo non è stato usato in maniera corretta, oppure si è rotto o sfilato. Oppure ci si è dimenticate di assumere una o più pillole, di rimettere il cerotto o l’anello alla data prevista, o, anche nel caso in cui durante il rapporto non sia stato utilizzato alcun metodo contraccettivo.

È bene sapere che non interrompe una eventuale gravidanza nel cento per cento dei casi, per questo sarebbe meglio cautelarsi sempre a priori con metodi anticoncezionali adeguati, come la pillola ormonale o il preservativo.

La contraccezione orale d’emergenza deve essere assunta al più presto possibile. Per avere la massima azione, la somministrazione dovrebbe avvenire nelle prime 24 ore dal rapporto a rischio (in tal caso, l’efficacia dell’ulipristal si dimostra 3 volte superiore a quella del levonorgestrel).  La pillola del giorno dopo è un contraccettivo d’emergenza che si acquista in farmacia o parafarmacia senza obbligo di ricetta o prescrizione. L’obbligo di ricetta è valido solo per le ragazze al di sotto dei 18 anni.

 

“Se parto per…”,la guida per l’assistenza sanitaria all’estero

In quali paesi è valida la tessera sanitaria, in quali invece è meglio stipulare un’assicurazione? A spiegarlo a chi è in partenza per mete lontane è il Ministero della Salute sul sito, con la guida interattiva Se parto per …” che consente di avere informazioni sul diritto o meno all’assistenza sanitaria durante un soggiorno in un qualsiasi Paese del mondo. 

Il servizio “Se parto per…” è disponibile già da alcuni anni sul portale del Ministero e permette a tutti gli assistiti (cioè tutti coloro che sono iscritti e a carico del Servizio Sanitario Nazionale) e a tutti gli operatori sanitari, di avere informazioni sul diritto o meno all’assistenza sanitaria durante un soggiorno in un qualsiasi Paese del mondo e su come ottenerla. Basta spuntare il paese di destinazione e rispondere a tre domande: Dove vai? Per quale motivo? A quale categoria appartieni?.

Per chi invece resta in Italia e vuole conoscere in anticipo le ondate di calore al via da quest’anno , nell’ambito della campagna Estate sicura, l’App Caldo e Salute, realizzata dal Ministero della Salute e dal Dipartimento di epidemiologia del servizio sanitario della Regione Lazio – ASL Roma 1.

Offre in particolare:

  • livelli di rischio per la salute in ogni città per i tre giorni per cui viene sviluppata la previsione delle ondate di calore attraverso una mappa e una sintesi grafica dei bollettini di facile consultazione dai dispositivi portatili
  • le raccomandazioni per la prevenzione rivolte alla popolazione e ai sottogruppi a maggior rischio e link per scaricare Linee guida, brochure e materiale informativo
  • una mappa interattiva dei piani, dei servizi e dei numeri utili a livello locale.

Disponibile online la versione Android su Play Google e la versione iOS su App Store. 

 

Fonte: https://bit.ly/2utBLjW ;  https://bit.ly/2LeXeaC;  https://bit.ly/2LeEVSQ

Otite: cause, sintomi e terapie di questo processo infiammatorio

Per otite si intende l’infiammazione dell’orecchio. L’otite esterna si localizza nel condotto uditivo, il canale che collega il padiglione auricolare con la porzione media dell’orecchio; l’otite media si sviluppa più in profondità, nella cavità che ospita la catena degli ossicini dell’udito e che è delimitata internamente dalla membrana del timpano.

L’otite è causata da infezioni batteriche o virali, raramente da funghi. Uno dei principali fattori di rischio è il contatto con acqua contaminata che, intrappolata nel condotto uditivo insieme con il cerume, crea condizioni favorevoli alla proliferazione dei germi. L’otite media può anche derivare dalla diffusione di un’infezione delle prime vie respiratorie (faringite, laringite, raffreddore, sinusite) per passaggio di secrezioni infette nel condotto uditivo. L’uso di auricolari o protesi acustiche oppure la presenza di piccole lesioni provocate da scorrette manovre di pulizia dell’orecchio così come allergie, psoriasi o dermatiti del cuoio capelluto, possono favorire la comparsa di otiti esterne croniche e la formazione di foruncoli dolorosi.

Nell’otite esterna i sintomi principali sono arrossamento del padiglione auricolare, prurito, dolore persistente e intenso all’orecchio (otalgia). Nell’otite media l’otalgia si può accompagnare a udito ovattato, produzione di secrezioni maleodoranti con pus e sangue, in alcuni casi febbre. Nei neonati, l’otite può manifestarsi con pianto inconsolabile e scuotimento del capo. La forma acuta compare improvvisamente e guarisce quasi sempre senza danneggiare l’orecchio, l’otite cronica può dare alterazioni dell’udito più o meno gravi. A volte l’otite può provocare la rottura del timpano con fuoriuscita di liquidi dall’orecchio.

L’otite può guarire spontaneamente nel giro di pochi giorni. È utile dormire con la testa sollevata per ridurre il gonfiore e appoggiare un panno caldo sull’orecchio. Su consiglio del medico è possibile utilizzare gocce analgesiche o antinfiammatorie da instillare localmente, a patto che il timpano non sia perforato, o farmaci per uso sistemico per alleviare il dolore. Spetta sempre al medico la decisione se intraprendere una terapia antibiotica.

Fonte: https://bit.ly/2ub4kCC

 

Antibiotici ed esposizione solare: controindicazioni e rimedi

Farmaci e abbronzatura non vanno molto d’accordo, ma spesso ci si dimentica e si finisce per esporsi al sole senza pensarci. Per evitare problemi, è meglio conoscere quali sono quegli antibiotici che danno interazione con il sole o le lampade. Non tutti gli antibiotici sono uguali. Quando li assumiamo nella stagione estiva, alcuni principi attivi contenuti in questi farmaci reagiscono con la luce solare provocando effetti allergici che possono essere più o meno gravi di caso in caso.

L´interazione fra antibiotico e sole può dare due differenti reazioni: la Fotosensibilizzazione o la Fotoallergia. Nel primo caso, l´esposizione alla luce diretta del sole può provocare una mutazione del farmaco che va così a reagire a livello cutaneo su quelle porzioni di pelle esposte ai raggi solari. La reazione cutanea si manifesta con macchie rosse, pelle iperpigmentata, e nei casi più gravi bollicine.

Nel secondo caso, la fotoallergia, causa una reazione cutanea estesa anche a quelle porzioni di pelle non esposte direttamente ai raggi solari. Questo perché la mutazione del farmaco agisce sul sistema immunitario e non solo sulla pelle esposta, provocando una reazione simile a quella dell´orticaria.

E´consigliabile quindi controllare attentamente il bugiardino (il foglietto illustrativo) dei medicinali prima di esporsi al sole ed evitare di farlo nel caso in cui l´antibiotico contenga una o più delle sostanze sopra elencate.

Nel caso in cui non si riesca a resistere alla tintarella, è indispensabile spalmarsi di crema solare a protezione totale o comunque ad alta protezione e provvedere a rimettere la crema ad intervalli regolari e dopo ogni tuffo in acqua. Inoltre, sarebbe bene evitare di esporsi al sole nelle ore più calde del giorno. Lampade e solarium sono vietate se si stanno assumendo farmaci, visto che la luce artificiale è anche peggio di quella solare.

 

Cosa fare se si è stati imprudenti e ci si è comunque esposti ai raggi solari dopo aver assunto antibiotici?

Di norma questo tipo di reazioni allergiche tendono a regredire spontaneamente una volta interrotta l’assunzione del farmaco. Se non avete motivi che vi spingono a restare sotto il sole, evitate di farlo fino a quando i principi attivi degli antibiotici non sono stati eliminati completamente dall´organismo. Per ridurre i sintomi della fotosensibilizzazione, è bene rivolgersi a un medico, in modo che possa consigliarvi la terapia più indicata. Per attenuare il fastidio è possibile utilizzare creme emollienti e rinfrescanti.