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Come proteggersi dal caldo: ecco le 10 regole del Ministero della Salute

Proteggersi dal caldo e dall’esposizione diretta dai raggi solari in questo periodo è fondamentale. Non solo per evitare scottature, ma proprio per una questione di salute generale. Il ministero della Salute ha pubblicato le dieci regole a cui tutti dobbiamo prestare attenzione. Sono raccomandazioni che ormai tutti conosciamo, ma repetita iuvant, ripetere aiuta.

Ecco il vademecum in 10 punti:

1. Evitiamo di uscire nelle ore più calde

I più a rischio sono sempre bambini e anziani, che hanno un sistema di termoregolazione che non funziona perfettamente. Nelle ore centrali della giornata non devono uscire o comunque stare all’ombra, per evitare l’esposizione diretta ai raggi solari.

2. Proteggiamoci in casa e sui luoghi di lavoro

Innanzitutto schermiamo le finestre con tende capaci di bloccare il passaggio dei raggi solari, ma non quello dell’aria. Utile l’aria condizionata, ma dev’essere settata a una temperatura che non sia inferiore a più di 5 gradi rispetto ai valori esterni. Fondamentale la pulizia dei filtri prima di accendere i condizionatori.

3. Beviamo almeno un litro e mezzo di acqua al giorno

Idratarsi è fondamentale sempre, ma in estate ancora di più. Oltre a bere regolarmente, bisogna mangiare frutta fresca.  Limitiamo il consumo di bevande che contengano zuccheri, ma anche caffè e alcolici.

4. Seguiamo sempre un’alimentazione corretta

Ricordarsi sempre di consumare cinque porzioni di frutta e verdura di stagione ogni giorno. Utilizziamo poco sale, scegliendo quello che contiene anche iodio. Attenzione ai piatti elaborati ricchi di grassi e zuccheri.

5. Attenzione alla corretta conservazione degli alimenti

Bisogna avere grande cautela verso la catena del freddo, perché il rischio di contaminazioni batteriche in estate è altissimo.

6. Vestiamoci con indumenti con fibre naturali

Evitiamo le fibre sintetiche che non permettono la traspirazione. Ottimo l’uso di cappelli leggeri per la protezione del capo, soprattutto se non abbiamo capelli. Gli occhiali da sole devono avere filtri UVChi sta molto all’aperto o lavora all’aperto deve ricordarsi di usare la crema protettiva.

7. Proteggiamoci dal caldo anche in viaggio

Oltre a evitare di viaggiare nelle ore più calde laddove possibile, usiamo l’aria condizionata anche con bambini e animali domestici, stando attenti a non esagerare con lo sbalzo termico. Mai lasciare bambini o animali in auto ferma, anche se facciamo uno stop di pochi minuti.

8. L’attività fisica solo nelle ore più fresche

Evitiamo di correre o comunque allenarci sotto il solleone. Se non vogliamo andare in palestra, utilizziamo parchi e spazi verdi ombreggiati. Attenzione all’idratazione.

9. Diamo assistenza a persone a maggior rischio

Stiamo attenti non solo ai nostri cari, ma anche a vicini anziani che sappiamo vivere da soli. In caso di situazioni importanti segnalare tutto ai servizi socio sanitari in modo che possano intervenire tempestivamente.

10. Ricordiamoci di proteggere i nostri animali domestici

Anche gli animali domestici devono bere molto anche quando siamo in viaggio. Non portiamo fuori i cani durante le ore più calde, anche per evitare che camminino sull’asfalto rovente.

Tiroide: i 10 segnali più lampanti per capire che non funziona bene

I problemi legati alla tiroide possono essere molteplici: malgrado si tratti di una piccola ghiandola, essa può avere un grande impatto sul nostro benessere generale.

I disturbi si manifestano quando la quantità di ormoni tiroidei circolanti è inadeguata rispetto al fabbisogno avvertito dall’organismo in quel momento, e quindi potremmo avere due condizioni opposte:

  • Ipotiroidismo (ipoattività della ghiandola tiroidea), in cui la produzione di ormoni tiroidei non soddisfa l’effettiva richiesta dell’organismo
  • Ipertiroidismo (iperattività della tiroide), in cui la produzione di ormoni tiroidei da parte della ghiandola eccede le richieste dell’organismo

Le principali cause sottostanti un malfunzionamento della tiroide sono due condizioni autoimmuni, ovvero:

  • Malattia di Hashimoto (l’errata produzione da parte del proprio sistema immunitario di anticorpi che vanno ad aggredire le cellule tiroidee provocandone una progressiva distruzione che predispone all’insorgenza di ipotiroidismo)
  • Morbo di Graves (l’errata produzione da parte del proprio sistema immunitario di anticorpi che si legano alle cellule tiroidee innescando un incontrollato iperfunzionamento delle stesse)

I sintomi sono variabili e possono influenzare tutta la sfera della salute, da quella fisica a quella emotiva.

1. Fatica e/o stanchezza

L’affaticamento sperimentato da chi soffre di ipo- o ipertiroidismo è significativamente diverso da quello classico, dove la stanchezza è spesso risolvibile con un buon riposo. Dormire bene, infatti, non è sufficiente per curare i disturbi causati dalla tiroide e, spesso, la qualità del sonno stessa è inficiata dal malfunzionamento tiroideo.

L’ipertiroidismo può rendere difficile addormentarsi, mentre la mancanza di tiroxina può dare la sensazione di restare senza energia. Entrambe queste condizioni sono caratterizzate da debolezza muscolare e maggior senso di stanchezza.

2. Aumento di peso

Le disfunzioni tiroidee possono causare un malfunzionamento del metabolismo e influire sul peso corporeo.

Per la maggior parte delle persone l’ipotiroidismo si tradurrà in un trascurabile aumento di peso, mentre talvolta la tendenza all’incremento ponderale resterà mascherata dallo scadimento dell’appetito. Tuttavia, un grave ipotiroidismo può portare a un aumento di peso molto più marcato, anche per effetto della ritenzione di acqua e sale nel corpo.

3. Perdita di peso

La sovrapproduzione di ormone tiroideo, invece, può portare a un’inspiegabile perdita di peso, malgrado il mantenimento delle consuete abitudini alimentari o addirittura un marcato aumento dell’appetito. Analogamente all’aumento di peso nell’ipotiroidismo, l’entità del calo di peso dipenderà dalla gravità dell’iperattività tiroidea.

4. Frequenza cardiaca rallentata

Lo stato di funzionalità della tiroide può avere un impatto anche sulla salute cardiaca. Ad esempio, l’insufficiente quantità di ormone tiroideo condiziona un rallentamento della frequenza cardiaca e una ridotta elasticità delle arterie, mettendo a rischio di ipertensione a causa dell’innalzamento della pressione sanguigna.

5. Aumento della frequenza cardiaca

L’ipertiroidismo, al contrario, accelera la frequenza cardiaca. L’eccesso di ormone tiroideo talvolta non solo aumenta la velocità del battito, ma favorisce anche lo scaturire di un battito irregolare. Ciò si traduce nella cosiddetta “fibrillazione atriale” (battiti irregolari nelle camere superiori del cuore, che vengono avvertiti dal paziente come “palpitazioni”).

Inoltre, anche i soggetti con ipertiroidismo possono sviluppare un aumento della pressione nelle arterie.

6. Sensibilità al freddo

Le persone con ipotiroidismo spesso hanno mani e piedi freddi. Accade perché il corpo non produce abbastanza tiroxina e, rallentando il metabolismo, impedisce al corpo di creare sufficiente energia per mantenersi naturalmente al caldo, diventando estremamente sensibile alle basse temperature.

7. Sensibilità al calore

La sensibilità al calore è un sintomo comune di una tiroide iperattiva. L’ipertiroidismo aumenta il consumo calorico anche attraverso la dispersione di calore, da qui il calo ponderale inspiegato, la maggiore sensibilità al calore e l’eccessiva sudorazione.

8. Unghie deboli e capelli radi

Un compito importante della tiroide è l’invio di segnali ormonali che inneschino la crescita di capelli e unghie. Con l’ipertiroidismo, gli ormoni in eccesso comunicano al corpo di aumentare la crescita di follicoli piliferi e unghie in un periodo di tempo più breve, troppo veloce, che può portare a capelli e unghie sottili e fragili.

9. Pelle sensibile e secca

Anche la qualità della pelle subisce l’influenza tiroidea. I soggetti affetti da ipertiroidismo potrebbero presentare zone di pelle secca, pruriginosa o più scura. La carenza di ormoni tiroidei può invece comportare maggior disidratazione e pallore cutaneo, prurito e tendenza alla desquamazione.

10. Cambiamenti dell’umore

Una tiroide malfunzionante può influire su emozioni, livello energetico e tono dell’umore. L’ipotiroidismo può aggravare depressione, pigrizia e stanchezza; mentre l’ipertiroidismo è associato a disturbi del sonno, irritabilità, ansia e irrequietezza.

 

Presta attenzione alla tua tiroide e prenditene cura, soprattutto se sei una donna. Le donne hanno otto volte più probabilità di avere disturbi della tiroide rispetto agli uomini.

 

Fonte: https://shorturl.at/kqGMY

 

10 buoni propositi per la salute nel 2023

Che posto ha la tutela della salute nella tua lista di buoni propositi per il 2023?
Screening periodici, stile di vita sano e rispettoso dell’ambiente, supporto alle fragilità: ci sono degli obiettivi che non puoi rimandare o trascurare, per il benessere tuo e di chi ami.
Ecco 10 buoni propositi per il nuovo anno appena iniziato:

1. Dieta sana e bilanciata

Una dieta è sana ed equilibrata quando fornisce una sufficiente quantità di tutti i nutrienti indispensabili per il corretto funzionamento e la salute dell’organismo. Un modello di alimentazione equilibrata capace di influire positivamente sulla nostra salute, riconosciuto da numerosi studi scientifici e pubblicazioni, è la dieta mediterranea, uno stile di vita alimentare ispirato alle tradizioni alimentari dei paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo. Tuttavia, la determinazione di una dieta è da fare insieme a chi ha le competenze giuste. In Farmacia Roma Est puoi entrare facilmente in contatto con un medico specialista della nutrizione e ricevere una consulenza personalizzata.

2. Moderata attività fisica

Per attività fisica moderata si intende quella attività fisica che per quantità, durata e intensità comporti un leggero aumento della respirazione e del battito cardiaco o un po’ di sudorazione, come per esempio camminare a passo sostenuto, andare in bicicletta, fare ginnastica dolce, ballare, fare giardinaggio o svolgere lavori in casa come lavare finestre o pavimenti.

3. Ridurre l’uso di alcolici

L’abuso o il consumo non responsabile di alcol possono portare ad un rapido invecchiamento e deterioramento del corpo con il serio pericolo dell’insorgenza di malattie correlate al fegato come la cirrosi epatica. La riduzione o il completo abbandono del consumo di alcol porta a benefici fisici quasi immediati e permette una regressione delle malattie anche croniche alcol-correlate.

4. Screening periodici

La strategia più efficace contro molte patologie si chiama prevenzione. Possiamo ridurre il rischio di ammalarci adottando uno stile di vita salutare e migliorare le possibilità di cura intercettando in tempo eventuali malattie, grazie alla diagnosi precoce. I controlli periodici sono uno strumento utilissimo per verificare le proprie condizioni di salute e per scoprire precocemente gli eventuali problemi. È però necessario usare con intelligenza questa opportunità, per evitare sprechi e diagnosi inutili. Ecco perché gli esami vanno programmati in maniera personalizzata, secondo la situazione individuale e seguendo le indicazioni del medico curante.

5. Smettere di fumare

Smettere di fumare è benefico per tutto l’organismo. Infatti, progressivamente migliorano i problemi cardiocircolatori, la salute dei polmoni, l’aspetto della pelle, dei denti e della bocca, la vitalità del cuoio capelluto e la forza dello scheletro. Inoltre, cala gradualmente il rischio di sviluppare numerose neoplasie e affezioni polmonari di carattere cronico. Per alcuni miglioramenti, occorre tempo (anche 20 anni); per altri, sono sufficienti poche ore o giorni.

6. Donare il sangue

Donare sangue fa bene anche al donatore. Non perché si sottopone a un salasso (utile per le malattie da accumulo di ferro nel sangue, oggi poco praticato), ma perché l’azione del donare comporta una presa di coscienza dell’individuo, che è stimolato a mantenere uno stile di vita sano. Donare sangue, quindi, vale il doppio, perché salva la vita a chi riceve il sangue e mantiene sano il donatore. Infatti, il sangue raccolto, prima di arrivare al letto del paziente, è controllato sia per scoprire la presenza di virus infettivi che possono trasmettere epatiti e Aids, sia per scoprire valori ematochimici che possono rivelare malattie del donatore.

7. Vaccinarsi per prevenire infezioni

La vaccinazione è un efficace metodo di contrasto alle malattie infettive: stimola la produzione da parte dell’organismo delle difese immunitarie, utilizzando piccolissime parti dei microrganismi infettivi o delle loro tossine rese innocue, oppure utilizza i microrganismi stessi, inattivati e quindi non pericolosi. I benefici prodotti dai vaccini, sia per l’individuo che per la collettività, sono molto superiori ai rischi. Nella maggior parte dei casi, chi si vaccina non trasmette le malattie e inoltre vaccinando un’alta percentuale di individui vengono protetti anche i soggetti più deboli (neonati, donne in gravidanza, individui immunodepressi) che non possono vaccinarsi. Questo meccanismo viene chiamato immunità di gregge e può condurre ad una riduzione dei casi e anche alla scomparsa della malattia (es. vaiolo).

8. Supporto psicologico nei momenti difficili

Il sostegno psicologico nelle situazioni difficili aiuta a superare i momenti più delicati della vita con serenità ed equilibrio. È un percorso breve e mirato che aiuta a superare momenti di vita difficili trovando nuove vie grazie anche ad adattamento e resilienza. Avere un sostegno psicologico può essere particolarmente utile durante momenti difficili della vita, come durante la carriera universitaria, nei periodi precedenti alla laurea, dopo aver subito un lutto, in caso di problemi nel matrimonio, dopo la nascita di un figlio, con l’arrivo del pensionamento e tutte quelle situazioni stressanti che sentiamo di non riuscire ad affrontare in modo adeguato e che ci provocano malessere o disagio.

9. Prendersi cura di chi è fragile

A volte può essere difficile ricordare quanto sia gratificante e salutare assistere i propri cari. Le cure che offri ai tuoi genitori, nonni e/o altri familiari e amici in condizioni di salute fragili fanno davvero la differenza. Assistere chi ami può essere tante cose insieme, sia un lavoro d’amore che uno stress per ambo le parti. In ogni caso, è di certo una esperienza che molti di noi avranno e apprezzeranno nel corso della vita.

10. Maggiore rispetto per l’ambiente

Tutelare l’ambiente e prendersene cura è fondamentale per il benessere e lo sviluppo della società. L’essere umano fa parte di un ecosistema complesso, fatto di risorse e di equilibri che devono essere garantiti e salvaguardati affinché l’uomo stesso possa garantire un futuro prospero alle generazioni che verranno. Prendersi cura dell’ambiente è una responsabilità di tutti, in primis di ciascun individuo, il quale è chiamato a seguire alcuni semplici ma fondamentali gesti quotidiani per garantire la salvaguardia dell’ambiente che lo circonda per sé e per gli altri.

I bambini e la vitamina D, tutto ciò che c’è sapere

Che cos’è e dove si trova?

La vitamina D viene normalmente prodotta nella pelle che, grazie ai raggi solari e in particolare alle radiazioni ultraviolette, trasforma il deidrocolesterolo, un derivato del colesterolo, in vitamina D3 o colecalciferolo. Ma la vitamina D3 non è ancora attiva: deve passare prima nel fegato e poi nel rene per diventare un vero e proprio ormone: il 25-(OH) 2 -colecalciferolo.

La maggior parte della vitamina D che ci occorre viene prodotta dalla pelle esposta ai raggi solari. La vitamina D è contenuta anche in alcuni alimenti: soprattutto il pesce grasso come il salmone, le aringhe, le sardine e il fegato di pesce (olio di fegato di merluzzo), il tonno in scatola, il tuorlo d’uovo, il burro, le verdure a foglia verde e alimenti addizionati con vitamina D come alcuni tipi di latte.

A cosa serve e a cosa fa bene?

La vitamina D è essenziale per promuovere l’assorbimento del calcio dall’intestino e il riassorbimento del calcio e del fosforo da parte del rene. È indispensabile per il deposito del calcio nelle ossa e per conferire loro la solidità e la resistenza che le caratterizzano. Studi recenti suggeriscono che la vitamina D promuove anche il funzionamento del sistema immunitario e alcune funzioni neuromuscolari.

Chi può avere bassi livelli di vitamina D?

L’attuale stile di vita rende difficile la produzione di una quantità sufficiente di vitamina D: i bambini trascorrono moltissime ore in ambienti chiusi, a scuola e a casa, al PC, occupati con lo smartphone o davanti a un televisore; molte attività sportive si svolgono in ambienti chiusi.

Per giunta sappiamo che un’eccessiva esposizione ai raggi del sole favorisce l’insorgenza di melanoma e altri danni alla pelle e la proteggiamo con prodotti che non lasciano passare i raggi ultravioletti.

Quanto agli alimenti ricchi di vitamina D, quasi nessuno incontra i favori dei nostri bambini e dei nostri ragazzi. Insomma: non stupisce che molti studi condotti in questi ultimi anni dimostrino che molti di loro hanno bassi livelli di questa vitamina.

Quando sospettare una mancanza o carenza di vitamina D?

Nei primi due anni di vita la carenza di vitamina D si manifesta con il rachitismo, espressione di inadeguata mineralizzazione dell’osso in crescita con deformazioni dello scheletro.

Oggi il rachitismo, nel nostro Paese è molto raro anche se talvolta lo si può diagnosticare nei piccoli bambini di pelle scura – soprattutto di origine africana – che proprio per via del colore della loro pelle sono meglio protetti dai raggi ultravioletti ma sintetizzano meno vitamina D.

Il rachitismo si manifesta solitamente con un ingrossamento dei polsi e delle caviglie, la comparsa di nodosità al torace (il cosiddetto “rosario rachitico”), il rammollimento delle ossa del cranio (cranio “a pallina di ping pong”) e l’incurvamento delle ossa lunghe degli arti inferiori.

Nelle età successive l’ipovitaminosi D si manifesta con debolezza muscolare, una netta diminuzione della densità ossea e un aumentato rischio di fratture.

Possono esserci rischi da eccesso di somministrazione?

Le ipervitaminosi (eccesso di vitamina D) si verificano esclusivamente per un’eccessiva somministrazione di farmaci che contengono vitamina D. Non si conoscono casi di ipervitaminosi causati da eccessiva esposizione al sole o da eccessiva assunzione di alimenti che contengono vitamina D.

I sintomi dell’ipervitaminosi sono causati dall’eccessivo assorbimento di calcio che determina un aumento della calcemia (concentrazione di calcio nel sangue), nausea, vomito, diarrea e, se l’ipervitaminosi si protrae nel tempo, danni renali e cardiaci causati dal deposito di calcio nel rene e nel cuore.

Quando è necessaria l’integrazione di vitamina D?

Sulla base delle linee guida nazionali e internazionali, si consiglia la supplementazione di vitamina D solamente nei primi 12 mesi di vita, al dosaggio di 400 U.I. al giorno.

Dopo l’anno di età, l’integrazione con vitamina D è indicata solo in alcune categorie a rischio (in particolare, bambini con patologie croniche che comportano un ridotto assorbimento intestinale della vitamina).

Perché i livelli di vitamina D siano adeguati, è comunque consigliabile che i bambini e gli adolescenti seguano una dieta varia ed equilibrata e svolgano frequenti attività all’aria aperta.

 

Fonte: https://bit.ly/3igSPVT

Gli integratori alimentari sono davvero utili?

Vitamine, probiotici, sali minerali, proteine, fibre, pappa reale…tutte sostanze contenute nel cibo e che hanno lo scopo di migliorare il funzionamento dell’organismo, di sopperire a carenze alimentari, di favorire lo stato di benessere della persona e soprattutto di prevenire alcune malattie. Nel loro insieme questi prodotti costituiscono la grande famiglia degli integratori alimentari, le cui proprietà sono note fin dall’antichità.

Oltre a prodotti caratterizzati da componenti nutrizionali specifici, come le vitamine e i minerali, fanno parte della famiglia degli integratori dietetici anche una serie di prodotti vegetali, le “erbe” e i derivati, come pappa reale e propoli, la cui azione è soggetta alla valutazione di un gruppo di esperti istituito presso la Commissione consultiva per i prodotti destinati ad una alimentazione particolare.

Forniti sotto forma di tavolette, compresse o gocce, in quantità misurate in modo da ottimizzarne l’effetto, gli integratori rispondono a esigenze nutrizionali precise o a condizioni fisiologiche particolari. Costituendo una fonte concentrata di nutrienti o di sostanze gli integratori sono destinati a complementare la dieta, e non a sostituire il cibo. Servono infatti, come spiega il Ministero della Salute, “a ottimizzare gli apporti nutrizionali, fornire sostanze di interesse nutrizionale ad effetto protettivo o trofico e migliorare il metabolismo e le funzioni fisiologiche dell’organismo”. Devono quindi essere somministrati in linea con precise indicazioni, sia in materia di composizione che di dosi massime di assunzione.

Sul sito del Ministero della salute, è possibile consultare anche l’elenco di tutte le leggi e i decreti attuati in materia fino al decreto del 30 luglio 2004. Quest’ultimo stabilisce tra l’altro l’obbligo di etichettatura degli integratori, sia singoli che combinati, che finiscono sul mercato, che oggi sono più di 4500. E impone che sull’etichetta degli integratori vi sia un dosaggio preciso di ciò che è contenuto nella confezione, soprattutto se si stratta di sostanze vegetali, frequentemente utilizzate in modo eccessivo e superficiale grazie all’idea diffusa che si tratti di “sostanze naturali” e quindi non dannose. Un attento dosaggio è invece necessario, per limitare possibili controindicazioni o addirittura danni alla salute. Inoltre, l’etichettatura non può contenere diciture che inducano il consumatore a pensare a una cura miracolosa, né al fatto che l’integratore è essenziale e necessario anche in presenza di una dieta equilibrata e variata.

Chiudiamo l’articolo cercando di dare una risposta alla domanda principale: “Gli integratori sono utili?” La risposta è positiva, ma solo in particolari circostanze; non aspettiamoci miracoli, non esageriamo con i dosaggi e non assumiamoli se non ne abbiamo davvero bisogno (questo dev’essere stabilito da un professionista anche sulla base di eventuali controindicazioni).

Fonte: https://bit.ly/3A3QqTO

Sì, viaggiare ma con qualche precauzione per preservare la salute

Finalmente abbiamo iniziato a visitare il mondo, ma più che mai sono necessari accorgimenti per preservare la salute, ora anche per il Covid. Al riguardo, notizie aggiornate possono essere rintracciate sul sito del Ministero della salute o attraverso il numero di pubblica utilità gratuito 1500 (e dall’estero i numeri +39 02 32008345 e +39 02 83905385).

Ma, a parte quelli nuovi derivanti dal coronavirus, un viaggio internazionale può creare vari rischi per la salute: i viaggiatori possono andare incontro a improvvisi e significativi cambiamenti di altitudine, umidità, temperatura, oltre che risultare esposti a una varietà di infezioni. Inoltre, insidie alla salute possono presentarsi in aree in cui gli alloggi sono di scarsa qualità, le condizioni igieniche inadeguate, i servizi medici non ben sviluppati, e non è disponibile acqua pulita.

Per questo, pianificare un viaggio deve significare anche tenere conto dei pericoli potenziali legati alla destinazione e proteggersi nel migliore dei modi, minimizzando il rischio di contrarre una malattia. Innanzitutto, prima di recarsi in un paese estero, soprattutto se in via di sviluppo, sarebbe bene consultare un ambulatorio di medicina del viaggiatore o quanto meno il proprio medico di famiglia. Questo deve avvenire (considerata la possibile necessità di immunizzazioni a lungo ciclo) con largo anticipo rispetto alla partenza. Durante il colloquio il medico raccoglierà informazioni circa i più importanti fattori di rischio, indicherà le vaccinazioni consigliate e quelle obbligatorie,i farmaci antimalarici da assumere, altri medicinali da portare in viaggio o la strumentazione sanitaria che potrebbe rendersi necessaria e potrebbe non essere facilmente reperibile in paesi con bassa qualità dei servizi sanitari o in aree remoto. Un consulto medico specialistico è molto raccomandato per i viaggiatori con problemi medici preesistenti, e in ogni caso per alcune categorie.

Anziani

Se non hanno particolari patologie, possono affrontare viaggi con le medesime precauzioni dei giovani adulti, ma attenzione va posta agli spostamenti aerei, soprattutto se lunghi, per il rischio di trombosi venose del polpaccio: è bene avere durante il viaggio calzature comode, calze contenitive e soprattutto alzarsi ogni tanto durante il volo e muovere le gambe. Se necessario può essere utile somministrare, alle persone più a rischio, farmaci antiaggreganti o anticoagulanti, sempre dopo consultazione medica. Il viaggio aereo è controindicato in caso di anemia grave o di patologia severa del sistema cardio-vascolare. È sconsigliato il soggiorno in aree tropicali nelle stagioni caldo-umide per la possibilità di disidratazione e squilibri elettrolitici.

Bambini

In generale, presentano gli stessi rischi per la salute della popolazione adulta; tuttavia, le conseguenze dell’acquisizione di una malattia durante il viaggio possono essere più gravi, anche perché alcune condizioni patologiche sono a volte difficili da riconoscere nei bambini. Fino a 5 anni di età i piccoli non devono andare in zone dove sia endemica la malaria. I bambini sono particolarmente sensibili ai microbi gastroenterici, e rischiano più degli adulti la disidratazione in seguito a diarrea.

Gestanti

La gravidanza non costituisce di per sé una controindicazione ai viaggi, anche se una valutazione clinica è necessaria soprattutto tra la dodicesima e la quindicesima settimana per il rischio di aborto, e dopo la trentesima per stati di eclampsia, grave complicanza della gestazione. Durante i viaggi aerei non mantenere la posizione seduta troppo a lungo, e a tale scopo è consigliabile avere un posto vicino al corridoio. Valutare bene la destinazione, considerato che in gravidanza le vaccinazioni vanno effettuate soltanto se urgentemente necessarie. Anche la chemioprofilassi farmacologica della malaria è sconsigliata, e questo deve far evitare diversi paesi in cui la malattia è endemica. Inoltre, il virus Zika, che si trasmette tra l’altro attraverso la puntura di zanzara, può comportare gravi anomalie nel bambino: è perciò sconsigliato alle donne in gravidanza viaggiare nei paesi in cui è più alto il rischio di questa infezione.

I disturbi gastrointestinali

Molte persone che viaggiano vanno incontro a disturbi gastroenterici, spesso non gravi e di breve durata, che si risolvono spontaneamente in pochi giorni e non necessariamente dipendono dai cibi: in alcuni casi all’organismo, e in particolare all’apparato digerente, può occorrere tempo prima di abituarsi a una diversa alimentazione. In ogni modo, soprattutto nei paesi caldi o con condizioni igieniche non ottimali, è necessario attenersi alle regole stilate dall’Organizzazione mondiale della sanità.

Farmacia al seguito

Pronto soccorso

• Cerotti
• Disinfettanti
• Bende
• Guanti monouso
• Detergente o salviette disinfettanti per le mani
• Acqua ossigenata
• Repellenti per insetti
• Gel astringente al cloruro di alluminio per contatti con meduse
• Protezione solare
• Materiale sterile
• Termometro
• Pinzette
• Colliri umettanti
• Zanzariera
• Preservativi
• Disinfettanti o filtri per l’acqua
• Soluzioni minerali orali reintegranti
• Calze elastocompressive (se si è a rischio di trombosi venosa profonda)

Farmaci

• Analgesici
• Antibiotico a largo spettro (amoxicillina clavulanato, ciprofloxacina, ecc)
• Antibiotico intestinale (paromomicina, neomicina, eccetera)
• Creme antifungine o antibiotiche
• Crema con idrocortisone 1%
• Antimalarici
• Pomate e compresse antistaminiche
• Siringhe sterili
• Pomata oftalmica antibiotica (per esempio con tobramicina)
• Pomata antistaminica e/o cortisonica per scottature o punture di insetto
• Antiacido
• Antidiarroico (per esempio loperamide)
• Blando lassativo
• Anticinetosici (per mal di mare e simili)
• Anticoagulanti (se si è a rischio di trombosi venosa profonda)
• Insulina (per i diabetici)
• Farmaci abituali

Forniture mediche

• Occhiali
• Bracciale o collana di allerta medica
• Test del diabete
• Inalatori
• Autoiniettore di adrenalina

Soccorso: il 112 è il numero di emergenza unico europeo

Spostandosi tra i paesi dell’Unione europea si può ora fare una telefonata valida dappertutto per chiedere soccorso, anche di tipo sanitario: basta comporre il 112, numero di emergenza unico europeo. La chiamata, da telefono fisso, cellulare o app, è gratuita. Se si usa una lingua diversa da quella del paese in cui ci si trova, si può in ogni caso spiegare ciò di cui si ha bisogno grazie alla traduzione simultanea della chiamata a opera di un interprete.

In Italia il funzionamento del servizio è organizzato su due livelli: il primo (la Centrale unica di risposta o CUR) riceve la chiamata di soccorso e il secondo (centrali operative di Emergenza sanitaria, Polizia, Carabinieri e Vigili del fuoco) gestisce effettivamente la situazione di emergenza. Qualunque numero nazionale di emergenza si chiami (113, 112, 115 e 118), la telefonata viene ricevuta dalla Centrale unica di risposta. L’operatore della CUR, quando risponde alla chiamata, riceve in tempo reale il numero telefonico (anche se questo è stato nascosto) e la localizzazione del chiamante, che vengono automaticamente inseriti in una scheda in formato digitale. Questa è poi integrata con le informazioni sulla tipologia di soccorso necessario e trasferita, assieme alla chiamata, alla centrale operativa di secondo livello a cui compete l’intervento. Con questo filtro si evita che gli scherzi, gli errori o le chiamate improprie (come le richieste di informazioni) arrivino alle centrali operative di secondo livello, che riceveranno solo le effettive chiamate di emergenza.

Le CUR sono realizzate dalle Regioni, che stanno man mano provvedendo. Dove non sono presenti, il servizio 112 è assicurato dalle centrali operative dei Carabinieri.

 

Chiedere aiuto con una app

 

Il 112 è fruibile, nelle regioni in cui sono operative le Centrali uniche di risposta, anche tramite l’app per smartphone Where are U. L’app consente di effettuare una chiamata di emergenza con l’invio automatico all’operatore della centrale unica di risposta dei dati relativi alla localizzazione del chiamante ricavati dal sistema di posizionamento GPS del telefono.

Si può utilizzare l’app anche se non si è in condizione di parlare, semplicemente selezionando il tipo di soccorso di cui si ha bisogno: l’operatore riceverà la chiamata muta con le indicazioni del soccorso richiesto. Se ci si trova in una zona dove non c’è copertura della rete dati, la localizzazione viene trasmessa alla centrale tramite sms. I dati di localizzazione vengono utilizzati solamente per la gestione della richiesta di emergenza. L’app consente l’accesso al servizio anche a persone sorde.

Where are U è disponibile per i sistemi operativi mobili iOS, Android e Windows.

Perché quando assumi alcuni farmaci devi limitare il caffè?

Conosciamo i benefici di una tazzina di caffè che, ogni mattina o dopo pranzo, ci consente di affrontare con maggiore energia le incombenze che dobbiamo portare a termine. Dobbiamo, però, fare attenzione. La funzione energizzante del caffè è determinata dalla concentrazione di caffeina al suo interno, e si tratta di una sostanza che può interagire con alcune terapie o patologie.
La dose sicura per un adulto è di 4/5 tazzine al giorno, 1 o 2 in gravidanza o allattamento.

Se assumi farmaci:

  • broncodilatatori
  • antibiotici chinolonici
  • antidepressivi
  • antipertensivi

dovresti rivedere le tazzine che puoi assumere al giorno. Soprattutto nel caso di farmaci per la pressione alta, la caffeina rischia di rimanere in circolo per più tempo con la possibilità di alterare il metabolismo di alcune di queste molecole.
Quindi potresti avere un maggiore assorbimento della caffeina e una diversa risposta ai farmaci.

I benefici del caffè

La caffeina ha anche alcune preziose proprietà che comportano per i bevitori di caffè alcuni concreti benefici:

  • stimola la secrezione gastrica e biliare, un caffè a fine pasto sostiene la digestione
  • effetto tonico e stimolatorio sulla funzionalità cardiaca e nervosa
  • effetto lipolitico, ovvero la capacità di stimolare l’impiego di grassi a scopo energetico e non di accumulo
  • sono già state individuate proprietà antiossidanti, antimutagene ed antinfiammatorie

 

È comunque fondamentale essere consapevoli delle possibili interazioni tra caffè e farmaci e ricordare di confrontarsi con il proprio medico in caso di qualsiasi dubbio specifico.

Fascicolo Sanitario Elettronico: a cosa ti serve e come consultarlo

Il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) raccoglie la tua storia clinica rendendo disponibili le informazioni e i documenti prodotti dal Sistema Sanitario Nazionale da medici e operatori sanitari anche di strutture diverse (ASL, Aziende Ospedaliere, medici di famiglia e pediatri, ecc.) e da strutture sanitarie private. Contiene ad esempio referti, lettere di dimissioni, verbali di pronto soccorso, prescrizioni e tutto il materiale che descrive i tuoi eventi clinici. Attualmente il FSE è rivolto a tutti i cittadini maggiorenni iscritti ed assistiti dal Sistema Sanitario Regionale.

Quali sono i vantaggi?

  • avere un unico punto di accesso in sicurezza alla tua storia clinica
  • poter consultare il tuo fascicolo ovunque ti trovi
  • far arrivare velocemente al tuo medico curante le informazioni che ti riguardano
  • essere seguito con maggiore continuità
  • evitare esami ripetuti o non necessari

Cosa puoi trovare nel fascicolo

Il fascicolo, normato dal D. P. C. M. n° 178 del 2015, a partire dal 19 maggio 2020, è alimentato, in maniera continuativa e tempestiva dai soggetti e dagli esercenti le professioni sanitarie, anche privati, che ti prendono in cura, con i dati degli eventi clinici relativi all’assistenza sanitaria da te ricevuta: attestazioni vaccinali anti-COVID-19, promemoria di prenotazione visite, verbali di pronto soccorso, lettere di dimissioni ospedaliere, profilo sanitario sintetico, consenso o diniego alla donazione degli organi e tessuti, prescrizioni farmaceutiche, piani diagnostico-terapeutici. Puoi, inoltre, arricchire il tuo fascicolo inserendo dati nel tuo taccuino.

Attestazioni vaccinali anti-COVID-19

Dal 20 Marzo 2021 è possibile consultare nel proprio Fascicolo Sanitario Elettronico le attestazioni rilasciate al termine del ciclo vaccinale previsto per l’immunizzazione COVID-19. Le attestazioni sono prodotte decorsi almeno 2 giorni (48 ore) dalla data della somministrazione che attesta la conclusione della vaccinazione.

Il Taccuino

Il servizio consente di caricare documenti clinici, annotare giorno per giorno su un taccuino digitale le misurazioni di parametri di monitoraggio (come ad esempio: pressione, glicemia, colesterolo, ecc.), inserire note sul tuo stato di salute e stile di vita. In tale sezione, potrai inserire in particolare anche gli eventuali documenti sanitari generati da eventi clinici riferiti alle prestazioni erogate al di fuori del SSN prima del 18 maggio 2020. Puoi, inoltre, visualizzare in forma di grafici di sintesi le rilevazioni numeriche ed esportare i dati inseriti. Come per gli altri documenti, puoi infine decidere se rendere visibili i dati del taccuino anche al tuo medico curante.

La consultazione del Fascicolo Sanitario

Consentire la consultazione del Fascicolo Sanitario è una tua scelta. Sulla base della normativa vigente, a partire dal 19 maggio 2020, il FSE si alimenterà automaticamente con i dati delle prestazioni erogate, ma sarà consultabile solo da Te. Per rispettare la tua privacy e in conformità alla normativa vigente, puoi decidere quali dati rendere visibili e chi è autorizzato a consultarli. Per approfondire vedi l’Informativa per il trattamento dei dati personali.

Come consultare il tuo FSE

Se sei in possesso di una Tessera Sanitaria con chip (TS-CNS) abilitata, di una carta d’identità elettronica italiana (CIE) o di un’utenza SPID, puoi accedere tramite il link al servizio del portale www.salutelazio.it ed esprimere i consensi alla consultazione del tuo fascicolo direttamente on-line. Se non hai una Tessera Sanitaria con chip (TS-CNS) abilitata, puoi recarti presso uno dei Punti Territoriali di Accesso (PTA) presso il tuo distretto sanitario ed abilitare la carta. Nel momento dell’attivazione puoi anche richiedere l’attivazione del tuo fascicolo. Se non hai un’utenza SPID, puoi rivolgerti ai Provider oggi abilitati.

È possibile consultare il proprio Fascicolo Sanitario Elettronico da dispositivi mobili attraverso l’App Salutelazio.

Per maggiori informazioni consulta la pagina dedicata al FSE.

Covid-19, attenzione alle fake news, ecco quelle più diffuse

In un momento di emergenza come quello che stiamo attraversando il flusso di false informazioni, soprattutto in rete e sui social, è particolarmente massiccio e districarsi nel mare magnum di notizie che vengono diffuse non è facile, anche per i più esperti. La raccomandazione che il ministero rivolge a tutti è quindi quella di affidarsi a fonti ufficiali e certificate per non cadere vittime di informazioni scorrette che alimentano ansia e comportamenti inadeguati.

A seguire 10 nuove bufale confutate dagli esperti del ministero e dell’Istituto superiore di sanità.

1. Ci si può proteggere dal coronavirus facendo gargarismi con la candeggina, assumendo acido acetico o steroidi e utilizzando oli essenziali e acqua salata.
Falso! Nessuna di queste pratiche protegge dal nuovo coronavirus e alcune di queste sono pericolose per la salute.

2. I bambini non rischiano di essere contagiati dal nuovo coronavirus
Falso! I bambini non sono immuni all’infezione da nuovo coronavirus. Anche loro possono essere infettati e sviluppare la malattia Covid-19, anche se ci sono stati relativamente pochi casi segnalati tra i bambini.

3. Al rientro in casa bisogna sempre lavare gli indumenti indossati e anche i capelli
Falso! Con il rispetto della distanza di almeno un metro dalle altre persone è poco plausibile che i nostri vestiti, o noi stessi, possano essere contaminati da virus in una quantità rilevante. Tuttavia, sempre nel rispetto delle buone norme igieniche, quando si torna a casa è opportuno riporre correttamente la giacca o il soprabito senza, ad esempio, poggiarli sul divano, sul tavolo o sul letto.

4. Tagliarsi la barba evita il contagio
Falso! La bufala nasce da una sbagliata interpretazione di una infografica del CDC dedicata alla sicurezza sul lavoro per il corretto utilizzo delle mascherine.

5. Il coronavirus rende sterili, soprattutto gli uomini
Falso! Non ci sono evidenze scientifiche che l’infezione da nuovo coronavirus sia causa di sterilità femminile o maschile.

6. Se vieni contagiato, te ne accorgi sempre
Falso! La malattia Covid-19 può dare luogo in alcuni casi ad una sintomatologia simile a quella di altre malattie respiratorie come l’influenza e il raffreddore comune, con tosse secca, febbre, stanchezza; in altri casi si manifesta con sintomi diversi, diarrea, iperemia congiuntivale, mal di gola, dolori muscolari, naso che cola, fino ad arrivare a difficoltà respiratorie e polmoniti. Inizialmente e generalmente questi sintomi sono lievi pertanto è possibile non accorgersi subito della loro comparsa.

7. C’è correlazione tra epidemia da nuovo coronavirus e rete 5G
Falso! Non ci sono evidenze scientifiche che indichino una correlazione tra epidemia da nuovo coronavirus e rete 5G. Ad oggi, e dopo molte ricerche effettuate, nessun effetto negativo sulla salute è stato collegato in modo causale all’esposizione alle tecnologie wireless.

8. Gli animali domestici possono trasmettere il virus
Falso! Non esiste alcuna evidenza scientifica che gli animali domestici, quali cani e gatti, possano contrarre il nuovo coronavirus e trasmetterlo all’uomo. Come regola generale di igiene si consiglia però di lavarsi bene le mani con il sapone dopo il contatto con gli animali, comune prassi per proteggersi da altri microrganismi che possono invece essere trasmessi dagli animali all’uomo.

9. Il nuovo coronavirus è un ceppo di virus dell’influenza che è mutato
Falso! I coronavirus sono una famiglia di virus che possono infettare l’uomo e trasmettere diverse malattie. Il virus Sars-CoV-2, che provoca la malattia denominata Covid-19, mostra alcune somiglianze con altri virus, quattro dei quali possono causare normali raffreddori. Osservati al microscopio i cinque virus mostrano una conformazione simile, che sfrutta le proteine (spike) dalla forma appuntita’per infettare le cellule umane.

10. Gli extracomunitari sono immuni all’epidemia grazie al vaccino contro la Tubercolosi
Falso! Il vaccino per la Tubercolosi non ha nulla a che vedere con il Coronavirus: la TBC è dovuta ad un batterio e non a un virus. Si ricorda che le malattie possono fare ammalare chiunque indipendentemente dalla loro etnia.

Fonte: https://rb.gy/mss0vy