15, 30 o 50: come scegliere e quando applicare la crema solare

Per proteggere la pelle dagli effetti nocivi dei raggi solari, riducendo il rischio di  tumori cutanei di diversa natura e gravità e da altre patologie dermatologiche fino all’invecchiamento precoce della pelle, è fondamentale la crema solare. In commercio di solari se ne trovano di ogni tipo, è bene sapere che la qualità difensiva contro alcuni dei maggiori pericoli del sole è data da diverse caratteristiche del filtro solare.

La prima è il fattore di protezione solare (SPF) che dovrebbe preferibilmente essere compreso tra 30 e 50+, indici di una protezione alta e molto alta. L’SPF va scelto secondo il proprio fototipo di pelle: si deve ricorrere a un fattore molto elevato (50+ o schermo totale) in caso di pelli molto chiare e capelli rossi o biondi (fototipo 1); a una protezione alta/molto alta (tra 50+ e 30) con pelle chiara e cappelli castano o biondi (fototipo 2); si può anche optare per una protezione media con SPF tra 25 e 15 in caso di capelli biondo scuro e/o pelle sensibile (fototipo 3) o con capelli castani e pelle moderatamente sensibile (fototipo 4); fino a un SPF anche basso, tra 10 e 6, indicato con capelli scuri e carnagione olivastra (fototipo 5) o capelli scurissimi e pelle scura (fototipo 6).

I fototipi della pelle

Vediamo nel dettaglio come scegliere e quando applicare la crema solare.

Crema solare con SPF 15, cosa significa e quando applicarla?

La SPF15 è una protezione solare in grado di bloccare circa il 93% dei raggi UV. È considerata una protezione bassa perché il 7% rimanente di raggi UV rappresenta un rischio per la nostra pelle. LA SPF15 è adatta in situazioni in cui l’esposizione al sole non è molto aggressiva e prolungata, per esempio nella vita di tutti i giorni oppure per chi ha la pelle di un fototipo scuro.

Crema solare con SPF 30, cosa significa e quando applicarla?

La SPF30 è una protezione solare in grado di bloccare circa il 97% dei raggi UV. Si tratta di una protezione alta visto che lascia passare sul corpo meno della metà dei raggi UV rispetto alla SPF15. E’ adatta all’esposizione solare al mare o in montagna ed è consigliata per le persone con fototipo chiaro.

Una crema con SPF 30 è due volte più efficace di una con SPF 15?

NO, la protezione di un filtro solare non aumenta in modo lineare all’aumento dell’SPF.
Se usata correttamente, la prima scherma il 97% dei raggi UVB, la seconda il 93%. La maggior parte dei dermatologi raccomandano un SPF di almeno 30, meglio se resistente all’acqua perché perché protegge fino a 40 minuti a mollo.

Crema solare con SPF 50, cosa significa e quando applicarla?

La SPF50 è una protezione solare in grado di bloccare circa il 98% dei raggi UV. Si tratta della protezione più alta disponibile in commercio in quanto nessun prodotto può assicurare una protezione del 100%. La protezione totale può essere fornita soltanto da una schermatura fisica, come ad esempio i vestiti.

La SPF50 è raccomandata durante le esposizioni dirette e prolungate ed è indispensabile per i soggetti con fototipo molto chiaro e pelle sensibile.

Le creme solari con SPF 30 e 50 fanno abbronzare di meno?

No, permettono di abbronzarsi in modo più intenso, duraturo e più sicuro, anche se più lentamente.

Le creme con SPF più alto durano di più rispetto a quelle con SPF più basso?

No, indipendentemente dal fattore di protezione tutte le creme solari devono essere riapplicate più volte durante la giornata. Non basta mettere la crema al mattino e pensare di essere protetti fino ala sera.

Ogni quanto va riapplicata la crema solare?

  • Prima di uscire di casa per andare al mare, in piscina o in montagna
  • Ogni due ore durante la giornata
  • Ogni volta che facciamo il bagno
  • Dopo aver sudato tanto

Il dilemma dell’aria condizionata, fa male alla salute?

Ormai il caldo si fa sentire, e il rimedio principale alla portata è l’aria condizionata: nei mezzi pubblici, in ufficio o nel proprio appartamento, il suo utilizzo dà un po’ di sollievo dalla calura estiva. Diverse persone, però, la considerano la causa di malesseri scheletrico-muscolari, come il famoso “colpo della strega”. Viene da domandarsi, quindi, se effettivamente l’aria condizionata faccia male alla salute. Facciamo chiarezza!

L’aria condizionata non è un pericolo

Di per sé, l’aria condizionata non rappresenta un pericolo per la nostra salute. È importante metterlo in chiaro, anche se questo non significa che stare a contatto diretto col bocchettone dell’aria condizionata sia una scelta per così dire “salutare”.

Quando fa particolarmente caldo l’aria condizionata può essere un alleato contro le ondate di calore, molto pericolose per gli individui più fragili, come i bambini o gli anziani, o ancora per gli adulti con problemi cardio-respiratori.

Ovviamente, l’impianto deve essere correttamente funzionante, così come le sue componenti devono essere in ottime condizioni: questo perché, in caso contrario, il condizionatore può trasformarsi in un’oasi batteriologica dovuta all’umidità. 

Un impianto funzionante, tra le altre cose, può ridurre la penetrazione di inquinanti esterni all’interno dell’abitazione o dell’ufficio, e i filtri presenti possono ridurre la presenza di polveri, pulviscolo atmosferico, microbi trasportati dall’aria, con buoni riscontri in caso di asma o allergia. 

C’è poi chi imputa il mal di schiena e il cosiddetto “colpo della strega” all’aria condizionata, o meglio, all’abbassamento delle temperature che essa produce. Anche qui, finora non ci sono stati studi a dimostrare che i malesseri muscolari siano collegati all’abbassamento delle temperature.

Aria condizionata: più danni o benefici?

Tirando le somme, possiamo concludere che l’aria condizionata, anche in funzione dell’emergenza climatica che ha portato a un’esplosione estiva delle temperature, diventa essenziale in alcuni casi. Non se ne può fare a meno, e i benefici per la salute sono evidenti.

Tutti i danni ( dalle bronchiti ai raffreddori, dalle laringiti ai dolori muscolari) nascono invece dall’uso sbagliato, dallo spreco, dell’aria condizionata. E qui basta ricorrere al buonsenso e ricordarsi di un dato: la temperatura interna, con l’uso del condizionatore, non deve essere più bassa di 5-6 gradi rispetto a quella esterna. Inoltre la condizionata va usata a termine, e non h24mai di notte ( a meno che l’impianto sia fornito di una funzione specifica) e con le bocchette dell’aria che non puntano direttamente sulle persone.

Certo è che l’aria condizionata non faccia bene al nostro pianeta. Infatti aumenta le emissioni di inquinanti atmosferici, peggiorando la qualità dell’aria e, ovviamente, consumando troppa energia.

Fonte: Humanitas Salute; Non Sprecare;

Fascicolo Sanitario Elettronico: a cosa ti serve e come consultarlo

Il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) raccoglie la tua storia clinica rendendo disponibili le informazioni e i documenti prodotti dal Sistema Sanitario Nazionale da medici e operatori sanitari anche di strutture diverse (ASL, Aziende Ospedaliere, medici di famiglia e pediatri, ecc.) e da strutture sanitarie private. Contiene ad esempio referti, lettere di dimissioni, verbali di pronto soccorso, prescrizioni e tutto il materiale che descrive i tuoi eventi clinici. Attualmente il FSE è rivolto a tutti i cittadini maggiorenni iscritti ed assistiti dal Sistema Sanitario Regionale.

Quali sono i vantaggi?

  • avere un unico punto di accesso in sicurezza alla tua storia clinica
  • poter consultare il tuo fascicolo ovunque ti trovi
  • far arrivare velocemente al tuo medico curante le informazioni che ti riguardano
  • essere seguito con maggiore continuità
  • evitare esami ripetuti o non necessari

Cosa puoi trovare nel fascicolo

Il fascicolo, normato dal D. P. C. M. n° 178 del 2015, a partire dal 19 maggio 2020, è alimentato, in maniera continuativa e tempestiva dai soggetti e dagli esercenti le professioni sanitarie, anche privati, che ti prendono in cura, con i dati degli eventi clinici relativi all’assistenza sanitaria da te ricevuta: attestazioni vaccinali anti-COVID-19, promemoria di prenotazione visite, verbali di pronto soccorso, lettere di dimissioni ospedaliere, profilo sanitario sintetico, consenso o diniego alla donazione degli organi e tessuti, prescrizioni farmaceutiche, piani diagnostico-terapeutici. Puoi, inoltre, arricchire il tuo fascicolo inserendo dati nel tuo taccuino.

Attestazioni vaccinali anti-COVID-19

Dal 20 Marzo 2021 è possibile consultare nel proprio Fascicolo Sanitario Elettronico le attestazioni rilasciate al termine del ciclo vaccinale previsto per l’immunizzazione COVID-19. Le attestazioni sono prodotte decorsi almeno 2 giorni (48 ore) dalla data della somministrazione che attesta la conclusione della vaccinazione.

Il Taccuino

Il servizio consente di caricare documenti clinici, annotare giorno per giorno su un taccuino digitale le misurazioni di parametri di monitoraggio (come ad esempio: pressione, glicemia, colesterolo, ecc.), inserire note sul tuo stato di salute e stile di vita. In tale sezione, potrai inserire in particolare anche gli eventuali documenti sanitari generati da eventi clinici riferiti alle prestazioni erogate al di fuori del SSN prima del 18 maggio 2020. Puoi, inoltre, visualizzare in forma di grafici di sintesi le rilevazioni numeriche ed esportare i dati inseriti. Come per gli altri documenti, puoi infine decidere se rendere visibili i dati del taccuino anche al tuo medico curante.

La consultazione del Fascicolo Sanitario

Consentire la consultazione del Fascicolo Sanitario è una tua scelta. Sulla base della normativa vigente, a partire dal 19 maggio 2020, il FSE si alimenterà automaticamente con i dati delle prestazioni erogate, ma sarà consultabile solo da Te. Per rispettare la tua privacy e in conformità alla normativa vigente, puoi decidere quali dati rendere visibili e chi è autorizzato a consultarli. Per approfondire vedi l’Informativa per il trattamento dei dati personali.

Come consultare il tuo FSE

Se sei in possesso di una Tessera Sanitaria con chip (TS-CNS) abilitata, di una carta d’identità elettronica italiana (CIE) o di un’utenza SPID, puoi accedere tramite il link al servizio del portale www.salutelazio.it ed esprimere i consensi alla consultazione del tuo fascicolo direttamente on-line. Se non hai una Tessera Sanitaria con chip (TS-CNS) abilitata, puoi recarti presso uno dei Punti Territoriali di Accesso (PTA) presso il tuo distretto sanitario ed abilitare la carta. Nel momento dell’attivazione puoi anche richiedere l’attivazione del tuo fascicolo. Se non hai un’utenza SPID, puoi rivolgerti ai Provider oggi abilitati.

È possibile consultare il proprio Fascicolo Sanitario Elettronico da dispositivi mobili attraverso l’App Salutelazio.

Per maggiori informazioni consulta la pagina dedicata al FSE.

Quanto dura una ricetta medica?

Non tutte le ricette sono uguali, hanno una durata e un numero di riutilizzi diversi a seconda della tipologia del farmaco e delle specifiche inserite dal medico. Vediamo nello specifico la durata e altri dettagli di alcune ricette principali.

La ricetta rossa

Viene utilizzata esclusivamente per prescrivere i farmaci rimborsabili dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN) che rientrano in Fascia A. Può essere compilata soltanto dai medici dipendenti di strutture pubbliche o convenzionate con il SSN ed esclusivamente nell’ambito dell’esercizio della loro attività di medici del SSN.

La ricetta rossa è valida in tutte le farmacie del territorio italiano e assicura al cittadino di poter ritirare i medicinali che richiedono prescrizione medica dovunque si trovi.

La ricetta elettronica o dematerializzata

Il medico la compila al computer usando uno specifico programma del Servizio Sanitario della Regione, inserendo le stesse informazioni richieste dalla ricetta rossa cartacea. Attraverso il sistema informatico, il farmacista potrà accedere direttamente alla prescrizione elettronica e ai dati dell’intestatario.

La ricetta elettronica non può essere utilizzata per le seguenti prescrizioni, per le quali è ancora necessaria la ricetta rossa o sono richieste ricette di tipo speciale:

  • ossigeno
  • farmaci stupefacenti (che modificano lo stato psicofisico della persona)
  • sostanze psicotrope (che agiscono sul sistema nervoso)
  • farmaci che richiedono un piano terapeutico come i nuovi anticoagulanti orali
  • farmaci prescritti al domicilio del paziente o nelle residenze sanitarie assistenziali

A causa dell’emergenza sanitaria per COVID-19, un decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze, prevede la possibilità temporanea di utilizzare la ricetta elettronica anche per farmaci che richiedono un piano terapeutico e per i farmaci distribuiti attraverso modalità diverse dal regime convenzionale.

La ricetta bianca

E’ quella che il medico compila sul proprio ricettario personale per prescrivere medicinali di Fascia C, ovvero non rimborsabili dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN). È utilizzata per quei medicinali che, pur essendo a carico del cittadino, richiedono la prescrizione medica. Sulla ricetta bianca devono essere indicati: nome, cognome e firma del medico, luogo e data. Non è necessario invece il nome dell’assistito. La ricetta bianca può essere:

  • ripetibile, serve a prescrivere un farmaco che può essere dispensato più volte alla stessa persona in un certo periodo. Per legge, una confezione di farmaco prescritta con ricetta ripetibile può essere venduta fino a 10 volte nell’arco di 6 mesi, salvo diversa indicazione da parte del medico. Per questo il farmacista deve restituire ogni volta la ricetta al cittadino. Se il medico, invece, prescrive sulla stessa ricetta più di una confezione del farmaco, la ripetibilità decade e si può ritirare solo quel quantitativo in un’unica volta. Fanno eccezione le sostanze stupefacenti e quelle psicotrope, come ad esempio i farmaci per curare l’ansia, l’insonnia o la depressione, per le quali la ripetibilità è limitata a 3 volte in 30 giorni
  • non ripetibile, serve a prescrivere un farmaco, in quantità sufficiente per la terapia, da ritirare una sola volta entro 30 giorni. È utilizzata per quei medicinali che con un uso prolungato potrebbero causare dei rischi per la salute. In questo caso il farmacista ritira la ricetta al momento della consegna del medicinale

La validità delle ricette

La ricetta rossa o elettronica, appartenenti al ricettario regionale, hanno una validità di 30 giorni, vale a dire che la confezione o le confezioni di medicinale prescritte si possono ritirare, per una volta sola, entro 30 giorni dalla data di compilazione visibile sulla ricetta.

La ricetta bianca, appartenente al ricettario personale del medico, ha una validità di 6 mesi quando è ripetibile. Ciò vuol dire che può essere utilizzata per acquistare il farmaco prescritto fino a 10 volte nell’arco dei sei mesi a partire dalla data di compilazione, salvo diversa indicazione da parte del medico.

La ricetta bianca che prescrive farmaci soggetti a prescrizione non ripetibile, invece, può essere utilizzata una sola volta entro 30 giorni. Nel caso di sostanze attive stupefacenti e psicotrope (che agiscono sul sistema nervoso), la ripetibilità della ricetta è limitata a 3 volte in 30 giorni.

Il numero delle prescrizioni

Su una ricetta del ricettario regionale (rossa o elettronica) si possono prescrivere non più di 2 confezioni per farmaco. Per le persone con esenzione per malattia cronica si possono prescrivere fino a 6 confezioni per ricetta, fino a coprire un massimo di 180 giorni di terapia, a condizione che il farmaco sia stato già utilizzato dalla persona da almeno 6 mesi e sia specifico per la sua malattia cronica. Nel caso di prima prescrizione di un farmaco, o di modifica della terapia, il medico può prescrivere una sola confezione di quel farmaco per ricetta e una sola ricetta al giorno.

Per altre informazioni utili, clicca qui!

In prima linea contro la violenza sulle donne

La Farmacia Roma Est supporta il Progetto “Mimosa” dell’associazione Farmaciste Insieme per consentire alle donne vittime di violenza di chiedere aiuto. L’iniziativa ci vede a fianco ad altre farmacie italiane con azioni concrete. In farmacia le donne vittime di maltrattamenti troveranno degli opuscoli che forniscono loro tutte le informazioni necessarie per entrare in una rete di protezione. Inoltre, troveranno consigli, informazioni, contatti e riferimenti di associazioni, centri antiviolenza e specialisti accreditati sul territorio pronti ad aiutarle.

Questo progetto ci vede uniti con l’unico obiettivo di infrangere il muro della solitudine che imprigiona le donne tra le pareti domestiche, acuita nel periodo della pandemia. Dietro il banco della farmacia le donne troveranno altre donne che tenderanno loro una mano per aprire la porta per uscire dalla violenza.

Segnaliamo anche l’app mobile “Bright Sky” del progetto che si scarica gratuitamente sul proprio telefonino, uno strumento che consente alle donne vittime di violenza di chiedere aiuto. L’app può essere utilizzata anche da parenti, amici, colleghi di lavoro, associazioni e da tutti coloro che sono vicini a donne maltrattate.

Per altre informazioni vi aspettiamo in farmacia.

Vietati gli integratori alimentari all’aloe

Dallo scorso 8 aprile gli integratori alimentari a base di aloe sono stati vietati perché probabili genotossici e cancerogeni. L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) conferma, infatti,  che i derivati dell’idrossiantracene presenti naturalmente in piante come alcune specie di aloe e i di senna sono pericolosi per la salute. Gli estratti che li contengono sono usati negli integratori alimentari per il loro effetto lassativo.

Il regolamento, che va a modificare quello del 20 dicembre 2006 sull’aggiunta di sostanze agli alimenti, vieta anche:

  • aloe-emodina e tutte le preparazioni in cui è presente tale sostanza
  • emodina e tutte le preparazioni in cui è presente tale sostanza
  • preparazioni a base di foglie di specie di Aloe contenenti derivati dell’idrossiantracene
  • dantrone e tutte le preparazioni in cui è presente tale sostanza

Alla base dello stop il fatto che l’EFSA ha riscontrato che:
 “i derivati dell’idrossiantracene aloe-emodina ed emodina e la sostanza strutturalmente analoga dantrone si sono dimostrati genotossici in vitro. Anche gli estratti di aloe si sono dimostrati genotossici in vitro, molto probabilmente a causa della presenza di derivati dell’idrossiantracene. L’aloe-emodina si è inoltre dimostrata genotossica in vivo. L’estratto totale di aloe e l’analogo strutturale dantrone si sono rivelati cancerogeni”.

Come prevenire e curare l’irritazione da mascherina

Le irritazioni da mascherina sono l’inconveniente più evidente dell’utilizzo prolungato dei dispositivi di protezione facciale. Tutti i tipi di pelle possono essere coinvolti, ma sono soprattutto le pelli grasse e le pelli sensibili a dover essere trattate con maggior cura ed attenzione.

Ecco alcuni consigli per proteggere la pelle del viso e prevenire la dermatite.

  • Idratare la pelle;
  • Cambiare spesso mascherina o lavarle ogni volta che le si usa;
  • Evitare di toccarsi il viso, così da non trasferire sporco e batteri dalle mani al viso;
  • Usare prodotti detergenti delicati e comunque specifici per il tipo di pelle;
  • Evitare un make-up eccessivo, soprattutto se in presenza di brufoli ed acne.

Idratazione, leggerezza e delicatezza.  Seguire una beauty routine giornaliera che comprenda detergenti, sieri e lozioni idratanti, infatti, è fondamentale per mantenere la pelle sana.

Rimedi naturali per alleviare le irritazioni

In caso di infiammazione ed irritazione della pelle dovuta all’utilizzo della mascherina è sempre possibile ricorrere a diverse sostanze naturali, molto utili nel lenire gli arrossamenti e calmare il dolore. Tra i rimedi naturali in assoluto più efficaci sono:

  • Gel di aloe vera;
  • Olio di rosa mosqueta;
  • Oleolito di Calendula;
  • Olio essenziale di Iperico;
  • Camomilla.

L’aloe, la calendula e la camomilla contengono molti principi attivi dalle proprietà antinfiammatorie, ma anche lenitive, emollienti e rigeneranti. L’olio di rosa è ricco di acidi grassi, vitamina C e acido linoleico che ripristinano l’equilibrio compromesso della cute del viso migliorandone anche l’idratazione. L’olio di iperico, invece, è noto per le sue numerose proprietà antibatteriche ed antimicotiche.

Maskne, rimedi e prodotti consigliati

Il primo step di una buona beauty routine è la detersione quotidiana del viso, ma non possono mancare cosmetici e trattamenti cutanei lenitivi, riparatori ed emollienti, a base di aloe vera o di camomilla. Tra i prodotti consigliati per contrastare l’irritazione da mascherina e il fenomeno della maskne ci sono:

  • Crema viso idratante e lenitiva;
  • Tonico per il viso lenitivo o rigenerante;
  • Gel detergente per la pulizia del viso.

Prendersi cura della propria pelle è un gesto quotidiano che non va mai trascurato, soprattutto se si indossano dispositivi di protezione facciale per molte ore al giorno.

Doccia con la febbre: si può fare?

La febbre è un sintomo, non una patologia. Si manifesta a partire da stati infettivi e condizioni patologiche e rappresenta il tentativo del nostro corpo di controllare fenomeni che ritiene pericolosi. La febbre può essere accompagnata da aumento della sudorazione, brividi corporei, mal di testa, dolori muscolari, mal di gola, nausea, inappetenza, disidratazione e stanchezza. DI per sé la febbre non deve spaventare: in un individuo adulto può risultare pericolosa per l’organismo solo se venissero superati i 40 gradi corporei. Se la febbre è associata a patologie come l’influenza stagionale, tenderà a scomparire spontaneamente e la temperatura può essere abbassata tramite farmaci antipiretici – come, ad esempio, il paracetamolo – e anti-infiammatori non steroidei, come l’ibuprofene o l’aspirina.

Si può fare la doccia con la febbre?

Fare la doccia non è sconsigliato. È importare però evitare di esporsi a basse temperature prima, durante o dopo averla effettuata.  Prendere freddo potrebbe causare i brividi, che aumentano la temperatura corporea contribuendo alla sensazione di disagio legata alla febbre. Una doccia leggermente calda o tiepida, non troppo lunga può essere benefica per il nostro organismo, basta stare attenti a non prendere freddo una volta usciti.

I rimedi non-farmacologici

In caso di alte temperature e sensazione di calore, impacchi di acqua fredda sulla fronte sono utili per diminuire temporaneamente la temperatura. Per contro, in caso di brividi di freddo, è bene tenersi al caldo tramite l’utilizzo di coperte, bevande calde e riscaldamento degli ambienti.

Riposo, idratazione e una sana alimentazione sono fondamentali.

È molto importante bere frequentemente e mangiare a piccole dosi ma ravvicinate nel tempo, specie se si è inappetenti. I cibi da prediligere sono quelli semi-solidi, come le minestre, e poi i carboidrati e la frutta e la verdura per le loro proprietà antiossidanti. Praticare attività fisiche faticose per l’organismo o sport, per esempio, in un quadro di infiammazione generalizzata, può contribuire all’innalzamento della temperatura corporea, ed è sconsigliata l’assunzione di zuccheri e di alimenti grassi. Il riposo, infine, è fondamentale.

Come igienizzare le mani proteggendo la pelle

In questo periodo di emergenza abbiamo imparato che il rispetto delle norme igieniche rappresenta la modalità principale di protezione individuale dal rischio di contagio.

Tra queste norme troviamo sul podio l’importanza di lavarsi spesso e correttamente le mani. Si tratta di una pratica di igiene quotidiana che è bene rispettare sempre ma che, in questo particolare momento, non rappresenta solo una buona norma ma una necessità indiscussa per difendersi dalle infezioni.

Lavare le mani frequentemente è fondamentale, ma è importante anche prestare attenzione alla cura della pelle. Può accadere che la pelle delle tue mani ne risenta e che compaiano secchezza, arrossamenti e screpolature.

Ecco qualche consiglio per proteggerla e curarla:

  • Lavati con acqua tiepida, non fredda, ma neanche calda
  • Usa un detergente delicato, meglio se senza profumi 
  • Asciuga bene le mani ma con delicatezza
  • Quando le mani sono asciutte applica una crema idratante ed emolliente che aiuti la tua pelle a ritrovare il suo naturale equilibrio
  • Usa dei guanti prima di toccare sostanze potenzialmente irritanti.
  • Evita di mangiarti le unghie e le pellicine, perché potrebbero crearsi micro-ferite che possono costituire la porta di accesso a virus e batteri
  • Applica una buona quantità di crema sulle mani prima di andare a dormire

In farmacia siamo disponibili e in prima linea per proteggerti e aiutarti anche fornendoti altri consigli pratici ma autorevoli che possano facilitare la tua vita quotidiana in questa situazione di emergenza.

Medicinali su misura preparati in farmacia

Non sempre le necessità terapeutiche di un paziente possono essere soddisfatte con medicinali di origine  industriale. Questo accade per esempio con:

  • i farmaci orfani, destinati alla cura di malattie talmente rare da non rendere redditizia la loro produzione;
  • i medicinali in via di registrazione;
  • le formulazioni con dosaggi non presenti in farmaci industriali;
  • le associazioni di principi attivi non disponibili commercialmente;
  • le formulazioni diverse da quelle presenti sul mercato.

In tutti questi casi, e in altri ancora, può diventare necessario ricorrere alle preparazioni magistrali, vale a dire medicinali realizzati dal farmacista in base a una prescrizione medica destinata a una determinata persona: medico e farmacista sono, con compiti diversi i due artefici di questo tipo di farmaci, e insieme ne garantiscono qualità, efficacia e sicurezza.

I vincoli per il medico

Il medico può prescrivere preparati magistrali a base di principi attivi che abbiano una di queste  caratteristiche:

  • siano contenuti in medicinali autorizzati in Italia, o in un Paese comunitario;
  • abbiano l’autorizzazione revocata  e non confermata, solo se per motivi non riguardanti la sicurezza del farmaco;
  • siano descritti nelle farmacopee di Paesi comunitari.

Qualora il medicinale venga prescritto per indicazioni terapeutiche diverse da quelle dei medicinali industriali a base dello stesso principio attivo, il medico deve ottenere il consenso della persona a utilizzarli, e specificare nella ricetta i motivi particolari che ne giustificano la prescrizione. Inoltre, nella ricetta il medico deve trascrivere un riferimento che consenta di risalire alla persona cui il farmaco è destinato.

Come vengono realizzati

Il farmacista è responsabile della qualità delle sostanze utilizzate e della corretta tecnica di preparazione, presupposti che garantiscono l’efficacia e la sicurezza della preparazione magistrale. È tenuto a verificare i requisiti formali e sostanziali della ricetta per tutelare la salute del cittadino. Inoltre, deve:

  • controllare la conformità del dosaggio prescritto alla Farmacopea ufficiale italiana: se il dosaggio supera quello indicato nella tabella, sulla ricetta dev’essere riportata la dichiarazione di responsabilità da parte del medico;
  • verificare l’assenza di eventuali incompatibilità chimico-fisiche;
  • verificare la possibilità di allestire la preparazione in laboratorio.

Nel realizzare il farmaco magistrale il farmacista segue le norme di buona preparazione riportate nella Farmacopea ufficiale italiana e in un decreto ministeriale del 2003.

L’etichetta che il farmacista redige e appone sulla preparazione magistrale contiene varie informazioni:

  • nome, indirizzo e numero di telefono della farmacia;
  • data della consegna alla persona (o data della spedizione);
  • composizione qualitativa e quantitativa del farmaco;
  • numero progressivo o numero di lotto;
  • nome del medico prescrittore:
  • data di preparazione e di scadenza;
  • prezzo praticato;
  • tipo di uso (ad esempio, per bocca);
  • ogni avvertenza utile per uso, conservazione e smaltimento corretti.